18-11-2021
Lo chef Nino Ferreri del ristorante Līmū , a Bagheria (Palermo),assieme al sous chef, Lorenzo Brancaleon, con il quale già lavora in precedenza a Villa Athena, ad Agrigento. In sala, invece, il maître e sommelier, Giandomenico Gambino, originario come Ferreri di Trabia (Palermo), dove crescono insieme
«Sono tornato in Sicilia per riscoprire la mia terra e interpretarla nella mia cucina». A parlare è lo chef Antonino Ferreri – detto Nino, uno di quei giovani coraggiosi che compie un viaggio a ritroso, verso le origini: dalle importanti esperienze e peregrinazioni tra Milano e Svizzera, Porto Cervo e Val Gardena, Nino sceglie come destinazione del presente Torre Ferrante, l’antica torre di guardia al centro di Bagheria, a pochi metri dall’arco della Santissima Trinità. Un piccolo e bellissimo centro nel golfo di Palermo, la Città della Ville.
La sala del ristorante Līmū a Bagheria, Palermo
Il luogo è davvero suggestivo: mura antiche accolgono le due sale al piano terra e al primo piano, arredate con essenziale eleganza; uno spazio accogliente con comode sedute e tavoli ben distanziati. Accedendo alla cucina si riconosce un’antica iscrizione religiosa, perché al posto dei fornelli di Ferreri si trovava la cappella della struttura, risalente al 1565.
In cucina, con Nino, c'è anche il bravo Lorenzo Brancaleon, che ha seguito lo chef dal Resort Villa Athena , ad Agrigento, dove già lavoravano fianco a fianco presso il ristorante La Terrazza degli Dei. In sala, invece, il maître e sommelier, Giandomenico Gambino, originario come Ferreri di Trabia (Palermo), dove crescono insieme.
Il ristorante si chiama Līmū, che in arabo-persiano significa limone. «Un frutto che mi piace usare in molte preparazioni, simbolo territoriale della Sicilia e un omaggio alla città che ci ospita, Bagheria, patria del limone Verdello», chiosa chef Ferreri.
Classe 1989, Nino respira già in famiglia il profumo della grande tradizione gastronomica siciliana e, soprattutto, l’amore per la condivisione, un valore che porta nei suoi menu, per emozionare e deliziare l’ospite con piatti concreti e ricchi di identità.
Cialda con acciuga e pomodoro
Tradizione, territorio e tecnica sono il filo rosso della creatività dello chef; la sua cucina rispetta e mette al centro la materia prima, rigorosamente stagionale, intorno alla quale ingredienti diversi, ma non secondari, compongono il gusto. E così, la volontà di interpretare proprio il territorio si percepisce fin dal Benvenuto della cucina dove svetta la Cialda con acciuga e pomodoro.
Per cominciare, una duplice scelta che interpreta con grazia, eleganza e sapore, il Tonno alletterato marinato, fagioli, granita di sedano e acqua di cipolla rossa e Crudo di gambero rosso, aurora alle mandorle...giardiniera di mare.
Reginetta con ragù di moscardino, spuma di provola madonita e limone
Proseguendo, ecco la Reginetta con ragù di moscardino, spuma di provola madonita e limone, pasta cotta a puntino e di ghiotta identità il ragù, un piatto che soddisfa anche l’olfatto, in modo concreto e reale.
La prima parte del servizio del risotto: gambero bianco a tocchetti, capperi e polvere di pomodoro
La seconda parte del servizio del risotto: un riso cotto nell’acqua di pomodoro e poi mantecato
Il sevizio del risotto si compone di due momenti: nel piatto troviamo il gambero bianco, disposto a tocchetti e arricchito dai capperi dalla piacevole consistenza, colorati da una polvere di pomodoro. In seconda battuta, poi, il maître serve il riso cotto nell’acqua di pomodoro e mantecato. Già dal primo boccone, una gioia per il palato.
Sgombro in camicia di sale nero, zucca in agrodolce e salsa al vino bianco e rosmarino
In seguito, la mano dello chef compone un’interessante geometria di sapori con lo Sgombro in camicia di sale nero, zucca in agrodolce e salsa al vino bianco e rosmarino. Ingredienti semplici, nobilitati da cotture perfette, come quella della zucca.
Da non perdere i dessert, o come vengono definiti in carta, le Tentazioni (per esempio,Capra girgentana), una degna chiusura di un percorso goloso e sinuoso, dove non mancano anche proposte di terra, come la Crepinette di capretto alle erbe, ricotta, fichi e jus al passito.
Carta dei vini di intelligente geografia enologica, prevalenza di vitigni autoctoni e qualche piccola grande chicca vinicola di una Sicilia, che tanto sta regalando in questo settore. Nino Ferreri, dopo variegate esperienze in brigata e cucina, ha trovato il luogo per iniziare un nuovo viaggio: il suo.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Torinese di nascita e milanese d’adozione, la comunicazione è il suo mestiere. Quella istituzionale per nove anni e quella di aziende globali come Alcatel, Save ed Expo Milano 2015. Giornalista professionista dal 1994 ha iniziato a scrivere di enogastronomia e cultura del territorio nel 2012. Autore e conduttore della trasmissione radiofonica “A spasso con Radic”. Si esprime anche con diversi format video tra i quali “A tavola con…” interviste ritratto con personaggi italiani di ogni settore. Recentemente uscito il suo libro di interviste in treno “In viaggio con”. Instagram: @andrearadic2019
La Spick & Crock di Saccharum
Carmelo Trentacosti, Giuseppe Costa, Bartolo Galati, Nino Ferreri, Tony Lo Coco e Patrizia Di Dio
Anelletti al forno è il Piatto della bella stagione di Tony Lo Coco, chef e patron del ristorante I Pupi di Bagheria (Palermo)