01-11-2020
“Ma non dici niente? Allora? Aspettavo un tuo commento!!!”.
Ma esattamente, io, cosa dovrei dire? Anche se non sono convinto... Qualcosa è meglio di nulla… Non sempre, a volte! Ma ci provo lo stesso.
Voglio continuare a vedere il bicchiere mezzo pieno. Stavo recuperando la perdita di marzo, aprile e maggio che, con ottobre, novembre e dicembre, sono il centro degli incassi per Dina e per molti altri ristoranti. E tutto è crollato nuovamente. Penso a chi lavora in centro a Roma o a Firenze e a tutti quelli che si sono ritrovati a non avere una stagione. Penso a chi vive grazie alle settimane bianche. E poi penso che, forse, proprio così bravi non lo siamo stati.
Vorrei sapere quanti davvero hanno fatto ciò che ci era stato richiesto… Perché sentirvelo dire ora non mi aiuta se vi rivedo nella mia mente a limonare lampioni a caso durante tre quarti delle vostre storie Instagram o, peggio, a pochi metri da me. Però, poi, penso che siamo umani e che non posso continuare a fare il moralizzatore. Sì, perché se vuoi mantenere le distanze sei folle. Il solito esagerato. In fondo, siamo fallibili. E tutto sommato uno figo diceva “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Gipponi e famiglia a Identità Golose (foto Brambilla-Serrani)
Comunque, ho scritto queste cose perché so che dovevo dare un segno di vita in questo momento difficile. Esattamente a chi, non so. Perché, poi, vi siete accorti che siamo convinti di parlare a tutto il mondo e, invece, ce la raccontiamo solo tra di noi? Sì, a poche migliaia di persone quando sono tante. Ma, per cominciare, continuo a lavorare a pranzo e mi sto organizzando per le consegne. Lo volevo fare? Anche in questo caso, non lo so. Comunque, sicuramente, non per questo motivo almeno, ma ora come tanti lo dovrò fare, quindi siccome siamo tutti sulla stessa barca, e non è proprio comoda, stiamo uniti.
La sala del Dina
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Bresciano, classe 1980, fin da ragazzo ha coltivato una passione per la cucina d'autore, ma la sua vita professionale l'ha portato altrove. Dopo una laurea in Sociologia, un po' di gavetta da chitarrista e un paio di altri impieghi, a 35 anni la decisione di cimentarsi come cuoco: stage all'Orsone di Joe Bastianich, chef Edoardo Valle Lobo; quindi, più vicino a casa, Da Nadia, quando ancora era a Castrezzato. Poi con Massimo Bottura all'Osteria Francescana. E poi ancora con il suo ristorante, Dina, a Gussago (Brescia). Sorpresa dell'anno per la Guida di Identità Golose 2019
Antonio Pappalardo, chef pizzaiolo nonché patron delle pizzerie Inedito a Brescia a La Cascina dei Sapori a Rezzato (Brescia). Foto aromi.group
Alberto Gipponi, classe 1980, dopo una prima parte della sua vita impegnata a fare altro (laurea in sociologia, musicista, lavori nel sociale), la scelta di dedicarsi alla passione per la cucina. Nel 2017 ha aperto Dina
Alberto Gipponi, Chicco Cerea e Annalisa Cavaleri (foto Serrani/Brambilla)