01-12-2017
La faccia bella e sorridente, ma soprattutto piena di entusiasmo, del vino in questo momento in Italia si chiama Fivi. Ora, non che chi non fa parte della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti sia “brutto e antipatico”, sia ben chiaro, ma di certo all’interno del gruppo più “trendy” del momento si respira un’aria di collaborazione e di partecipazione davvero interessante, senza essere in competizione con altri enti o associazioni.
Un aspetto che si è potuto notare durante il Mercato dei vini di Piacenza, che si è svolto nel fine settimana del 25 e 26 novembre scorso, e che ha visto la partecipazione di 501 vignaioli sui circa 1100 aderenti alla Federazione, che devono rispettare una regola: “Il Vignaiolo Fivi coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”.
La manifestazione di Piacenza ha visto l’ingresso di 15mila visitatori, seimila in più rispetto all’anno passato. Il vicepresidente di Fivi, Gaetano Morella, sentito durante la fiera, si guarda attorno: «Forse dovremmo ripensare agli spazi – spiega con un sorriso, soddisfatto del risultato ottenuto – Più di 500 vignaioli quest’anno non potevamo accogliere. Ma credo che sia uno di quei momenti assolutamente imperdibili, per noi che crediamo a questo progetto. Il Mercato dei vini, infatti, è l’unica fiera in Italia organizzata dai produttori a favore dei produttori, senza intermediari di mezzo. E’ un momento, durante l’anno, di confronto tra di noi».
Gaetano Morella con la moglie Lisa Gilbee
Dai più piccoli ai più grandi, qui sono tutti uguali: stesso spazio, stesso banchetto, disposizione “casuale” ogni anno differente, in modo da evitare di “ghettizzare” i vari produttori secondo area o tipologia di produzione: un “caos controllato” voluto dalla stessa Fivi per permettere di avere uno sguardo davvero d’insieme del progetto condiviso.
Luca Ferraro
Dei vini di Bele Casel, da provare il Colfòndo: «Un tempo era considerato come un Prosecco di seconda fascia, da vendere solo in cantina. Ora nella zona tutti abbiamo invertito la rotta ed è diventato un motivo di orgoglio».
Andrea e Matteo Miotto
La conclusione è della presidente Matilde Poggi: «Siamo convinti che il successo crescente del Mercato sia la diretta conseguenza della credibilità che ci stiamo guadagnando a livello istituzionale, in Italia come in Europa. Abbiamo le scarpe grosse e il cervello FIVI, le mani nella terra e la testa rivolta a una causa comune».
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose