02-10-2024
Era il giugno del 2013 quando nel quartiere Flaminio di Roma apriva per la prima volta Bistrot64, insegna che avrebbe lasciato una traccia nel firmamento del fine dining capitolino.
L’idea di Emanuele Cozzo era quella di dar vita a un bistrot con una cucina buona, fatta di prodotti italiani e alla portata di tutti. Di portare in tavola un fine dining low cost, ridefinendo le regole fondamentali dell’alta ristorazione quali il rispetto e la qualità della materia prima utilizzata. In che modo? Equilibrando i costi, riducendo il personale, annullando gli scarti alimentari e quindi garantendo al cliente uno scontrino finale accessibile.
La sala di Bistrot64
Accanto a lui in cucina c’è il giovane e bravissimo Giacomo Zezza, ex sous chef del Bistrot, che, dopo l’uscita dello chef e socio Kotaro Noda, assume questa volta un ruolo in prima fila come executive chef, mentre in sala in qualità di maître e sommelier troviamo Nicola Bacalu, anche lui da anni braccio destro di Emanuele.
Giacomo Zezza e Emanuele Cozzo
Scrivendo regole nuove per i gesti di sempre senza tagliare il cordone ombelicale delle proprie radici, Emanuele, Giacomo e Nicola stanno giorno dopo giorno (ri)conquistando i clienti di un tempo.
Ha cambiato volto il locale di Via Guglielmo Calderini, tanto nel design degli spazi quanto nella proposta enogastronomica. Circa 30 i coperti distribuiti tra il bancone e i tavoli in marmo. Intorno tanto legno, verde e calore all’insegna di uno stile essenziale che vuole dar voce ai piatti e al servizio. In sviluppo è la carta dei vini, a cui si affianca una piccola selezione di cocktail Twist on Classic, fresca e minerale, fatta di estro e gioco, messa a punto da Bacalu. Qualche esempio? L’Aviation che diventa più acido e minerale per l’aggiunta al Gin di un liquore e un cordiale alla ciliegia fatto in casa e un liquore sempre autoprodotto di frutti rossi e fiori.
Linguina peperone, baccalà e origano
Gelato di ostrica, lattuga e limone fermentato, salicornia disidrata e estratto di mela verde e sedano
Dal benvenuto si percepisce la voglia della brigata di spaccare il mondo e di dire a Roma: “ci sono anche io”. Lo dimostra la “Coppietta” di carota arricchita di una maionese di umeboshi e fagioli azuki fermentati da sgranocchiare come fosse la più tradizionale delle coppiette di maiale o il Pani puri con pannocchia alla brace, crema di limone salato e ricotta di anacardi.
Gnocco di patate, topinambur e pecora
Bottoni di cavolfiore e brodo al lievito madre
L’inizio è vegetale con l’Assoluto di melanzana dove il vegetale è il primo e unico protagonista della scena. C’è il parallelepipedo di melanzana cotta al vapore e pressata, melanzana sotto’olio, caponata e fondo di cipolla a completare il piatto. La sapidità del miso di ceci e dei capperi aggiunti chiude il cerchio dei sapori.
D’impatto è il Gelato d’ostrica con lattuga e limone fermentati, estratto di mela verde e sedano e salicornia disidratata. Iodato, freddo e fresco viene portato in tavola avvolto dal fumo dell’azoto liquido profumato alle alghe. L’assaggio apre il palato e lo accompagna felice alle portate successive.
Pici fatti in casa, mantecati con burro di Normandia e colatura di alici, erba cipollina, polvere di limone bruciato, katsuobushi e 'nduja
Melone, karkadè, rapa rossa e arancia
E se anche l’Anatra cruda, marinata e affumicata risulta un azzardo vincente con le sue note più dolci e ferrose, è il Picio, grande classico di Bistrot64, a riportare il cliente vicino a sapori più conosciuti. Mantecato con una generosa dose di burro di Normandia e colatura di alici, la pasta chiama a gran voce la piccantezza della ‘nduja e le note più affumicate del limone bruciato e del katsuobushi. La scarpetta è d’obbligo.
Secondi che uniscono mare e montagna e una piccola pasticceria tanto bella e d’impatto quanto buona incorniciano una cena che convince e promette di convincere ancora di più in futuro.
Emanuele Cozzo è l’esempio lampante di un imprenditore e uomo maturo e consapevole del proprio passato e dei suoi obiettivi. Obiettivi che gli stanno permettendo di tradurre Bistrot64 in un’insegna dalla solidità fuori scala. Assieme a Zezza e Bacalu sta costruendo un avamposto di cucina d’autore sostenibile, informale e popolare di cui Roma aveva nostalgia. Bistrot64 Via Guglielmo Calderini, 64 Roma +39.06.3235531 Aperti dal martedì al giovedì 18.30 - 22.00, venerdì e sabato 12:00 - 14:30, 19:00 - 22:00 Prezzo medio: 70 euro a persona
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Romana di Trastevere, classe ’99, sin da piccola mangia fuori, ricercando tavole sempre più fuori dagli schemi. Studia Medicina al Policlinico Umberto I con l’obiettivo futuro di riuscire a coniugare le sue più grandi passioni: la cucina e la medicina.
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