Gaia Giordano
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I vigneti delle Cantine Terlano e Andriano distano solo 4 chilometri, ma i vini sono estremamente diversi
Sono 4 chilometri di distanza. Ma, assaggiando i vini, sembra che Cantina Terlano e Cantina Andriano siano ben più lontane, anche se la qualità di entrambe è elevatissima.
Terreni, o meglio, terroir molto diversi per due realtà altoatesine che dal 2008 sono unite a livello societario, dopo l’acquisizione di Andriano da parte di Terlano.
L'enologo Rudi Kofler
A spiegare le due anime della stessa famiglia sono stati l’enologo Rudi Kofler, da 20 anni a Terlano, e il direttore commerciale Klaus Gasser, con alle spalle 27 anni di esperienza nella cantina altoatesina: «Abbiamo voluto presentare i nostri vini più importanti – ha spiegato Gasser – per un viaggio su due terreni e climi molto differenti».
La Cantina Andriano, da qualche tempo diventata un'unica realtà con Cantina Terlano
Il primo vino in degustazione è di Cantina Andriano, il Doran Riserva 2018, Chardonnay in purezza. «Noi siamo fan della Borgogna – racconta Kofler – e cerchiamo la verticalità e una nota di pietra focaia. Crediamo sia un vino che si evolverà molto bene. Effettua la fermentazione alcolica, ma anche la malolattica, in tonneaux, dove poi rimane per un anno, prima di essere portato per qualche mese in acciaio. Utilizziamo un terzo di legno nuovo, il resto di secondo passaggio. La nostra idea è quella di un vino elegante e potente allo stesso tempo».
Al sorso, poi, la spiccata acidità diventa un fattore decisivo a equilibrare una struttura importante, che gli dà una grande prospettiva per il futuro. Se l’idea era quello di realizzare uno Chardonnay importante, sembra che l’obiettivo sia stato centrato in pieno.
Le bottiglie in degustazione
Un vino tanto ricco e complesso, che è persino difficile da descrivere: stiamo però parlando di un’ampiezza di profumi che non invade, ma che avvolge, passando dalla frutta alle erbe aromatiche, dalla pera al pepe bianco, con una nota di vaniglia e un tocco fumé. In bocca esprime, tramite la sapidità, l’energia del terreno porfirico, con un sorso profondo ma non aggressivo.
Sebastian Stocker, l'enologo che realizzò il metodo di produzione del Rarity
All’assaggio l’acidità del Pinot Bianco la fa da padrona, e guida il sorso con una bevibilità straordinaria e con la certezza di una lunga vita davanti.
Terlano e Andriano sono le due facce della stessa medaglia: una medaglia preziosa, di grande valore, che permette di capire appieno le potenzialità non solo delle due cantine, ma dell’intero Alto Adige.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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