01-02-2022

10 grandi bollicine per il 2022, selezionate dagli esperti di Identità

E' da poco uscita la ventesima Newsletter firmata dalla squadra di Bollicine del mondo: i consigli di Coluccia, Granieri, Turner, Benzi, Pietrobattista, Grignaffini, Petronilli, Torretta, Giustiniani e Foglia

Dieci bollicine da non perdere, tra Italia, Franc

Dieci bollicine da non perdere, tra Italia, Francia, Inghilterrra e Grecia, consigliati dai nostri esperti Cinzia Benzi, Adele Granieri, Raffaele Foglia, Alessio Pietrobattista, Andrea Grignaffini, Bruno Petronilli, Luca Torretta, Manlio Giustiniani, Luca Turner e Monica Coluccia. Proponiamo qui i contenuti della nostra ultima newsletter Bollicine del mondo, per "abbonarsi" e così riceverla gratuitamente a casa iscriviti qui.

E' uscita lo scorso 29 gennaio il numero 20 della newsletter Bollicine del Mondo. Riportiamo qui di seguito il "saluto" di Paolo Marchi.
 
"Campania, Irpinia per la precisione ma anche Cilento; Francia, tre volte Champagne; Lombardia con la Val Chiavenna; Calabria; Veneto; Inghilterra e Grecia in questa newsletter a tutte bollicine di fine gennaio che ci porta un po’ più vicini al lancio dell’applicazione che raccoglierà le schede di 500 bottiglie e altrettante cantine. Buona lettura ma, soprattutto, stappate stappate stappate."
Paolo Marchi

Champagne Brut La Loge 2012 - Michel Furdyna, Champagne | Francia

Per gli enoappassionati in viaggio in Champagne, una volta a Celles-sur-Ource in Côte des Bar, sarà facile individuare il lieu dit La Loge: un ettaro di vigneto su suolo kimmeridgiano con ceppi di pinot nero ormai quasi cinquantenni. Nel luglio del 2019, infatti, Michel Furdyna, insieme a due amici, ha finito di costruire con le proprie mani una caratteristica loggia con pietre chiare del luogo, completamente a secco, una “loge” a pianta circolare con una suggestiva e inconfondibile copertura a cono spiovente, che troverete anche stilizzata in etichetta. Il Brut La Loge esce sul mercato dopo oltre sette anni di permanenza sui lieviti e in poco più di tremila esemplari. In ogni millesimo destinato al pubblico sono garantiti i caratteri di originalità, misura e compostezza (come facilmente verificabile anche con l’assaggio del 2006 e del 2009). Nel profumatissimo 2012, salmastro e al contempo dolce e fruttato di piccole bacche, una souplesse di naso e di gusto (9 gr/l di dosaggio) è precisamente equilibrata da una scintillante e innata componente salina che ne rende tenace la persistenza. A far da corona alle vecchie vigne del La Loge altri vigneti (10 ettari in tutto) a Landreville, Loches-sur-Ource, Neuville-Sur-Seine, Gyé-sur-Seine e Plaines-Saint-Lange, che il vigneron indépendant Michel, conduce oggi assieme al nipote Matthieu con azioni di Haute Valeur Environnementale.

Monica Coluccia

Spumante Metodo Classico Brut Rosé "Gioì Extreme" 2017 - San Salvatore 1988, Campania

San Salvatore 1988 è il progetto enoico dell’imprenditore Giuseppe Pagano, che nel 2004 ha scelto di creare un’azienda vitivinicola che fosse profondamente connessa alla cultura del territorio cilentano. La tenuta si estende su 97 ettari, di cui poco più di 20 vitati e il resto destinati a oliveto, frutteto, seminativi e bosco ceduo, e all’allevamento di 450 bufale per la produzione di latte e formaggi. L’attenzione per l’ambiente è maniacale: la conduzione in biologico vede l’utilizzo esclusivo di preparati biodinamici e la moderna cantina è dotata di un impianto di compostaggio che consente di produrre energia pulita. La gamma produttiva, creata con la consulenza di Riccardo Cotarella, è ampia e diversificata e da qualche anno è indirizzata con decisione verso la spumantistica di qualità. Gioì Extreme è l’ultimo nato di casa Pagano. Un metodo classico rosé da uve Aglianico, luminoso ed espressivo, caratterizzato da aromi di arancia candita, ribes, erbe officinali e nocciola tostata, dal sorso carnoso, fresco e iodato, con un piacevole ritorno agrumato.

Adele Granieri

Spumante Brut Lefteris Glinavos - Domaine Glinavos, Grecia

Siamo a nord della Grecia. Quasi ai confini con l’Albania. Qui trova la sua dimora un’azienda che nel corso del tempo ha saputo dare valore e vigore alla vitivinicoltura greca contemporanea. Il Domaine Glinavos nasce da un sogno, da una precisa volontà di permettere alla terra natìa di potersi esprimere al meglio attraverso i suoi frutti. Lefteris Glinavos studia nella migliore e più conosciuta scuola di Enologia, forse al mondo: a Bordeaux. Diventa enologo e per anni si concentra e dedica alla produzione di vino come consulente prima come patron poi. La produzione è di qualità grazie al desiderio di dare valore ad un territorio tanto amato. Nel 2009 inizia la produzione attenta di vini spumanti grazie anche al vitigno autoctono Debina, che molto bene si presta alla spumantizzazione attraverso il metodo Champenois. Il risultato è davvero degno di nota: il vino è vivo, brillante, di un’effervescenza luminosa che porta al naso delle fresche note di frutta bianca matura; al palato è cremoso con giuste note bilanciate che si muovono tra il citrico ed il lievito. Persistenza non lunghissima, ma costante. A tutto pasto, senza problemi.

Luca Turner

Vino Frizzante Rosato “turbolento”Granma - Casa Brecceto, Irpinia | Campania

Casa Brecceto è un’azienda agricola di Ariano Irpino creata quattro anni fa da tre amici appassionati di vino con il desiderio di produrre un solo prodotto di altissima qualità e con una materia prima iperselezionata. Spremere uva per sintetizzare nei calici sintesi delle loro terre di confine tra la Campania e la Puglia, equidistanti dal Mare Tirreno e  dall’Adriatico. Oggi i vini prodotti sono sei, tra i quali spicca un rosato frizzante denominato in etichetta “turbolento”. Bollicina frutto di un’attenta agricoltura biologica e biodinamica, 95% di Aglianico e 5% di Piedirosso. Le uve sono pressate con un torchio manuale aperto dopo una macerazione di 18 ore, senza alcun controllo di temperatura.  Fermentazione in acciaio con lieviti indigeni poi in bottiglia, dopo l’aggiunta del mosto. Appena 1200 bottiglie per testare un’effervescenza scalpitante ma gustosa. Al naso il lampone cattura l’olfatto per poi lasciare spazio alla violetta e, inaspettati cenni di polvere da sparo. All’assaggio scoppietta catturando le papille un frutto maturo, armonioso, morbido. Consigliamo di agitare la bottiglia prima della degustazione per equilibrare il naturale deposito del vino. Granma Rosato ti emoziona, sorso dopo sorso, incarnando la nuova tendenza di chi produce vino per palati esigenti e noi li ringraziamo.

Cinzia Benzi

Champagne Rosé 1er Cru Prestige - Duval-Leroy, Champagne | Francia

La Champagne è la regione dei miti secolari, delle maison intramontabili. Nel novero delle grandi firme ci sono le cantine che, per impostazione familiare e attaccamento alle tradizioni, rivestono un ruolo di trait d’union con il mondo strettamente artigianale dei vigneron. Duval-Leroy è l’emblema dell’azienda orgogliosamente a conduzione familiare: fondata nel 1859 da Edouard Leroy e Jules Duval a Vertus, comune della Côte des Blancs e terra di raffinatissimi e cesellati chardonnay, ha attraversato i secoli con l’intento di mantenere un proprio stile, identitario e raffinato. Nel 1991, anno della prematura scomparsa di Jean Charles Duval-Leroy, il timone passò alla giovanissima moglie Carol e ai tre figli, allora ancora bambini: JulienCharles e LouisCarol, dimostrando una determinazione fuori dal comune, diede ulteriore impulso alla maison che divenne decisamente a tinte rosa anche nella gestione della vinificazione. Le stesse tinte del Rosé 1er Cru Prestige: blend di pinot nero e chardonnay, che chiama all’olfatto i frutti rossi più succosi, dall’arancia sanguinella all’amarena, accompagnati da note piccanti di paprika e pepe rosa. Il sorso è equilibrato e fresco, maestoso senza essere distaccato, anzi coinvolgente e amichevole nella sua lunga scia fruttata. Girl power.

Alessio Pietrobattista

Spumante Metodo Classico Magy 2019 - Hermau, Val Chiavenna | Lombardia

Nel mondo delle uve PIWI (pilzwiderstandsfähig) – quelle resistenti alle malattie fungine – il vitigno Souvignier Gris è uno dei più intriganti. Creato dall’Istituto di Ricerca di Friburgo nel 1983 parte da incroci che portano a quello finale: Seyval x Zaehringer. Una versione tra le più avvincenti è quella di Maurizio Hermau, piccolo produttore chiavennasco dalle indubbie capacità interpretative che ben si colgono proprio nel caso di questo vitigno che dà vita a un Metodo Classico: Magy. Le uve vedono la coltivazione in parte sul versante terrazzato di Chiavenna e in parte nel Comune di Piuro. La prima fermentazione avviene con lieviti indigeni solo in acciaio. Rifermenta in bottiglia con lo stesso mosto della partita, senza zucchero di canna, non sboccato per avere l’antiossidante e conservante, naturale, in bottiglia. Prodotto senza solfiti sia sull’uva che in affinamento si presenta velato e leggermente aranciato. Segni prodromici di un naso in cui la frutta gialla e aranciata si rincorrono (melone, albicocca candita, litchi) con contrappunti erbacei e selvatici. La bocca gioca ovviamente sulle sfumature fruttate ma innervate da una vivace trama tannica che dona forza al centro bocca e dà lo start per un finale incisivo e asciutto.

Andrea Grignaffini

Spumante Brut Rosé Zoe 2016 - Tenute Pacelli, Calabria

Tenute Pacelli è una cantina innovativa e dinamica, protagonista “al femminile” del nuovo rinascimento enologico calabrese. La tenuta è incastonata tra le colline a nord di Cosenza, una gemma agricola ricca di filari e uliveti, con strutture settecentesche e moderni spazi accoglienza. La filosofia produttiva è tutta rivolta al rispetto della terra calabrese, con un uso ridotto di solforosa, tecnica del sovescio, pochissimi trattamenti in vigna e rispetto dei vitigni autoctoni come il Magliocco. Accanto a Francesco Pacelli e a Clara Percic hanno conquistato un ruolo oramai primario le figlie Carla e Laura. Al loro entusiasmo e alla loro competenza si affida una produzione tutta rigorosamente biologica, incentrata naturalmente sui rossi, ma all’interno della quale svettano con orgoglio straordinarie bollicine. Dietro al nome Zoe si celano tre etichette (Brut, Pas Dosé e Rosé) di incredibile charme e qualità. Difficile preferire una all’altra, affidiamo quindi all’ultimo nato il compito di rappresentare la malizia infinita di Zoe: 80% Riesling renano e 20% Magliocco, 50 mesi sui lieviti, una bollicina esuberante, materica, a tratti provocatoria, che al primo sorso sa rapire. Speziato e fruttato si fondono tra effluvi minerali ed erbacei, in un turbinio di straordinaria piacevolezza.

Bruno Petronilli

Spumante Brut NV Wiston Estate - Wiston Estate, West Sussex | Inghilterra

Wiston Estate e la famiglia Goring sono un indissolubile binomio la cui origine risale al 1743 e che, di generazione in generazione, si è tramandato sino ai giorni nostri. Oltre duemila ettari di terreno, nella contea del West Sussex, sulla costa sud-orientale dell'Inghilterra, da sempre adibiti a pascoli, boschi e colture agricole che nulla avevano a che vedere col vino. Questo fino al 2006, anno in cui sulle dolci colline delle South Downs, dove il gesso è l’indiscusso protagonista, vengono piantati i primi sei ettari di vitigni Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier per produrre vini spumanti. Da allora quella scommessa si è trasformata in una solida e apprezzata realtà vinicola. Come apprezzabile è il Brut non millesimato: 70% di uve provenienti dall’ultima vendemmia (per noi la 2017 con varietà 35% Ch, 35% PN, 30% PM), 30% di vini di riserva, vinificazione in solo acciaio, trentasei mesi sui lieviti e dosaggio 8 g/l. Fiori bianchi, frutti verdi e agrumi in primis, poi pesca e albicocca. Franco, verticale, teso. Degna introduzione al mondo degli english sparkling, oltre che perfetta sintesi della filosofia di questo produttore e del suo enologo Dermot Sugrue: classe 1974, irlandese di nascita, notevole cursus honorum in quel di Albione e carattere da vigneron d’oltremanica.

Luca Torretta

Champagne Cuvée Légende 2005 - Louise Brison, Champagne | Francia

Lo stile della Maison Louise Brison, situata nella Côte des Bar a Noé-les-Mallets, si basa sul connubio tra tradizione e innovazione. Oggi è condotta da Delphine Brulez, talentuosa produttrice, che porta avanti un lavoro basato sulla grande attenzione verso i 13 ettari di vigna in tutte le fasi produttive, nel rispetto della natura e del territorio, aspetto fondamentale per la produzione di vini puri e tradizionali. Delphine si è soprattutto concentrata su un minuzioso lavoro parcellare e sull’elaborazione di Champagne millesimati, assemblando parcelle e vitigni ma non le annate. Il Légende 2005 è il risultato di un blend in parti uguali tra Pinot Noir e Chardonnay vinificati ed affinati in Barrique borgogognone da 228 litri, con svolgimento parziale della fermentazione malolattica, e il dégorgement è avvenuto nel 2021 con un dosaggio zero, dopo un affinamento di 15 anni sui lieviti. All’olfatto piacevoli aromi di crema pasticcera, profumi fruttati di pesca, albicocca e agrumi canditi, un’elegante bouquet floreale di rosa, delicatamente iodato e mentolato, sentori di miele di zagara, cera d’api, sottilmente torrefatto e una note boisé arricchisce il corredo aromatico. Al palato è complesso, vibrante con una bella tensione, effervescenza cremosa, una bella salinità, con un finale ammandorlato di ottima persistenza e di grande piacevolezza di beva.

Manlio Giustiniani

Spumante Lessini Durello doc Extra 2013 - Giannitessari, Veneto

La Durella non è un vitigno facile. Ma se “addomesticata” può dare grandissimi risultati, per spumanti particolarmente eleganti e fini. Chi ha creduto molto in questa uva è Gianni Tessari, che nel 2013, dopo una lunga esperienza in quella che era l’azienda di famiglia, la Ca’ Rugate, ha deciso di prendere la sua strada e di “viaggiare in solitaria” con la Giannitessari di Roncà. Da subito ha voluto caratterizzare molto la sua produzione dedicandosi alla spumantistica, comprendendo fin da subito le potenzialità della Durella. Ma ci vuole tempo e pazienza.  La dimostrazione arriva dai suoi vini, tutti Metodo Classico: il Lessini Durello Brut Doc affina “solo” 36 mesi e sembra quasi fin troppo giovane, è tagliente e verticale, ma comunque si presta bene agli abbinamenti gastronomici. Ma la forza della Durella si nota tutta nell’Extra Brut 2013, dove i 60 (e più) mesi di affinamento sui lieviti riescono a domare questo vitigno così “duro” (come dice il nome), per renderlo fine, elegante ed equilibrato. Un vino dove il sentore del lievito è leggero, mentre poi esce una frutta fresca e una nota erbacea molto interessante. Acidità e freschezza sono colonne di un vino che, dopo tanta attesa, trova anche una complessità che equilibra il sorso.

Raffaele Foglia


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

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Identità Golose