19-02-2022
Gianluca Gorini e Sara Silvani: insieme hanno aperto nel 2017 DaGorini, a San Piero in Bagno (Forlì-Cesena)
C'è qualcosa di familiare, di piacevolmente conosciuto, di classico quasi, che si coglie appena varcata la soglia del ristorante DaGorini, a San Piero in Bagno, piccolo borgo romagnolo nell'alta Valle del Savio, in provincia di Forlì-Cesena. Anche senza realizzarlo razionalmente, si respira immediatamente l'atmosfera del ristorante di paese, un luogo accogliente in modo caldo e semplice. Le mura spesse, i soffitti non troppo alti a dare una sensazione raccolta, che abbraccia. I legni antichi, le travi a vista, che dialogano senza nessuna difficoltà con i legni moderni scelti per arredare le sale. Anche le luci sono contemporanee, ma mantengono quel calore che si addice a un posto come questo. "Benvenuti alla Locanda del Gambero Rosso", recita una targa conservata e incastonata nel muro della sala che accoglie gli avventori.
E' un benvenuto sincero, vero. Intriso di un'italianità profonda e bella, senza alcuna venatura nostalgica. DaGorini è così anche e soprattutto perché così l'anno pensato, voluto e costruito Gianluca Gorini e Sara Silvani, inaugurandolo a settembre 2017. Una scelta importante, per entrambi. Gianluca era uno dei giovani chef emergenti più ammirati d'Italia, anche la nostra Guida l'aveva premiato, nel 2015, come "sorpresa dell'anno". L'allievo prediletto di Paolo Lopriore, a sua volta l'allievo prediletto di Gualtiero Marchesi: una discendenza quasi diretta che faceva di lui una sorta di predestinato. La sua bravura, la sua sensibilità, facevano il resto.
Sara Silvani ha così scelto anche lei di accompagnare Gianluca in questa svolta: San Piero in Bagno è dove ha le sue radici, dove la sua famiglia ha una piccola azienda agricola. Nel centro del grazioso borgo Sara e Gianluca hanno rilevato i locali della storica Locanda del Gambero Rosso, aperta nel 1951 dalla famiglia Saragoni, che l'ha guidata fino al 2014. A Gianluca la cucina, a Sara la sala e l'accoglienza.
San Piero in Bagno
Intelligente e inclusiva anche la proposta: un menu alla carta, la possibilità per i clienti di comporre dei degustazione da 4 o 5 portate (56 e 64 euro) scegliendo liberamente dalla carta, e due menu degustazione scelti dallo chef, uno da sette (85 euro) che rappresenta la storia del ristorante, uno da nove (105 euro) che esprime appieno il momento, le novità, le ultime idee.
L'ingresso del ristorante
Nel nostro percorso, abbiamo assaggiato, in sequenza, anche due paste ripiene (uno "strappo" alla regola che lo chef ha proposto azzeccando in pieno i desideri di chi scrive). Difficile dire quale fosse meglio: i Ravioli ripieni di scalogno liquido, primo sale di capra e cicoria appassita sono un esplosione di gusto, comfort food elevato all'ennesima potenza. Se ne potrebbero mangiare cento senza provare la minima fatica. Diversi i Tortelli ripieni di cacciagione, burro bianco, estratto di salvia e mela cotogna al forno: più raffinati, più gastronomici e complessi, con una stratificazione di aromi e sapori che riempie il palato e mette anche in moto le sinapsi del ragionamento. Puro godimento o bontà cerebrale? Per fortuna non abbiamo dovuto rinunciare a nessuna delle due opzioni.
Uno scorcio della sala
Tanto che viene da fare un inciso: proprio in questi giorni, sulla pagina Facebook di DaGorini, è comparso l'annuncio della ricerca di nuovi cuochi da inserire in brigata. Se dovessimo dare un consiglio a un giovane per un'esperienza professionale formativa, questa sarebbe in cima alla nostra lista. Per gli aspetti tecnici, ma anche per l'attenzione e la cura, per la dedizione applicata nel trattamento di ogni ingrediente, che uno chef come Gianluca Gorini può insegnare a chi voglia fare strada in questa professione.
La sala, il servizio sempre sorridente e preciso, la carta dei vini ampia e divertente, completano un'esperienza che, all'uscita, lascia con un unico interrogativo: quando ci torno?
Amuse-bouche di benvenuto
Battuta di cervo, maionese al miele di tarassaco, bergamotto, aneto e caffè
Carciofo ripassato alla brace, salsa di carciofo e pesto di erbe tostate
Lepre cotta in casseruola, topinambur, mandarino, vino rosso e ginepro
Risotto mantecato all'olio extravergine, polvere di olive affumicate e origano
Ravioli ripieni di scalogno liquido, primo sale di capra e cicoria appassita
Tortelli ripieni di cacciagione, burro bianco, estratto di salvia e mela cotogna al forno
Agnello alla brace, miso d'orzo, aglio dolce, timo limone e contorni all'italiana
Ad accompagnare l'agnello (succede la stessa cosa anche per il Piccione), il quinto quarto: spiedino di animelle, pancia bollita e poi passata alla brace...
...e lingua alla brace con pomodori e olive
I Contorni all'italiana: patate (sfoglie sottili, croccanti all'esterno e morbide all'interno), flan di ricotta, funghi e tartufo marzolino, cipolline in agrodolce con salsa di cipolla
Piccione scottato alla brace, estratto di alloro e cipolla al cartoccio
Spaghetto mantecato al burro di genziana, caciotta di capra, scorzetta di bergamotto candito
Fucsia: zuppa di rabarbaro, mandorle armelline, cioccolato bianco, sorbetto di lampone
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
Maurizio Camilletti, artigiano tegliaio a Montetiffi (Forlì-Cesena)
Lo chef Michele Lazzarini di Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (Bergamo)
Michele Lazzarini, da poco al timone di Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (Bergamo), qui nella lezione di "Identità di Pasta" 2023, costruita in collaborazione con Felicetti. Accanto a Lazzarini, il suo ex pigmalione Norbert Niederkofler (foto Brambilla/Serrani)
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.