Carlos Garcia
Coregone, pastinaca e erbe spontaneedi Nadia Moscardi
IG2023: signore e signori, la rivoluzione è servita In giro tra gli stand: materia prima che passione. Il meglio dei prodotti da pasticceria, gelato e farine
Luca Currado Vietti con la moglie Elena
Credere nei singoli vigneti, come valore aggiunto. Perché non esiste un solo Barolo, ma tante espressioni diverse di un territorio che si districa su 11 Comuni, divisi in 181 Mga, le Menzioni geografiche aggiuntive.
La famiglia Vietti è sempre stata antesignana su questo aspetto, andando certe volte in controtendenza. Il racconto è di Luca Currado Vietti, amministratore delegato ed enologo, che segue la produzione dell’azienda passo dopo passo: «Siamo al centro degli 11 Comuni della Denominazione del Barolo, davanti a Serralunga. Una volta c’erano molte meno vigne e più boschi, e c’era maggiore differenziazione anche tra le varietà nelle vigne, mentre ora c’è il quasi monopolio del Nebbiolo. Quest’ultimo aspetto è ovviamente legato a questioni economiche».
La spelndida vista sulle Langhe dal terrazzo della cantina
E poi ci fu la ricerca delle vigne migliori, che non significa che fossero quelle più vicine alla cantina. «Fare vino è come cucinare – sottolinea Luca Currado Vietti - serve una grande materia prima. Per questo bisognava selezionare le vigne buone, al posto di avere un unico grande appezzamento, anche se è più facile lavorarle se sono tutte insieme. Mio bisnonno, per questo, era chiamato il “Pazzo americano” e andava in giro a cercare le vigne migliori».
La cantina di affinamento
Precursori del tempo, fino ai giorni nostri, e ai vini presentati in anteprima. «L’annata 2018 è stata piuttosto impegnativa, da un punto di vista agronomico – spiega Luca Currado Vietti - Nel periodo della fioritura abbiamo avuto 22 giorni su 30 con la pioggia: era necessario essere chirurgici, in vigna, per evitare i problemi di malattie. Poi è stata un’annata ottima, non troppo calda».
Uno dei vigneti "singoli": il Lazzarito
Il Barolo Ravera (6.400 bottiglie) è un po’ più leggiadro, sfruttando anche escursioni termiche importanti: qui c’è un tono più floreale, di gelsomino e acacia, e in bocca ha una bevibilità notevole. Il Barolo Lazzarito (8.700 bottiglie) ci porta invece nel Comune di Serralunga: tabacco, spezia dolce, cuoio, the macerato, balsamico, per una naso complesso e ricco, e poi in bocca un tannino netto e presente. Un vino che si prevede possa avere una lunghissima vita.
Il vigneto di Rocche di Castiglione
Monvigliero è la seconda novità, acquisita grazie all’investimento di dieci mecenati del mondo dell’arte, della musica e della politica, che hanno acquistato la vigna, lasciandola in mano a Luca Currado Vietti: metà delle bottiglie ricavate vanno agli investitori, le altre restano in azienda. Il vino ha un buon frutto, tra lampone e ribes, per poi essere particolarmente morbido e piacevole in bocca.
Tutte queste bottiglie si trovano sullo scaffale a circa 200 euro l’una. Del Barolo Castiglione, invece, vengono realizzate 45mila bottiglie, per un prezzo di circa 65 euro l’una.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Le sei annate di Riserva Cannubi 1752 prodotte da Damilano: sono state le protagoniste della prima degustazione ospitata dal Ristorante Andrea Aprea di Milano (Tutte le foto sono di Gabriele Zanon)
La cantina storica di Poderi Luigi Einuadi: dopo 125 si guarda al futuro
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo