25-05-2022

Il Gramsci a Torino rinasce: tradizione sabauda e creatività contemporanea, golose più che mai

La storica insegna a Torino si rinnova negli spazi, ma soprattutto nella sua cucina che oggi apre le porte a una proposta più fresca con lo chef al timone Alessio Zuccaro

Branzino alla Wellington con crema di cavolfiore e

Branzino alla Wellington con crema di cavolfiore e caviale: uno dei piatti in carta al rinnovato Il Gramsci, a Torino. Una proposta a cura dello chef Alessio Zuccaro

Rientrare a Il Gramsci, a Torino, è un po’ come varcare la soglia di tanti ricordi, un indirizzo che ha fatto un po’ la storia del contesto cittadino e che allaccia la memoria gastronomica locale a tutte le successive influenze e trasformazioni ricevute. Un luogo che dagli anni '90, ne ha visti passare di ospiti, curiosi avventori o golosi “mirati”, pronti a togliersi qualche soddisfazione di puro gusto.

Ha riaperto da qualche mese e lo fa con una veste nuova, modellato dal neo-patron Marco Ceresa. Tanta la voglia di rinnovare, e non parliamo solo da un punto di vista estetico, ma anche – e soprattutto – dell’impronta culinaria che si è scelto dare.

Una proposta rivista interamente, prima dallo chef Luca Zecchin, che ha scelto come punto di partenza la tradizione; quest’ultima approda a Torino direttamente dai tavoli delle Langhe di Guido da Costigliole e dagli insegnamenti preziosi di Ugo e Lidia Alciati, a cui però, lo chef, apporta un tocco di modernità, che ben s’incastra con la linea contemporanea che il locale intende promuovere.

Ravioli del plin con sugo di arrosto

Ravioli del plin con sugo di arrosto

 Poi, da marzo 2022, a Luca si è avvicendato Alessio Zuccaro che, dopo aver attraversato i ristoranti Gaudenzio e Razzo (entrambi a Torino) e, lasciate alle spalle alcune esperienze all’estero, investe nel rinnovato Gramsci e sposa interamente il progetto di Marco Ceresa. Lo fa lavorando su menu che cambia spesso tono, si lascia smuovere e conduce l’ospite davanti a una costante giocosa scoperta, tenendo saldi, al contempo, l’eleganza sabauda della tradizione, la passione per il viaggio e la contemporaneità.

Lo chef Alessio Zuccaro

Lo chef Alessio Zuccaro

Eppure c'è sempre dell’immutato in via Giulio Cesare 67, e parliamo delle pizze, che restano a cura del pizzaiolo Fulvio Marino con una combinazione sfiziosa di topping, e un impasto che ci è piaciuto tanto; proposte goduriose come la Salsiccia di vitella, con salsiccia di Bra e scaglie di Grana a crudo, oppure spicchi freschi e a-tutta-Italia, come la pizza Gioia con crema di basilico, burrata di Gioia del Colle e pomodoro.

La pizza a cura del pizzaiolo Fulvio Marino: in foto, Gioia con crema di basilico, burrata di Gioia del Colle e pomodoro

 

La pizza a cura del pizzaiolo Fulvio Marino: in foto, Gioia con crema di basilico, burrata di Gioia del Colle e pomodoro

 

Ritornando al cuore del menu, di piatti ce n’è per tutti i gusti - e con un intento ben preciso - quello di avvicinare al Gramsci anche i più giovani, adescarli con un tenero Polpo, ceci e ‘nduia o un’Anatra e indivia belga, la prima cotta a puntino. Ma, allo stesso tempo offrire certezze, che pure abbiamo trovato in carta: l’Albese di agnello, il Vitello tonnato, i Ravioli del plin con sugo di arrosto o un delicato Branzino alla Wellington con crema di cavolfiore e caviale.

Anatra e indivia belga

Anatra e indivia belga

Stessa varietà nella proposta beverage, con un’ampia selezione di vini, oltre che cocktail per tutti coloro che amano pasteggiare con le proposte del bartender Alessandro Cavalli, manager di cantina e miscelazione, presentate in sala da tutta l’esperienza di Francesco Grillo.

Cosa aspettarsi dal nuovo Gramsci? Un’insegna pronta a fare grandi passi avanti, da un lato tenendo stretto quanto di buono ereditasse dalla proposta precedente, coniugando però anche una visione più fresca, un’inflessione innovativa e gustosa per l’esigente pubblico sabaudo.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Luca Milanetto

gastronomo per passione e assaggiatore seriale, abitante della periferia montana del Regno Sabaudo, nel tempo che resta prova a innovare il sistema di welfare italiano. Ancora si emoziona prima di aprire il menu di un nuovo ristorante

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