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Alcune celebri etichette di Domaine Faiveley
Borgogna: un nome che al solo evocarlo suscita intese emozioni in qualsiasi appassionato di vino, sia esso neofita o navigato esperto. Una terra dove le uve pinot nero e chardonnay si esprimono ai massimi livelli attraverso alcune tra le più rinomate eccellenze enologiche al mondo. Una regione vitivinicola tanto affascinante quanto complessa, legislativamente regolamentata, ma non per questo limitata, da un rigido sistema piramidale di classi di merito, che dalla denominazione regionale culmina nei singoli vigneti di qualità superiore, in un’affascinante mosaico di villages, clos, climats e lieux-dits, tra vignerons, domaines e negotiants.
Panoramica sui vigneti Domaine Faiveley
Subentrato nel 2005 al padre François, Erwan Faiveley ha subito deciso di imporre una svolta stilistica alla produzione di famiglia con l’obiettivo di trasformare vini molto importanti, e destinati a lunghissimi invecchiamenti prima di poter essere goduti, in vini che potessero essere bevuti e apprezzati in tempi più brevi. Una modernizzazione, in un certo senso, da attuare senza comunque stravolgere le metodologie produttive e le espressioni tradizionalmente proprie del terroir borgognone e delle sue tanto illustri quanto stimate etichette. Senza inoltre tralasciare l’accresciuta importanza per il rispetto e la tutela ambientale che in Domaine Faiveley si traducono in un approccio alla vigna il meno interventista possibile e nella certificazione bio attualmente pari al 75% dei suoli di proprietà.
Da sinistra Carl-Stéphane Cercellier, Massimo Sagna, Jérôme Flous, Leonardo Sagna
Protagonisti principali dell’evento sono stati vini della vendemmia 2016 che in Borgogna è stata caratterizzata da condizioni meteorologiche contrastanti, quali un inverno mite seguito da una primavera molto piovosa e caratterizzata anche da alcune gelate. Il ciclo vegetativo è stato quindi lento e la raccolta necessariamente tardiva per attendere la perfetta maturazione delle uve, arrivata grazie ad un’estate calda e con precipitazioni inferiori alla media. Non sono comunque mancate etichette provenienti da altre annate quali: 2015 (vendemmia con condizioni particolarmente favorevoli e tali da consentire ai vini ottime potenzialità di invecchiamento), 2009 (uve di eccellente maturità per vini morbidi ed equilibrati) e 2007 (millesimo forse dall’andamento più insolito dell’ultima decade, ma in grado di esprimere vini tanto intensi e strutturati, quanto fini e armonici).
Millesimo 1974, una laurea in Ingegneria civile e un’innata passione per cocktails, distillati e vini, che non si stanca mai di scoprire, conoscere e degustare. Instagram luca.torretta
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo