Victor Lugger (con Alberto Suardi e Andrea De Michele)
Okra affumicato, gamberi crudi e caviale di okradi Roberta Sudbrack
Primo piano Golosi di Identità e il Brain Food Forum S.Pellegrino: ecco le novità appena "atterrate" su Identità Digitali
Bruno Vespa con la moglie Augusta Iannini e i figli Alessandro e Federico. Tutti con un calice di vino in mano, grande passione di famiglia
Bruno Vespa non ha mai avuto un proprio profilo Instagram (i suoi collaboratori: «Ha già la Rai per parlare, gli bastava quello»). L'ha inaugurato da pochi giorni proprio in occasione della chiacchierata con Paolo Marchi, durante l'ormai consueto appuntamento quotidiano di quest'ultimo, alle 16, sull'Instagram di Identità Golose. «Sono molto felice di aver esordito con voi», dice il popolare giornalista, che in questo caso ha dismesso i panni dell'esperto di politica e televisione per vestire quelli - gli calzano peraltro a pennello - di produttore di ottimi vini, a marchio Vespa - vignaioli per passione.
Passo indietro, anni Ottanta. Marchi e Vespa sono chiamati a far parte della giuria del Premio Antico Fattore, nato nel 1931 a Firenze, vinto tra gli altri da Premi Nobel come Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, poi tra alterne vicissitudini rivitalizzato da qualche anno dall'Accademia dei Georgofili, leggi qui. Marchi: «Notai in quell'occasione come, tra tanti grandi esperti di enogastronomia, tu Bruno fossi colui che più di tutti prestava attenzione al vino. Questa passione era in te già allora...». Vespa conferma: «Bel ricordo. Fu in quell'occasione che scoprii per la prima volta il Cibreo. In effetti ho sempre avuto un grande amore per il vino, ma decisiva è stata l'amicizia con Luigi Veronelli, mio maestro di bicchiere. Già negli anni Settanta Gigi mi ha fatto appassionare ai cru, ai monovitigni, mi consigliava quali bottiglie bere tutti i giorni, quali invece tenere per le grandi occasioni... Io non mi sono mai considerato né mi considero un esperto; ma è stata questa conoscenza accumulatesi nei decenni a spingermi a scrivere anche di vino».
Luigi Veronelli
Ciò non gli ha impedito - anzi, forse l'ha stimolato - a diventare lui stesso vignaiolo. «Non avrei mai pensato di "saltare il fosso", non l'ho fatto nemmeno in politica. Eppure... Un decennio un gruppo di amici mi coinvolse in una bella opportunità in Puglia. Ci scommisi ma durò pochissimo. Che peccato». Però il dado era tratto, «fu in effetti l'innesco decisivo: qualche anno fa con la mia famiglia ho acquistato una masseria del Cinquecento (Masseria Li Reni, che è diventata anche luogo d'ospitalità, con suites e due piscine, ndr), poi ho comprato alcune vigne nei dintorni, ne ho impiantate altre, eccetera». Il tutto a Manduria, provincia di Taranto, «in un'area dove c'è forte concentrazione di Tre Bicchieri», ossia Felline, Produttori di Manduria, poco lontano Varvaglione 1921, Cantine San Marzano, «un grande come Gianfranco Fino sta costruendo la sua nuova cantina proprio di fronte alla nostra masseria». E Tre Bicchieri ha ottenuto anche il Primitivo di Manduria Raccontami 2017 di Vespa - vignaioli per passione.
Masseria Li Reni
Vespa con Riccardo Cotarella
La passione di Bruno Vespa per il vino procede di pari passo con quella per il cibo. «Mi piace di tutto, mangio di tutto tranne i crudi, per ragioni di salute. Sono molto curioso. Apprezzo la cucina raffinata come anche quella più semplice. Il mio piatto preferito? Sono abruzzese, dunque i Maccheroni alla chitarra col sugo di castrato». E rivela un aneddoto: «Oltre che vignaiolo, sarei potuto anche diventare ristoratore. È il mio grande rimpianto. Anni fa ero di casa alle Tre Marie, eccellente punto di riferimento della cucina aquilana. Il proprietario Paolo Scipioni, ormai anziano (è venuto a mancare nel 2018, ndr), avrebbe voluto vendermelo, io ero pronto a comprarlo proprio per tenere questo indirizzo in piedi. La cosa non andò in porto perché il ristoratore che lo avrebbe dovuto gestire mi diede una fregatura all'ultimo momento, cambiò le carte in tavola. Da una parte è andata meglio così, perché poi il locale avrebbe subito le conseguenze del terremoto. Ma sentimentalmente mi è molto dispiaciuto».
Il Rognone grigliato con sorbetto di senape abbinato da Massimiliano Alajmo col Primitivo di manduria Raccontami di Bruno Vespa
Ultima domanda: ma perché la politica fa così fatica a prendere sul serio la ristorazione italiana. Lo si è visto nel corso di quest'emergenza: pochissimi aiuti alla ristorazione... «Quando tu abbatti gli argini e puoi spendere ciò che vuoi, i ricchi spendono più dei poveri. Macron investe 18 miliardi sul turismo, noi solo 2 e non perché siamo cattivi, ma perché non ne abbiamo di più. I francesi hanno capito che il turismo e la ristorazione sono asset strategici; noi, per dare maggior sostegno a questo settore, avremmo dovuto scontentarne qualcun altro, cosa difficilissima, in Italia è dura operare scelte drastiche».
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera
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