04-06-2022
La cantina Monte delle Vigne si trova a 40 chilometri da Parma
Valorizzare i vitigni autoctoni della provincia di Parma, con vini che escono in un certo senso dai canoni della produzione del territorio.
La scelta di Monte delle Vigne è chiara: cercare la qualità e soprattutto promuovere un territorio incantevole anche a livello paesaggistico.
Lorenzo Numanti e Andrea Bonini presentano i vini dell'azienda
Come detto, obiettivo puntato sugli autoctoni. «Abbiamo Malvasia, Barbera, Lambrusco e anche Sauvignon Blanc, che è storico per la zona, in quanto è il secondo vitigno riconosciuto nella provincia di Parma».
«Ci troviamo a sud di Parma, con 40 ettari a corpo unico: la cantina è baricentrica, e abbiamo una grande biodiversità, con la presenza anche di 4 laghi. L’azienda è a 40 chilometri dal passo della Cisa: questo ci porta una brezza costante che genera delle escursioni termiche importanti. I vigneti sono a circa 300-400 metri di altitudine, su terreni di origine alluvionale».
Il Sauvignon Quattro Laghi, una novità
La Malvasia Ginestra 2021 prende il nome dal fatto che «raccoglievano l’uva quando maturava la ginestra – spiega Borini – Si tratta di un vitigno molto generoso, con grappoli grandi, e per questo tendiamo a fare sempre diradamento, per arrivare a non più di due chili per pianta». In questo caso colpisce l’immediatezza e la freschezza: un vino piacevole e dalla buona beva.
La Malvasia Callas è il vino di punta dell'azienda per quanto riguarda i vini bianchi
La cantina di affinamento, dove si possono notare anche le anfore
Infine il 2021, dove in questo caso metà dell’affinamento è in anfora: si tratta di un vino in divenire, sicuramente strutturato e ricco, ma ancora sorretto da una buona acidità. Anche in questo caso l’attesa è per l’evoluzione, ma la base di partenza fa ben sperare.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
In origine era la Vécia col pisst, piatto della tradizione parmense (carne macinata di cavallo cotta lungamente con verdure e aromi, aggiungendo brodo). Al Bequadro di Parma ne propongono una versione contemporanea, La vecchia “svecchiata”, con pesto scottato, composta di cipolle, purè, umami di pomodoro, velo di peperone e glassa di cavallo
La brigata di cucina del ristorante Inkiostro di Parma: da sinistra a destra, Antonio Brancati (sous chef), Salvatore Morello (chef), Andrea di Salvo (sous chef), Alice Gasparri, Attilio Zilli, Riccardo Rossini, Stefano Barghini e Mattia Sabatini