14-10-2023
Gli Stuzzicareddi con sarzizzu e taralli
Nei luoghi più turistici di Milano, è facile trovare panini preconfezionati dal sapore della plastica. Ma ci sono ancora piccole oasi, è il caso di dirlo, che resistono grazie alla passione di alcuni ristorantori che amano far bene il proprio lavoro. Senza guardare solo al commercio - sarebbe molto più facile alzare i prezzi dando prodotti di bassa qualità - Antonio Orlando nel suo chiosco regala piccoli momenti di pura gioia calabrese. Dal 1989 è proprietario del chiosco all'interno di Parco Sempione a Milano e, oggi come allora, ne fa "una questione personale": «Io, per esperienza personale, posso dire che ci sono alcuni pregiudizi sui calabresi e io, con il mio lavoro e la mia passione, voglio dire che è pieno di brave persone che si sono spostate dalla Calabria a Milano, anche se abbiamo poca voce. I miei prodotti al chisco sono tutti calabresi, di piccoli produttori, che scelgo personalmente. Dal latte di mandorla, che faccio con i panetti preparati sono con mandorle e zucchero, al tipico salame calabrese. Ci vorrebbe più buona Calabria in questa città».
Antonio Orlando, titolare dell'Oasi del Parco a Milano
Quella di Antonio Orlando è una di quelle belle storie di riscatto grazie al lavoro. Nato a San giovanni di Gerace, paesino di 400 anime, studia come perito meccanico. Poi un amico calabrese, dopo un bisticcio con la fidanzata, lo invita a Milano per aiutarlo nel suo locale.
«Sono arrivato a Milano nel 1989, era tutta un'altra città rispetto ad oggi - spiega Antonio -. Mio papà Giovanni lavorava all'Alfa Romeo giovanni e diceva alla mensa si mangiava meglio che a casa. Erano gli anni Sessanta. L'azienda li trattava da re».
Quando ho rilevato il chiosco l'Oasi del Parco era solo un bancone con la tettoia con il frigorifero esterno. Dietro il chiosco c'era una recinzione, perché il parco era molto più piccolo e "finiva". A quei tempi nel parco c'era una scuola di recupero che poi è stata abbattuta. Lavoravamo molto con le famiglia e i ragazzi, il turismo non c'era. Ricordo con emozione quei tempi: la biblioteca del parco era sempre piena di ragazzi che leggevano libri. A centinaia giocavano a pallone proprio davanti al chiosco. Ora quei ragazzi sono professionisti, medici, avvocati e psichiatri e tornano a salutarmi. E' bello vederli tornare. Purtroppo oggi i ragzzi hanno altri interessi. Posso dire che quei tempi erano più sani, e un po' li rimpiango. Non si bevevano molti alcolici, vendevo al massimo una birra ogni tanto. Oggi tutti vogliono lo spritz, lo faccio anche io, ma è anche questo segno del cambio dei tempi».
«Il Parco negli anni è diventato bellissimo - continua Antonio - abbiamo assistito dopo il Covid a ondate esagerate di turisti, francesi, inglesi, spagnoli, americani. Purtroppo quest'anno il parco è stato chiuso praticamente tutto agosto per la sistemazione degli alberi caduti per il maltempo e ne abbiamo risentito. Per fortuna questo ottobre ci regala ancora sprazzi di estate».
La parte gastronomica è curata con lo stesso amore con cui parla della sua Milano. Tra le specialità ci sono gli Stuzzicareddi con salamino calabrese e taralli. «Attenzione - sottolinea Antonio -. si dice sarzizzu e la compro da piccolo produttore di Gioiosa Marina. Questo prodotto calabrese è di alta qualità, con carne di maiale, peperoncino piccante e dolce, pepe nero e finocchio selvatico. Non volevo uniformarmi alle chips industriali».
E, mentre ti porta lo "spiedino", Antonio vuole che annusi il profumo eccezionale di quel finocchio selvatico. E' bello vedere come va fiero dei prodotti artigianali della sua Calabria.
«Mi ricordo quando lo raccoglievo in Calabria, finocchio selvatico e origano. Andavamo nelle campagne e si sentiva l'odore per chilometri».
al posto delle solite cole, vi consiglio la mitica Brasilena, una gassosa al gusto di caffè famossiisma in Calabria. «Tutti gli emigrati calabresi a Milano me la chiedono perchè li riporta con la memoria a casa. E' un gusto particolare e indimenticabile».
C'è anche la bibita al bergamotto e i tororncini al bergamotto e cioccolato bianco fatti a mano a Roccella Ionica. «Li faccio assaggiare col caffè e scendo di persona in Calabria per acquistarli».
«Per me le radici sono tutto - continua Antonio Orlando -. Quando gli stranieri mi chiedono il caffè americano, io prima gli propongo il nostro caffè freddo, già zuccherato, come si fa giù da noi. Se ne innamorano e non chiedono più l'americano».
La Brasilena con due clienti "particolari"
Per pranzo o merenda, c'è il Panino con la nduja, tipico insaccato di carne di maiale e peperoncino e il Panino zucchine grigliate scamorza affumicata nduja.
Eccezionale il latte di mandorla:« Lo produce a Martone un ragazzo giovane che pesta le mandorle a mano e le mischia con lo zucchero. Il complimento più bello da un nonnino siciliano. Gliene ho regalato un bicchiere e lui mi ha detto che erano 35 anni che non tornava in Sicilia e gli avevo fatto fare, con un sorso, un viaggio a migliaia di chilometri di distanza».
«Mio nonno è stato prigioniero di guerra e i miei parenti più anziani si sono spaccati la schiena nei campi. Io sono orgoglioso di essere calabrese. Qui all'Oasi del Parco voglio far capire quanto siano buoni i prodotti calabresi perché la mia terra è unica. Spero di riuscirci al meglio, giorno dopo giorno».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore
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