30-06-2023

La Madia a Torino e tutta l'energia di Elisa Hoti

Nella zona collinare del capoluogo, la cuoca albanese scommette su una rielaborazione di preparazioni piemontesi tutte da scoprire

Elisa Hoti e la sala de La Madia, in corso Quinti

Elisa Hoti e la sala de La Madia, in corso Quintino Sella 85a, a Torino. Piatti a 8/30 euro

Elisa Hoti è una chef che ha potuto dimostrare nella sua esperienza una dose non banale di coraggio e caparbietà. Arrivata a Torino dall’Albania nel 2005 con la sua famiglia, dal 2008 ha cominciato a studiare all’alberghiero di Torino e a lavorare in alcune popolari insegne della città, per conoscere in maniera più profonda gusti e tradizioni italiane e piemontesi. Con un po’ di gavetta e tanta esperienza come sous chef in diversi ristoranti torinesi, impara a trattare tutti i piatti fino alla pasticceria, che oggi interpreta con grande leggerezza e una spiccata acidità.

Piano piano, con una crescente voglia di autonomia e indipendenza e la capacità di stare dentro a una cucina professionale, subentra la scelta di mettersi in proprio. Così nel 2019 trova un posto, la La Madia in cui sostituisce l’amico Ded Gaci (passato poi a dirigere il ristorante Insieme, in centro città): in comune con lei Ded ha le origini albanesi, oltre all’energia e alla passione di accontentare i clienti che si affacciano in questa bella e tranquilla zona collinare di Torino.

Polpo, pappa al pomodoro e burrata

Polpo, pappa al pomodoro e burrata

Crudo di fassona, gambero rosso e lamponi e Filetto di cervo, salsa al Madeira e ginepro, ribes caramellato (foto Fabio Recrosio)

Crudo di fassona, gambero rosso e lamponi Filetto di cervo, salsa al Madeira e ginepro, ribes caramellato (foto Fabio Recrosio)

Elisa ha imparato a cucinare da piccola, quando preparava insieme alla mamma i pasti per i famigliari. Cucina che era semplicità di ingredienti e ricette: forno a legna e una continua rielaborazione di preparazioni greche, serbe e turche. «Dei tanti piatti che ho preparato con la mamma in Albania mi è rimasto un dessert, semplice, fatto di pasta sfoglia ripieno di crema pasticcera, ricoperto di pasta fillo, cucinato come il pane nel forno a legna».

La sua tavola è oggi invece fortemente piemontese: espressiva, talvolta ardita, con una proteina a fare da protagonista in ogni sua veste, di terra o di mare, e spesso frutta in accostamento vegetale. I piatti sono colorati e vantano molte sfumature di gusto. Il menu rispecchia queste caratteristiche: grande ricercatezza nel piatto e un ottimo rapporto qualità-prezzo che non guasta mai. Si parte da un menu degustazione a 40 euro e uno a 60 euro con 6 portate. Oppure si può scegliere alla carta tra le alternative presenti in menu, almeno 4 per portata. 

Gli antipasti sono Polpo scottato, pappa al pomodoro, burrata e polvere di basilico, Anguilla laccata con salsa teriyaki, crumble di cipolla e geleè di mandarino e barbabietola, o un classico ridisegnato come Crudo al Barbera frollata per 72 ore e jus di lampone. Poi i primi e anche qui scontro tra tradizionalismo e “innovazionismo”: Plin da tovagliolo (al sugo d’arrosto o al naturale) vs Tortelli di coda alla vaccinara, il suo ristretto, spuma di caprino e olio all’aneto.

Piccione e foie gras

Piccione e foie gras

DESSERT. Al contadino non far sapere e Frutto proibito

DESSERT. Al contadino non far sapere e Frutto proibito

Le proteine sono Piccione, foie gras e more, oppure Filetto di cervo, salsa al Madeira, ginepro e ribes, il pescato di giornata e poi i dolci che, come detto, sono una delle specialità della chef. Quello che si ritrova da sempre in menù è il Frutto proibito, una mela ricostruita con il cioccolato bianco; insieme alternati poi grandi classici come il Monte Bianco e il Tiramisù, fatti con la sua connotazione di riduzione del dolce.

Lo staff de La Madia è quasi tutto al femminile: al servizio con Michela, direttrice di sala, ci sono Chiara e Alessia, mentre in cucina Elisa è affiancata dal giovane sous chef Fabio Hoti, suo figlio. Ha grinta e voglia questa chef, due caratteristiche che non possono mancare se si decide di portare avanti con passione questo duro lavoro. Risultati e traguardi non tarderanno.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Luca Milanetto

gastronomo per passione e assaggiatore seriale, abitante della periferia montana del Regno Sabaudo, nel tempo che resta prova a innovare il sistema di welfare italiano. Ancora si emoziona prima di aprire il menu di un nuovo ristorante

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