22-01-2022
Le 5 etichette dedicate a un vitigno potente: Patricia, Flora, Trattmann, Curlan e Vigna Ganger - Foto: Alex Fils
Un’identità schietta, fortissimamente voluta e al contempo così spontanea, è possibile. Doverosa, persino quando si è in tanti, come i 200 soci viticoltori della Cantina Girlan, impegnati in 220 ettari nelle migliori zone produttive dell’Oltradige e della Bassa Atesina. La forgia il Pinot Noir, ambasciatore naturale, sì, ma valorizzato da una ricerca meticolosa e appassionata di questa cantina, raccontata in una degustazione dal presidente Oscar Lorandi e dall’enologo Gerhard Kofler, con l’aiuto di due delle cinque etichette legate a questo vitigno: Flora e Curlan.
Perché questa ricerca? Perché se già l’area è legata al Pinot Noir, si volevano mettere a fuoco microzone dove la qualità venisse ulteriormente esaltata, dove la voce del vitigno risuonasse con particolare armonia e autorevolezza. Tre quelle che sono state studiate e indicate, tracciando differenze che conducono a etichette con le proprie peculiarità, ma sempre nel solco ovviamente di un potente Pinot Noir.
Il paesaggio che circonda Cantina Girlan
Si parte da Girlan tra i 450 e i 500 metri sul livello del mare: sotto i depositi morenici, una roccia porfirica vulcanica. Poi Pinzon, dove domina una matrice calcarea e argillosa. L’altezza è di poco inferiore, tra i 400 e i 450 metri, e sono orientati verso sud-ovest. Infine, Mazon, dove si scende ancora – tra i 360 e i 430 metri – con terreni un po’ più argillosi ancora e dalle componenti calcaree.
Per la prima volta – hanno spiegato Lorandi (eletto presidente lo scorso novembre) e Kofler – si è dunque giunti a una classificazione così chiara. Cinque le etichette che ne sono scaturite (Patricia, Flora, Trattmann, Curlan e Vigna Ganger), due sono state presentate come interpreti particolarmente convincenti in questa sede.
Partendo da Flora Pinot Noir Riserva Südtirol - Alto Adige Doc 2019, le cui uve riunisce le tre microzone. La vendemmia è svolta rigorosamente a mano, utilizzando contenitori piccoli. Quindi la diraspatura, e il mosto è riempito per gravità in tini d’acciaio. La fermentazione alcolica dura una ventina di giorni. L’affinamento avviene in barrique per la maggior parte, e per una quota minore (il 30%) in piccole botti di legno. Infine, l’ulteriore passaggio i bottiglia per sei mesi. Di questo vino, colpisce la freschezza e l’eleganza insieme, un invito gradevole a conoscere un vitigno e il suo territorio.
Le cantine
Curlan Pinot Noir Riserva – Alto Adige Doc 2018, invece, fa vibrare la sua voce dalla microzona Girlan, anzi da tre parcelle selezionate. È sempre la raccolta a mano il filo conduttore, la si esegue a metà settembre quando le uve sono completamente mature. Qui l’affinamento avviene in barrique per 20 mesi, poi sempre un passaggio in bottiglia ma per 18 mesi. Il risultato è un vino dove ai frutti di bosco si unisce negli aromi il carattere più marcato delle spezie, l’acidità si accentua e anche il tannino trasmette la sua forza senza esitazioni, ma anche con una sua grazia: peculiarità che si faranno apprezzare a lungo, con un invecchiamento previsto di 15-20 anni.
Intanto la ricerca continua, come il rapporto speciale con il territorio. Oggi tutto è stato valutato, attraverso le condizioni meteo, le caratteristiche geologiche, la posizione dei vigneti e l’età delle piante. Ma quel “tutto” - con la natura che qui viene presa così sul serio, cioè con rispetto - non esiste: la ricerca della qualità ha sempre fatto parte della storia di Girlan e con il Pinot Noir (nel frattempo gli ettari sono raddoppiati, da 20 a 40 ettari) ha vissuto un capitolo importante, che spinge a misurarsi sempre più con la propria appartenenza e la propria capacità di guardare alle radici e al futuro con nitidezza. Del resto, c’è un compleanno importante che attende la cantina: il primo secolo di vita, nel 2023.
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responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
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