12-07-2021

Moltivolti e Altrove a Ballarò, pezzi di mondo nel piatto

A Palermo per scoprire due locali che si battono per favorire l'integrazione e le minoranze. Un trionfo di sapori da ogni dove

Moltivolti, a Palermo in via Puglia 21

Moltivolti, a Palermo in via Puglia 21

Volti, storie, cibo, vite, Ballarò. Il mercato ebbro di umanità è a due passi, i vicoli esposti al sole profumano di melanzane fritte, il calore multietnico riempie lo sguardo e il cuore. Riapre Moltivolti, e questa volta, insieme all’associazione, che da 7 anni si occupa di integrazione e minoranze, oltre al ristorante e al coworking space, casa accogliente di 10 realtà non proft (Libera è una di queste), si pensa anche a un nuovo bar, Altrove. Una realtà senza frontiere, una cucina dallo stile inclusivo, nei sapori, nei pensieri. «Sostituiamo il termine etnico con internazionale, e il gioco è fatto», spiega lo chef Antonio Campo. L’empatia si annusa, in questo microcosmo cucina-sala in cui si incontrano identità da Italia, Marocco, Zambia, Afganistan. Alcuni sono ragazzi autoctoni, altri rifugiati o richiedenti asilo, ogni storia arricchisce la visione, il menu apre le ali verso il mondo.

Altrove Bar, via Discesa dei Giudici 41, Palermo

Altrove Bar, via Discesa dei Giudici 41, Palermo

Antonio Campo e Andrea Infurna

Antonio Campo e Andrea Infurna

«Dopo l’esperienza con Cristina Bowerman sono tornato a Palermo», racconta Antonio, «ho cominciato a sperimentare con le verdure siciliane… ho immaginato uno spazio del gusto che accogliesse profumi lontani e formati vicini». L’alterità è solo un punto di vista, nel menu insieme al cous cous con frittura di pesce locale e pesto trapanese e nero, la doppiaza afghana e il mafè senegalese, i dolma di foglie di tenerumi, si inserisce una linea golosa di “Pezzi di mondo”, tratto peculiare della proposta del nuovo bar caffetteria. La rosticceria palermitana (arancine and friends) colpisce nel profondo, si mangia a ogni ora, non ha età, non subisce il tempo che scorre. Il fascino del morso fugace sotto al sole, magari raffreddato da una birra non passa mai di moda: è questo il segreto dei fritti e panificati ripieni, il loro formato adatto a essere afferrato e mangiato con le mani, i sapori intensi, e le testure corpose che fanno decollare le papille. Si pensa a Palermo ma si mangia tutto il mondo, è come una “sineddoche gustativa”, in cui i pezzi di Moltivolti sono fragranti bontà che si possono assaporare in giro per il globo.

Specialità da tutto il mondo

Specialità da tutto il mondo

Si inizia con una spanakopita di sfoglia con verdura a foglia verde e primo sale locale, un morso di Grecia, un assaggio di cultura mediterranea. Il formaggio siciliano sostituisce la feta e le verdure cambiano, a seconda del momento. Il khachapuri racchiude, in un impasto di pane stirato e cotto in forno, fiocchi di latte, formaggio e un uovo. Un’idea di pizza ripiena, che lascia intravedere il contenuto, in cui l’uovo è una necessaria nota di colore e sapore. Il samosa spicca per la croccantezza, un triangolino di pasta brik, ripieno di funghi, semi di senape nera e nigella per una carezza speziata. Uno spazza fame, l’aperitivo che vorremmo nei prossimi mesi di agognata libertà. Il biscotto al cumino è sapido al punto giusto, accompagnato da una crema di yogurt, aromatiche fresche e tahina. Quasi una frolla bretone, alla vista e al palato, con la spezia in sottofondo. La brioche con banana e cardamomo è un tour nella Sicilia del futuro, quando l’integrazione sarà la parola d’ordine, la bellezza avrà molti volti, e l’altrove sarà un qui e ora da non perdere.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Caterina Lo Casto

Nata a Bologna nel 1992, origini siciliane e romagnole, diploma Classico, laureata in Scienze della comunicazione. A vent’anni comincia a lavorare in cucina, prima Bologna, poi Grecia, Palermo. Nel 2019 si iscrive a Storia e cultura dell’alimentazione a Bologna. La passione per il mare, le isole, il cibo, il cinema e le storie identitarie sono gli aspetti che più la definiscono come persona e scrittrice in nuce

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