Stefano Guizzetti
La vie en rosedi Sang Hoon Degeimbre
Ricette d'autore Nervetti con legumi misti, salsa verde e santoreggia è il Piatto del 2023 di Oliver Glowig
Uno scorcio dei vigneti di Collestefano
Una collinetta che raggiunge i 450 metri di altezza, circondata dai vigneti (21 ettari, per l’esattezza). Un vento fresco che si alza ogni pomeriggio dopo le cinque nella Valle Camertina e la linea degli Appennini in lontananza. Un terreno medio argilloso e la forte escursione termica diurna.
Siamo nelle Marche e queste sono le caratteristiche di Collestefano, toponimo e nome dell’azienda che produce dal 1998 il suo Verdicchio di Matelica.
Fabio Marchionni
Partiti con una vecchia automobile carica di vino, i due hanno iniziato il giro dei tanti ristoranti della vicina costa, primi fra tutti i locali della passeggiata a mare di Senigallia («con Uliassi che è stato fra i primi a darci fiducia e metterci in carta!»).
Le vigne di Collestefano, biologiche dal 1995, producono soprattutto Verdicchio di Matelica, che fa soltanto il passaggio in acciaio: un vino piacevolissimo e con una complessità che non ci si aspetterebbe da un prodotto imbottigliato presto e consumato solitamente da giovane, con una nota agrumata e frutto croccante accompagnato dal finale salato (dopotutto il mare, in linea d’aria, non è poi così distante).
Si tratta di 10mila bottiglie all’anno (che vanno a ruba!) e la presa di spuma del 2018 uscirà fra 3 anni. Completa la gamma delle etichette il Rosa di Elena, un rosato a base di Sangiovese e Cabernet cui si aggiunge una piccola percentuale di altre uve.
Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo