Una collinetta che raggiunge i 450 metri di altezza, circondata dai vigneti (21 ettari, per l’esattezza). Un vento fresco che si alza ogni pomeriggio dopo le cinque nella Valle Camertina e la linea degli Appennini in lontananza. Un terreno medio argilloso e la forte escursione termica diurna.
Siamo nelle Marche e queste sono le caratteristiche di Collestefano, toponimo e nome dell’azienda che produce dal 1998 il suo Verdicchio di Matelica.
La prima annata, solo 7mila bottiglie (a oggi la produzione ne conta circa 120mila) è stata venduta quasi porta a porta da
Fabio Marchionni, una laurea in agronomia con specializzazione in enologia, un’esperienza di lavoro in Alsazia e la volontà, insieme alla moglie, di recuperare i terreni di famiglia e produrre vino di qualità.
Partiti con una vecchia automobile carica di vino, i due hanno iniziato il giro dei tanti ristoranti della vicina costa, primi fra tutti i locali della passeggiata a mare di Senigallia («con Uliassi che è stato fra i primi a darci fiducia e metterci in carta!»).
«Ricordiamo il momento in cui dicemmo che avremmo trasformato il garage in una cantina - ci dicono -. Ci hanno presi per matti: due giovani senza una lira, ma noi avevamo un progetto ben chiaro in mente». Di acqua sotto i ponti ne è scorsa, e nel 2007 la proprietà è passata dai 3 ettari iniziali alla sua attuale dimensione e capacità produttiva finché nel 2010 è arrivata anche la cantina nuova, attualmente utilizzata per la vinificazione.
Le vigne di Collestefano, biologiche dal 1995, producono soprattutto Verdicchio di Matelica, che fa soltanto il passaggio in acciaio: un vino piacevolissimo e con una complessità che non ci si aspetterebbe da un prodotto imbottigliato presto e consumato solitamente da giovane, con una nota agrumata e frutto croccante accompagnato dal finale salato (dopotutto il mare, in linea d’aria, non è poi così distante).
A
Collestefano si produce anche un Metodo Classico, uno spumante Extra Brut non dosato da uve 100% di Verdicchio di Matelica, in commercio dal 2012 dopo qualche anno di esperimenti e nato dalla passione della famiglia
Marchionni per le bollicine.
Si tratta di 10mila bottiglie all’anno (che vanno a ruba!) e la presa di spuma del 2018 uscirà fra 3 anni. Completa la gamma delle etichette il Rosa di Elena, un rosato a base di Sangiovese e Cabernet cui si aggiunge una piccola percentuale di altre uve.
Collestefano con i suoi vini, che nascono quasi al confine con l’Umbria, è una delle aziende di riferimento della zona e offre uno spunto interessante per una comparazione fra il più celebre Verdicchio dei Castelli di Jesi e quello di Matelica, una DOC circa 10 volte più piccola in quanto a ettari vitati ma storica, che ha compiuto cinquant’anni nel 2018 e che merita di essere approfondita e un posto sugli scaffali delle enoteche e sulle carte dei vini. Non solo nelle Marche.