06-06-2016
Il francese Paul Pairet è lo chef dell'Ultraviolet di Shanghai: amato dai colleghi, propone un format originalissimo che coniuga cibo, immagini, suoni, emozioni. Non per tutti, ma... Ce ne parla Alessandra Gesuelli
Persino il numero uno in Asia, Anand Gaggan (ne abbiamo parlato qui), ha temuto per un attimo che il primo posto finisse in Cina, quando a Bangkok veniva annunciata la top ten agli Asia’s 50 Best Restaurants del 2016. D’altra parte le voci che volevano Paul Pairet tra i favoriti per il primo posto erano circolate insistenti (alla fine, si è aggiudicato lo Chefs' Choice Award). Vedremo ora come si piazzerà nella classifica mondiale al World’s 50 Best Restaurants di New York la notte del giugno. Perchè da quando ha aperto il suo Ultraviolet a Shanghai, nel 2012, Pairet non ha mai smesso di far parlare di sé.
Francese, cosmopolita, innamorato dell’Asia. Ha iniziato a mettersi in mostra al Paris Cafe Mosaic dove è approdato dopo una esperienza in giro per il mondo. Qui a notarlo è stato Alain Ducasse che lo ha voluto al Ritz Carlton di Istanbul. Nel 2005 l’Asia lo ha chiamato e così è iniziata la sua avventura a Shanghai. E’ del 2009 l’apertura del ristorante di cucina francese Mr & Mrs Bund, informale e innovativo, dove propone classici e rivisitazioni e ha fatto innamorare di sé la metropoli cinese, scalando in poco tempo le classifiche dei critici in Asia. Per 15 anni però Pairet ha coltivato anche un ulteriore sogno e lo ha realizzato nel 2012, con l’apertura di Ultraviolet.
Quattro dei "travestimenti" possibili della sala dell'Ultraviolet
Lo spazio di Ultraviolet è pensato così: si prenota online, c’è un unico tavolo per dieci persone, 20 piatti e due menù, UVA e UVB. I clienti arrivano tutti insieme, la location è formalmente segreta, e gli ospiti vi sono condotti con un van dal meeting point, che è poi l’altro ristorante di Pairet. I prezzi? Non economici, partono da 500 euro a persona.
Tomato Mozza and Again
Certo, l’esperienza si paga, e poi, tra i clienti c’è chi si commuove di fronte a una immagine, a un odore che rimanda ai propri ricordi. E questo mica capita altrove. «Il menu e la creazione dei piatti per me arrivano per primi, le immagini e tutto il resto sono secondari, quindi è il gusto a prevalere su tutto il mio lavoro creativo, da qui le tecniche che scelgo. Come nel mio Tomato Mozza and Again: due piatti gemelli, presentati insieme, che si rivelano diversi al sapore, uno salato e uno dolce ma con ingredienti in comune, uno con pomodoro e mozzarella, l’altro con frutti rossi, mozzarella e polpa dolce di pomodoro».
Leggi anche: Viaggio al centro della terra con Pairet, di Claudio Grillenzoni
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Giornalista e scrittrice di viaggio. Ha visitato quasi cento Paesi e ne parla sulle maggiori testate nazionali. Collabora con le riviste Marco Polo e Bell’Europa e per le pagine viaggi de Il Giornale. Online la si trova anche sul portale The Travel News e sul suo blog Viaggiale
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