05-02-2025

Cibo, olio, vino: l'Essentia della Sicilia, Regione Europea della Gastronomia 2025

Abbiamo partecipato a Essentia, progetto voluto dall'Istituto regionale del vino e dell'olio. «La nostra terra è un brand che funziona, Essentia-Sicily Taste&Travel ci aiuterà a crescere tutti insieme». A partire dalla viticoltura eroica dell'Etna...

Intorno al vulcano dell'Etna, il più grande d

Intorno al vulcano dell'Etna, il più grande d'Europa, i vitigni si coltivano manualmente, senza l'utilizzo di macchinari

Quello da poco iniziato è un anno d'oro per la Sicilia, al centro dell'attenzione internazionale per due “titoli” che sono un'imperdibile opportunità di crescita e visibilità: non solo Agrigento è la capitale italiana della cultura ma la Sicilia può fregiarsi del titolo di Regione Europea della Gastronomia 2025, conferitole dall'Interenational Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism (Igcat). Un motivo d'orgoglio ma anche la responsabilità di valorizzare un territorio tra mari, monti, isole e vulcano: la Sicilia non è solo meta privilegiata per soggiorni balneari e scoperte culturali, ma è anche un centro di eccellenza culinaria e vinicola. Anche in questo caso c'è un dato importante a sostenerlo: nell'ultimo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano la Sicilia è tra le prime cinque regioni più visitate come destinazione legata al buon cibo e al buon vino, risvegliando, in particolare, l'interesse di una clientela giovane.

A sottolinearne l'importanza è stato Salvatore Barbagallo, assessore regionale dell'Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea: «La centralità di cibo, vino e olio nell'esperienza di viaggio è un'evidenza condivisa sia dai turisti italiani che stranieri». E così è nato il progetto Essentia-Sicily Taste&Travel, un'iniziativa strategica che vede per la prima volta l'Irvo (Istituto Regionale del Vino e dell’Olio) al fianco di 22 aziende siciliane del settore olivicolo e vitivinicolo per promuovere le eccellenze dell'isola. 

Essentia-Sicily Taste&Travel è il progetto voluto dall'Istituto regionale del vino e dell'olio per valorizzare ulteriormente il territorio

Essentia-Sicily Taste&Travel è il progetto voluto dall'Istituto regionale del vino e dell'olio per valorizzare ulteriormente il territorio

«Essentia – spiega l'assessore – è un punto di partenza fondamentale per rafforzare il legame tra i nostri prodotti e il territorio, creando una rete capace di far crescere l'intero sistema Sicilia. Vogliamo far conoscere le nostre eccellenze al mondo, valorizzandole non solo come prodotti ma anche come espressione della nostra cultura e tradizione». Un progetto articolato che coinvolge tutto il buono e il bello della Sicilia per portare nuovo turismo ma anche per creare maggiori connessioni tra le realtà sul territorio. «Il nostro obiettivo - mi ha spiegato Vito Bentivegno, fresco direttore generale Irvo - è quello di fare squadra, trovare sinergie comuni e collaborare insieme, senza imposizioni ma con lo strumento del confronto e del dialogo. Vogliamo entrare nel futuro ma con i piedi ben saldi nelle tradizioni. Vino e olio raccontano tanto del nostro territorio e fanno cultura, proprio come l'arte dei muretti a secco o quella dei pupi. Ogni angolo della nostra regione è un racconto particolare a 360 gradi e noi vogliamo consolidare il nostro ruolo di promotori delle eccellenze Made in Sicily. La Sicilia è un brand che funziona, abbiamo voluto Essentia per dargli ancora più vigore e per sentirci tutti parte dello stesso obiettivo: crescere insieme». 

Da sinistra, Salvatore Barbagallo, assessore regionale dell'Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, e Vito Bentivegno, direttore generale dell'Irvo

Da sinistra, Salvatore Barbagallo, assessore regionale dell'Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, e Vito Bentivegno, direttore generale dell'Irvo

L'assessore Barbagallo sottolinea come nelle attività legate alla terra non bisogna mai dare nulla per scontato: «Il 2024 è stato per l'agricoltura e la zootecnia siciliane un anno di estrema emergenza idrica. Come assessorato ci siamo impegnati in sostegni economici e abbiamo rafforzato il lavoro di ricerca che riteniamo fondamentale. Per questo collaboriamo attivamente con le università di Catania e Marsala e a Catania vogliamo aprire un'altra sede dell'Irvo. Vino e olio sono forze motrici del nostro turismo enogastronomico e mi piace prendere come esempio la viticoltura eroica del territorio dell'Etna, dove la vite si arrampica su terreni scoscesi e vulcanici, con pendenze estreme fino ad oltre 1000 metri d'altezza. Qui tutto è fatto a mano, le pendenze impediscono l'utilizzo di macchinari e la fatica “umana” è proprio il valore aggiunto di questi vini. Fino a pochi decenni fa la produzione etnea veniva usata per tagliare i vini piemontesi e francesi, oggi si è conquistata così tanta consapevolezza di qualità da essere il terzo territorio d'Italia in fatto di vini più attenzionati e importanti dopo il Barolo e il Brunello. Questo è un successo che non può andare disperso ma incentivato. Anche per questo abbiamo in essere un piano di sviluppo rurale aperto ai giovani sotto i 35 anni perché non abbandonino la terra, ma se ne prendano cura proseguendo l'arduo lavoro dei loro avi». 

Le Cantine Nicosia sono affiancate da una propria osteria guidata dallo chef Salvo Baudo con un mantra: il vino non accompagna il cibo ma lo guida in un percorso strettamente legato al territorio e alla memoria

Le Cantine Nicosia sono affiancate da una propria osteria guidata dallo chef Salvo Baudo con un mantra: il vino non accompagna il cibo ma lo guida in un percorso strettamente legato al territorio e alla memoria

E i primi a toccare con mano la forza del progetto Essentia sono stati operatori del settore e buyer coinvolti in un viaggio multisensoriale ed esperienzale partito da Palermo che, se non è stato aiutato dal bel tempo, ha trovato nella concretezza del territorio le risposte cercate: sotto il profilo dell'ospitalità, delle suggestioni architettoniche, delle tracce antiche amalgamate al presente in un percorso identitario e autentico che ha fatto toccare con mano perché in Sicilia si beve e si mangia bene. Andarlo a scoprire intorno alla maestosità selvaggia dell'Etna, il vulcano attivo più grande d'Europa e Patrimonio dell'Unesco dal 2013, è stata una bella sorpresa: Essentia-Sicily Taste&Travel è stato costruito bene, con personale multilingue, esperienze in vigna e uliveto, degustazioni, resort spesso abbinati agli stessi produttori. All'ombra dell'Etna, il gigante inquieto con oltre 400 crateri, è presente il Consorzio di tutela vini Etna Doc che coinvolge 20 Comuni, 133 contrade, 1.291 ettari di terreno, 162 produttori imbottigliatori, una produzione annua di 5,8 milioni di bottiglie e l'obiettivo di perseguire il benessere equo e sostenibile. «Crediamo – spiega il Consorzio - che il progresso della società debba avvenire non soltanto da un punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. Vogliamo che il nostro operato contribuisca al miglioramento tangibile della vita delle persone sotto tutti questi aspetti». Succede, per esempio, alle Cantine Nicosia, nel comune di Trecastagni, alle pendici del vulcano: fondate nel 1898, sono giunte alla quinta generazione con i giovani fratelli Graziano e Francesco, un ponte tra passato e futuro. L'azienda si estende per 20 ettari sul Monte Gorna, a 700 metri d'altezza, suolo vulcanico e sabbia vulcanica al 99%. Il vigneto è costituito prevalentemente da Carricante e Catarratto che sono le due varietà che in blend formano l'Etna Bianco Doc e da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio per l'Etna Rosso Doc, ma senza trascurare gli spumanti con il metodo classico (da provare il Sosta Tre Santi Etna Doc Brut, affinato per 36 mesi con lieviti in bottiglia).

Fondate nel 1898, le Cantine Nicosia sono giunte alla quinta generazione: oggi i fratelli Graziano e Francesco sono un ponte tra passato e futuro

Fondate nel 1898, le Cantine Nicosia sono giunte alla quinta generazione: oggi i fratelli Graziano e Francesco sono un ponte tra passato e futuro

La sostenibilità e uno sguardo diverso alla produzione sono tangibili con la linea Bio Vegan che impiega esclusivamente sostanze di origine vegetale, ma qui si è già ben radicato anche un punto di forza del progetto Essentia: vino e cibo si guidano reciprocamente nell'annessa Osteria, nel circuito Slow Food con 110 coperti, affidata allo chef Salvo Baudo, 49 anni, che in questa terra ci è nato conservandone viva la memoria. «Ricordo ancora – mi racconta Salvo – quando a colazione papà mi metteva seduto sul tavolo. Avevo solo 3 anni, aspettavamo il rientro della mamma dal pollaio: lui mi versava un goccio di vino rosso nell'uovo alla coque». E aggiunge: «La mia è una cucina rivisitata dove la memoria tiene le fila a tutto, con prodotti a km zero esclusivamente del territorio, in particolare quelli poveri. Siamo noi chef che dobbiamo inseguire madre natura e non viceversa, anche per questo il mio menù cambia ogni 2 o 3 mesi ma il sugo della nonna vince su tutto!». A proposito del legame con il territorio, la ricerca e il ricordo vogliamo evidenziare il Cannolo di caponata con mollica San Bernardo. «La ricetta della mollica – sottolinea lo chef – arriva da un monaco benedettino, il piatto è completato da cioccolato di Modica, zucchero e aceto rosso, tutto cotto a bagno maria per farlo sciogliere». Spettacolare l'Etna, un finto arancino di patata ripieno di funghi porcini, al profumo di tartufo e fonduta di caciocavallo ragusano Dop. Qui tutto “profuma” di Made in Sicily, dalla mortadella di asino ragusano al salame di Sant'Angelo di Brolo, dal finocchietto dell'Etna alle immancabili polpette al sugo della nonna. Con una formula precisa: il vino delle tenute Nicosia non accompagna il cibo, ma lo guida in un percorso che diventa appunto... Essentia siciliana.
Le cantine Cottanera per rafforzare il concetto di enoturismo hanno affiancato la Dimora, 13 stanze, una diversa dall'altra, immerse nella bellezza del vigneto

Le cantine Cottanera per rafforzare il concetto di enoturismo hanno affiancato la Dimora, 13 stanze, una diversa dall'altra, immerse nella bellezza del vigneto

Sempre a Trecastagni ci sono le Cantine di Nessuno: sul biglietto da visita hanno “Fuori dall'ordinario”. Il perchè te lo spiega Seby Costanzo, architetto catanese, che con l'amico Giuseppe Brancatelli, ingegnere informatico, e l'entusiasmo dei rispettivi figli Gianluca e Paolo da 12 anni ha intrapreso il progetto “eroico” su 10 ettari di vigneti autoctoni (Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Catarratto) sul versante Sud-Est dell'Etna producendo vini rossi, bianchi e rosati. «Qui i terreni – spiega Costanzo – hanno una pendenza del 65%, impossibile utilizzare macchinari, tutto è fatto con la sola forza delle braccia e della zappa. Il sistema di coltivazione ha bassissime rese e altissimi costi di produzione, ma rende i vini speciali per l'enorme biodiversità del terreno. Se hai passione vale la pena accettare la sfida con il grande vulcano. Il nostro compito è custodire e migliorare il passato». Anche il nome della cantina racconta una storia, anzi tre: «Il primo spunto – sottolinea Costanzo - è legato al mito greco e all’Odissea, con la risposta di Ulisse a Polifemo. Il secondo spunto nasce dal sentire dell’uomo, la terra abitata e coltivata è di tutti e quindi di nessuno, mentre il terzo è evocativo del nome della prima etichetta (un Etna Rosso, 85% Nerello Mascalese e 15% Nerello Cappuccio, ndr) Nuddu, che significa “nessuno” in dialetto siciliano». In linea con la filosofia di Essenzia è già visibile sui quei pendii scoscesi il progetto di una monorotaia che porterà i visitatori a godere del panorama in vetta al Monte Ilice, di fronte al mare e con l’Etna alle spalle. Uno spettacolare enoturismo, insomma.

Seby Costanzo, proprietario delle cantine di Nessuno con l'amico Brancatelli, ha 10 ettari con pendenze fino al 65%, tutto è lavorato con la sola forza delle braccia e della zappa

Seby Costanzo, proprietario delle cantine di Nessuno con l'amico Brancatelli, ha 10 ettari con pendenze fino al 65%, tutto è lavorato con la sola forza delle braccia e della zappa

Il territorio dell'Etna in questi ultimi anni non si è mai fermato, non solo nei numeri, ma anche negli investimenti che vogliono fare di vino ed olio i motori di un turismo legato non al semplice acquisto di bottiglie o alla visita “toccata e fuga” di cantine, vigneti e frantoi, ma alla possibilità di “viverci” dentro. Tra le prime ad aver visto in questa direzione a Castiglione di Sicilia c'è la Cantina Cottonera, dal 1960 di proprietà della famiglia Cambria, i cui vigneti crescono sulla pietra lavica a 700 metri sul livello del mare nel pieno rispetto della terra e dei suoi ritmi. Vini multipremiati a livello nazionale e internazionale, ma anche un occhio imprenditoriale riguardo a quello che si può “costruire” intorno al vino. E così, l'ultima nata delle poliedriche iniziative Cottanera, è stato spalancare le porte all'ospitalità con una Dimora di 13 camere, una diversa dall'altra nei complementi d'arredo. «Ogni ospite – spiega Mariangela Cambria - sceglie la camera che preferisce. Dimora è il contenitore di tutto il bello che ho visto nel miei viaggi, ma è anche la casa dove trascorrevamo l'estate da bambini, dei nostri giochi, dei profumi della terra, delle vendemmie con il nonno». E anche qui passato e presente si fondono, senza trascurare particolari importanti, come un'area fitness, due stanze massaggi e una piccola spa. E poi la cucina, non affidata a uno chef ma a una cuoca che con semplicità e naturalezza sfodera le antiche ricette di casa Cottanera. Con una certezza: il km 0 non è una moda, ma la volontà degli avi.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Paola Pellai

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Paola Pellai

giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Non ha nessuna allergia né preconcetto alimentare, quindi fatele assaggiare di tutto. E se volete renderla felice, leggete il suo libro di fotostorie, Il tempo di uno sguardo

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