03-02-2025

Laudato sii, o mi Signore. Anche per la Maialata in Convento

L'evento, ideato da Fausto Fratti e ospitato dal convento francescano di Santa Croce, nel Riminese, serve a raccogliere fondi per restaurare gli affreschi trecenteschi che lo adornano, e coinvolge grandi chef che rievocano la "smettitura" del maiale

Assaggi alla Maialata in Convento, evento di benef

Assaggi alla Maialata in Convento, evento di beneficienza che si è tenuto al Convento Santa Croce di Villa Verucchio, a Verucchio (Rimini)

«Pace e bene, certamente. Ma anche pace e buono». I frati francescani del Convento Santa Croce sarebbero d’accordo nel sintetizzare con queste parole la manifestazione gastronomica andata in scena qualche giorno fa presso la loro sede, a Villa Verrucchio, Rimini. Maialata in Convento è da sempre un’occasione in grado di unire solidarietà, arte e tradizione contadina, il cui ricavato va a sostenere le attività dei monaci ed il restauro dei meravigliosi affreschi del Trecento riminese presenti in convento.

In una location tanto pia, l’organizzazione di un evento chiamato Maialata in Convento potrebbe apparire singolare. In realtà il nome calza a pennello, in quanto si rifà all’antichissimo rito contadino della smettitura (ovvero la macellazione del maiale) alla quale faceva seguito l’indomani una tavolata collettiva (maialata per l’appunto) in cui ogni pezzo dell’animale non destinato alla conservazione veniva cucinato e consumato. Questa festa sociale, in via d’estinzione, negli ultimi anni ha ripreso lustro anche grazie alla Maialata in Convento, e all’uomo dietro la sua ideazione.

Il pasto nel refettorio

Il pasto nel refettorio

Due momenti dell'evento

Due momenti dell'evento

Si parla di Fausto Fratti, volto noto della gastronomia italiana, ex-patron dell’Osteria del Povero Diavolo. Con lui qualche suo amico norcino e, per finire, di alcuni chef che da sempre compongono la sua “brigata del diavolo”, composta da cuochi romantici provenienti da tutta Italia, sempre pronti a spendersi per cause eticamente e culturalmente di spessore. 

I norcini hanno presentato nel chiostro le loro delizie: immancabili i ciccioli, le costine di maiale alla griglia, la trippa in umido, le cotiche con i fagioli, la coppa di testa e lo strutto da spalmare rigorosamente sulle piadine. Nel refettorio, invece, si sono alternati i piatti di chef Silver Succi (Quartopiano di Rimini) e chef Massimiliano Mussoni (osteria La Sangiovesa di Santarcangelo di Romagna), coadiuvati da Masha Ledina e Alessio Armigeri

Affresco trecentesco di scuola riminese del Convento Santa Croce

Affresco trecentesco di scuola riminese del Convento Santa Croce

Alcuni piatti degustati

Alcuni piatti degustati

Ecco il menu presentato per l’occasione:

Cotechino con schiacciata di patate e intingolo di lenticchie 
Insalatina di puntarelle, acciuga e straccetti morbidi di carne 
Polenta nel tocco, ragù grosso di maiale, cardi e formaggio di fossa 
Polpette fritte con cime di rapa e olive 
Misto griglia al carbon dolce misticanza all'aceto vecchio, patate nello strutto, rosmarino e aglio 
Bignè di Santarcangelo, mela alla cannella e crema


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Mario

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Mario "Bolivar" Pennelli

Nasce a Bari nel 1988 e da allora "va sempre girando" (cit. nonna Laura). Scrive di ristoranti, di terre e personaggi leggendari. Ha pubblicato: "Puglia à la carte", "Incredibilia" e "Canti di Terra e di mare"

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