07-08-2023
Enrico Mazzaroni, chef-patron del ristorante Il Tiglio a Montemonaco (Ascoli Piceno)
Quando ci arrivi, su, su fino a Isola San Biagio, frazione di Montemonaco (Ascoli Piceno), comprendi che chi è nato qui non può starne lontano. Il tragitto per raggiungere Il Tiglio di Enrico Mazzaroni è lungo e lontano da tutto. Sui Monti Sibillini c’è la natura a dominare il paesaggio, con poche case sparse qua e là. Ciò fa anche capire che chi viene qui sia decisamente spinto dalla volontà di vivere un’esperienza diversa e di incontrare Enrico, con alte aspettative sulla sua cucina. Non ci sono strutture di lusso ad accoglierti, ma un piccolissimo villaggio di casette di pietra, con il tetto in legno, alcune diroccate dal terremoto, e la presenza imponente delle montagne è il ricco patrimonio che ha motivato questo piccolo, grande miracolo.
Siamo sull’Appennino Centrale delle Marche, a Montemonaco appunto, molto distanti dalle città d’arte, dalla costa o dai borghi storici. La Transumanza è il percorso degustazione che ci viene proposto dallo chef, in carta da un paio di anni, con qualche variazione del tempo e della stagione, vissuto e proposto come una sorta di autobiografia che parte da lontano, per raccontare il profondo legame della sua famiglia con la pastorizia e la montagna.
Pastori da sempre erano gli abitanti da queste parti, e poi casari, tra quelle casette di pietra dove giorni, ore e minuti erano scanditi dalle esigenze del gregge, dalla sua sopravvivenza, alla quale era strettamente legata la propria. Così si è formato un senso di comunità che (r)esiste ancor oggi: ci si muove insieme nell’intento di creare forza, lì dove ogni cosa è difficile perché ogni tipo di servizio è precluso, e bisogna imparare in fretta a sbrigare in autonomia le beghe della vita, proprio come l’agnellino che appena nato deve necessariamente alzarsi sulle quattro zampe e camminare. Così è la concretezza a domare l’essere, per l’effimero c’è poco spazio, almeno in apparenza. In realtà il silenzio, i profumi delle erbe selvatiche, l’alternarsi delle stagioni, il dialogo interiore con la natura diventano forme d’arte e di contemplazione. Per un animo sensibile come quello di Enrico sono fonte di ispirazione immensa, profonda, forte fino a divenire quasi prepotente. Lui questa montagna l’ha scalata, con passo lento ha raggiunto la vetta e la consapevolezza di sé, imparando ad ascoltarsi e a coltivare la propria emozionalità.
Si coglie tutto questo nell’esperienza legata alla sua Transumanza, nel suo racconto al tavolo i ricordi si animano dando forma a un presente che ti concede di essere te stesso proprio lì dove lo desideravi. Sono dodici le portate, molte delle quali complesse nell’idea, alcune con più assaggi nella singola pietanza, dove ogni parte del prodotto, specie dell’animale, viene utilizzata con precisione e grande capacità di osare. La sensibilità e il profondo senso per l’estetica sono vivissimi già nella scelta delle porcellane e delle ceramiche.
Sfera fritta ripiena di Parmigiano liquido con passion fruit
Perla di foie gras al limone
La Sparretta e il pastore - ce lo racconta al tavolo lo chef per ricordare e giocare - è un piatto che richiama quel fagotto legato al bastone, la sparetta appunto, portato in spalla fino ai pascoli e contenente il pasto frugale: verdure, del formaggio, un po’ di pane. Arriva dunque, in una stoviglia da pic nic della Hybrid, la sparretta di Mazzaroni: c'è del formaggio pecorino del Monti Sibillini prodotto dal padre di Enrico e leggermente fuso sul fuoco, poi erbe spontanee di montagna, pizza fritta (un pan brioche fritto) e maionese di acciughe.
Cervello d'agnello, gambero e rapa rossa
Tagliatelle, caffè d’orzo, orecchio di maiale e paprica dolce
I pani
Tartare di vitello
Zuppa di caglio con prugne e ragù di coniglio e di seppia
Tortellini di anatra su crema di rosmarino
Colombaccio con castagne fermentate
Carciofo e rosa
Cervo e fungo porcino ripieno della sua tartare
Croccantino alle mandorle, yuzu, salicornia, caviale e sorbetto al miso
Il costo del menu Transumanza è 98 euro per 12 portate, vale abbondantemente il viaggio. Il Tiglio fino al 30 settembre è aperto tutti i giorni a pranzo e cena, in inverno è aperto solo nel weekend.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
nata a Napoli, è giornalista, sommelier e degustatrice Onaf, oltre che di vini ovviamente. Wine & food writer
La brigata di sala e cucina del ristorante Il Tiglio in località Isola di San Biagio a Montemonaco, provincia di Ascoli Piceno, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Da sinistra Matteo Sanzi, Francesca Fraticelli, Matteo Presutti, Loris Careddu, Lai Sibide, Enrico Mazzaroni e Lorenzo Leonetti. Necessariamente sulle quattro zampe è Eloise. Foto di Tanio Liotta
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Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.