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L'Orto Felice, a Udine, è un prezioso "tempio" della biodiversità, del biologico e dell'agroecologia. Con visione e sensibilità, l'Orto custodisce varietà e specie rare di ortaggi e legumi, lavora in maniera diretta i propri prodotti, puntando soprattutto sulle fermentazioni, per un uso completo della materia. Tutte le foto sono a cura di Giulia Godeassi
L’Orto felice, a pochi passi dal centro di Udine, è stata la prima azienda agricola biologica certificata del Friuli Venezia Giulia.
Nel 1987 il signor Romanelli, padre di Caterina che ci guida nella visita, decide pionieristicamente di convertire l’intera produzione al bio. La famiglia da generazioni si occupava di allevamento e di vendita di latte, ma nel tempo la produzione di ortaggi e frutta è diventata l’occupazione principale.
Caterina Romanelli rappresenta la nuova generazione dei Romanelli: agricoltrice, dopo gli anni di studio a Parigi relativi allo sviluppo sostenibile e responsabilità d’impresa, decide di dedicarsi alla sua terra e all'azienda di famiglia
Oggi l’Orto felice è testimonianza tenace di biodiversità, grazie al lavoro certosino di conservazione di specie - solo di fagioli sono state piantate 70 diverse varietà – in una sorta di biblioteca vegetale a cielo aperto, 8 ettari coltivati, 12 serre e il resto a pieno campo, oltre ad alcuni ettari - al momento a riposo - che saranno destinati all’olivicoltura.
Presto, alcuni ettari dell'azienda saranno dedicati all'olivocoltura
Caterina fa parte di quella generazione di giovani agricoltori che hanno fatto ritorno alla terra di famiglia a seguito di esperienze di studio e vita all’estero: dopo 7 anni di formazione e lavoro a Parigi, occupandosi di sviluppo sostenibile e responsabilità d’impresa, decide di dedicarsi alla sua terra, riprendendo lì da dove aveva lasciato da piccola, e «dai negoziati infiniti con i vecchi contadini - a cui mia mamma non mancava di portarmi - per farci dare i semi di varietà che rischiavano di sparire».
L’idea principale che anima la famiglia Romanelli è che con il cibo ci si cura: da qui l’ampio spazio allo spaccio diretto al consumatore nei mercati contadini e alla lavorazione diretta dei prodotti – «per mangiar cose davvero sane» - con un conseguente sforzo creativo per utilizzare quello che i campi propongono nelle stagioni. E poi largo alle fermentazioni, in un’ottica larga di circolarità e di utilizzo delle eccedenze in cui tutto quello che avanza si trasforma, per arrivare all’obiettivo virtuoso dello spreco alimentare zero.
In estate l’Orto felice ospita cene con giovani chef e pop up in collaborazione con la ristorazione in giro per l’Italia
Ma non secondario è lo scopo dell’azienda di fungere da memoria storica e archivio: si pensi alla piccola grande soddisfazione di aver “salvato” 40 delle 350 varietà di pomodori antichi, frutto del lavoro di un’amica e ricercatrice biologa inglese che viveva sul lago di Garda, prematuramente scomparsa. O ancora alle 15 varietà di zucca, ai legumi, fra cui sono presenti quasi tutte le varietà di montagna, sempre più difficili da reperire.
In estate l’Orto felice ospita cene con giovani chef e pop up in collaborazione con la ristorazione in giro per l’Italia - recente la partnership con Casa Ramen negli spazi del cinema Visionario a Udine e, per il resto dell’anno, è fattoria didattica e offre corsi di assaggio e di formazione del gusto, per (ri)avvicinare al mondo vegetale e alle sue sfumature – comprese le erbe spontanee e i fiori edibili – un pubblico sempre più vasto.
L'Orto Felice si trova in Via dei Carlini 31, in località Baldasseria Media, Udine
Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola
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