05-03-2021
Il Pinot Nero è il vitigno che caratterizza le produzioni di Tenuta Mazzolino
Quella di Tenuta Mazzolino è una storia di grandi intuizioni e amicizie. Una storia che ha permesso di portare l’azienda a essere una dei punti di riferimento del Pinot Nero in Oltrepò Pavese, e a ben guardare in tutta Italia.
La prima intuizione fu di Enrico Braggiotti quando venne sulle colline pavesi alla ricerca di un luogo appena fuori Milano dove poter riunire tutta la famiglia. E quando individuò la collina di Mazzolino, raggiunse il suo primo obiettivo.
Francesca Seralvo ha raccolto l'eredità del nonno Enrico Braggiotti
E così fece: la prima annata del Noir esce nel 1985. Ma non è finita. «L’ambizione di mio nonno, che aveva origini francesi, era quella di fare il miglior Pinot Nero d’Italia. Un giorno, era il 1999, leggendo Le Figaro, s’imbatte in un articolo che parla di Kyriakos Kynigopoulos come enologo emergente della Bourgogne».
L'enologo Kyriakos Kynigopoulos
Sembra quasi la scena di un film. Il giovane enologo sale sulla sua Peugeot, non proprio l’ultimo modello, e parte in direzione Corvino San Quirico. Ora, oggi arrivare alla Tenuta, grazie ai Gps, non è così difficile. Ma nel 1999 Kyriakos Kynigopoulos non aveva navigatori e cellulari. Inoltre non sapeva l’italiano. Ah, c’era anche la nebbia.
Le bottiglie di Noir del 1985
Inutile aggiungere che poi Kyriakos Kynigopoulos divenne uno dei più importanti enologi della Bourgogne, conosciuto come l’uomo che rivoluzionò il modo di produrre il Pinot Nero.
In cantina Stefano Malchiodi, Francesca Seralvo e Kyriakos Kynigopoulos
Bisogna ricordare che l’Oltrepò Pavese è la terza regione al mondo per la produzione di Pinot Nero: un potenziale che, purtroppo, non tutte le aziende hanno saputo sfruttare puntando esclusivamente sulla qualità.
Tenuta Mazzolino si trova a Corvino San Quirico
È uno spumante che proprio grazie alla sua bollicina fine, alla freschezza e a una piacevole leggera sapidità finale, ha una bevibilità ottima unita a una notevole lunghezza. Il tutto con un bouquet elegante e piuttosto complesso.
Infine il Noir, il vino di punta. «L’affinamento è di 12 mesi in legno e poi almeno due anni di bottiglia – spiega Malchiodi – La tonnellerie, su indicazione di Kyriakos Kynigopoulos, realizza delle tostature specifiche, con temperature basse e lunghe, in modo tale che la doga della barrique sia tostata interamente e lavori per 5 anni. Ogni anno, infatti, ci sono solo il 20% di botti nuove, che entrano in rotazione».
La parola chiave è sicuramente longevità (tanto che in cantina l’azienda ha tutte le annate vecchie e, in vendita, almeno 35 annate differenti), ma il Pinot Nero si esprime in eleganza fin da subito. Già piuttosto equilibrato al sorso, trova la sua forza nella profondità, che permette di avere sentori anche balsamici in retrolfattivo. Ne vengono prodotte 8mila bottiglie all’anno, per un prezzo di 28 euro.
Stefano Malchiodi con Francesca Seralvo
«L’insegnamento più importante è lasciare che un vino si esprima – chiosa Malchiodi – Su questi suoli basta lasciar fare ai terreni». Ma per questo ci vuole anche bravura.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Raffaele Bonivento
L’idea di Appius è una sintesi di acini selezionati provenienti dai vigneti storici del comune di Appiano che in latino fa Appius
Il grappoloprotagonista dell'evento Oltrepò-Terra di Pinot Nero, il 25 settembre scorso a Casteggio (Pavia)