Gli ultimi preparativi. Mentre le Frecce Tricolori solcano il cielo sopra il lungomare di Rimini (preparandosi per un'esibizione nel pomeriggio di domani, sabato 18 giugno, per il Rimini Air Show), l'edizione 2022 di Al Mèni scalda a sua volta i motori. Identità Golose, media partner dell'evento, vi racconterà tutto quello che succederà nella nona edizione del "circo mercato di sapori e cose fatte con le mani e con il cuore", organizzato da Massimo Bottura insieme al Comune di Rimini.
Sotto il tendone circense, battezzato “Circo 8 e ½ dei sapori” con tutti i riferimenti felliniani del caso (e non a caso installato proprio in Piazzale Fellini, a due passi dal lungomare), abbiamo incontrato, indaffarato come sempre in queste occasioni, Enrico Vignoli, da tempo collaboratore stretto e fidatissimo di Massimo Bottura e dalla prima edizione curatore dei contenuti gastronomici della manifestazione. Il sorriso a Vignoli non manca quasi mai, ma nonostante le mille cose a cui badare in queste ore di viglia, ci è parso più luminoso del solito.
«Sono contento - ci ha detto confermando la sensazione - innanzitutto perché quest'anno, dopo le due edizioni nel mezzo della pandemia, siamo riusciti a tornare nel luogo che ha visto nascere e crescere
Al Mèni. Piazzale Fellini, il lungomare, la situazione più adatta. Qui abbiamo potuto montare il tendone grande, dove possiamo ospitare molte più persone di quanto è successo negli scorsi due anni. Da qui usciranno circa 6000 piatti nei due giorni di
Al Mèni, che complessivamente, unendo le proposte del
Circo 8 e ½ alle altre che abbiamo organizzato, servirà circa 40mila piatti».
«Un'altra cosa di cui sono soddisfatto - spiega ancora
Vignoli - è che per questa edizione abbiamo scelto un tema forte e importante, il Mediterraneo. E in particolare il Mediterraneo come luogo di incontri e di scambi, rappresentato nel suo valore sociale e culturale di inclusione, di accoglienza. Anche per questo motivo, una manifestazione che ospita molti contenuti gastronomici quest'anno è anche attraversata da un impegno sociale che ci sta a cuore. Soprattutto perché
Al Mèni è una festa popolare, che vuole parlare al pubblico più largo possibile: a maggior ragione è giusto e importante, ad esempio, ospitare un progetto come
Il Tortellante, il laboratorio terapeutico-abilitativo dove giovani e adulti nello spettro autistico imparano a produrre pasta fresca fatta a mano. Oppure come
People for Ukraine, l’associazione benefica a supporto del popolo ucraino, nata dall’incontro fra cittadini ucraini residenti nel riminese, che raccoglierà fondi per sostenere l’acquisto di un’ambulanza».
Entriamo ora nel vivo del programma per la prima giornata di Al Mèni: cosa succederà sabato 18 giugno? Ecco la risposta.
Gli chef coinvolti, 24 divisi sui due giorni, si esibiranno in cooking show a coppie, sotto il tendone del
Circo 8 e ½, costruendo un dialogo e uno scambio tra cuochi emiliano-romagnoli e altri che arriveranno dai quattro angoli dell'Italia e del mondo. Dopo l'inaugurazione della nona edizione, i primi a prendere posto ai fornelli saranno, alle 12.30, la canadese
Jessica Rosval - chef di
Casa Maria Luigia a Modena, che porterà la sua cucina fatta di braci e fumo, ma anche di impegno sociale - e il bolognese
Matteo Zonarelli, sous chef all'
Osteria Francescana.
Alle 13.30 la parola e le pentole passeranno a: Simone Tondo, presenza fissa che ha partecipato a tutte le edizioni di Al Mèni, chef dello stellato Racines a Parigi, che unisce la sua anima sarda alla cultura della ristorazione parigina. E a Giorgio Clementi dell'Osteria dei Frati a Roncofreddo, nel cuore delle colline di Cesena.
I cooking show proseguono poi alla sera, dalle 19, con: l’israeliano
Tomer Tal, chef di
George and John, uno dei più apprezzati ristoranti di Tel Aviv, e
Riccardo Forapani e
Virginia Cattaneo, rispettivamente chef e sous chef del
Cavallino di Maranello, interpreti eccellenti di una cucina italiana nel contempo classica e contemporanea. Alle 20 il testimone passerà a:
Francesco Vincenzi, chef della
Franceschetta 58 di Modena, che applicherà la sua ricerca di materie prime regionali a un piatto che esprimerà il suo lavoro a stretto contatto con i produttori.
Ancora due incontri gastronomici prima di chiudere la prima sera di
Al Mèni: il primo con
Pavlos Kiriakis, da
The Zillers Athens Boutique Hotel di Atene, che fa parte di una nuova generazione di chef ellenici che stanno riscoprendo gli ingredienti del territorio greco sotto una nuova luce, e
Matteo Salbaroli da
L'Acciuga Osteria di Ravenna, interprete di una cucina di mare con attenzione maniacale alla qualità del prodotto e alla prontezza gustativa. A chiudere il programma ci penseranno la maltese
Letizia Vella, da
The Golden Fork, dove rivisita con successo le ricette della tradizione mediterranea, e
Mattia Borroni, cuoco autodidatta che da otto anni guida la cucina dell'
Alexander di Ravenna.
Questo programma, quello che raccontiamo più diffusamente e di cui faremo anche una cronaca più dettagliata nei prossimi giorni, è però solo una parte della proposta di
Al Mèni. Che nel pomeriggio, sotto al tendone del
Circo 8 e 1/2, vedrà
Slow Food Emilia-Romagna allestire la sua “palestra del gusto”, per mettere alla prova e allenare le proprie percezioni. Ci sono poi altri spazi per andare oltre e approfondire con la pratica alcuni prodotti simbolo dell'Emilia-Romagna e del mondo con esperti, degustatori e formatori.
Nello spazio "TERRA MEDITERRANEA. Persone, prodotti e racconti” condiviso da
Slow Food Emilia-Romagna e
CheftoChef, si racconteranno storie di persone e prodotti del Mediterraneo attraverso laboratori, assaggi, incontri con autori, marinai, giornalisti, presentazioni di libri e faccia a faccia fra chef e produttori che popoleranno questa edizione di
Al Mèni. Sul lungomare, invece, per due giorni terrà compagnia ai visitatori di
Al Mèni il
Mercato dei produttori di eccellenza, una vetrina dei migliori prodotti dell'Emilia Romagna. E poi ancora lo
Street food dei cuochi stellati coordinati da
Alberto Faccani, e lo stand golosissimo dei pescatori riminesi con le loro specialità di mare.
Infine, dato che non di solo cucina, per quanto ottima, vive l'uomo, vale la pena fare tappa al parco Fellini per ritrovare il labstore di Matrioska: una capsule di 24 artigiani e designer selezionati per dar vita a un vero e proprio salone a cielo aperto all'insegna della creatività.