Tutto parte dal numero 84.
Che ricordi abbiamo del numero 84? Cosa evoca nella nostra testa, nel nostro cervello, nel nostro cuore? Qual è la prima cosa che ci viene in mente? Se mi aveste posto questa domanda fino a qualche tempo fa, vi avrei risposto: l’Equipe 84, quindi “Un angelo blu”, “E ho in mente te”, eccetera.
Bene, da un po’ di tempo non ho più in mente te, e le chitarre di Maurizio Vandelli e compagnia sono state doppiate, aggirate, surclassate da piatti, forchette, pentole e bicchieri. È la forza dirompente del Lido 84 di Riccardo e Giancarlo Camanini: più magniloquente di ogni musica, più seducente di ogni canzone, più innovativa di ogni sensazione palatale provata.
Tutti si chiedono, una volta arrivati qui, a Gardone Riviera, perché
Camanini non abbia già conquistato almeno due (se non tre) macaron della spettabile guida d’Oltralpe, Io non lo so, o almeno non mi interessa così tanto. Il dibattito non mi appassiona. Mi appassiona il
Cacio e pepe in vescica di maiale, mi incanta lo
Spaghetto al lievito, e così via.
Ma ancor di più, e ancor più violentemente, mi colpisce che tutta questa straordinaria violenza gustativa avvenga in un luogo idilliaco, paradisiaco, dove il parco declina sotto gli enormi alberi fino a giungere alle onde del lago, che fa da cornice a un locale con grandi vetrate che danno sull’acqua, dove cigni e papere nuotano nel blu. Anche il Riva, il motoscafo sempre ormeggiato a lato del ristorante, ricorda e sottolinea con le sue linee straordinarie la bellezza del posto.
Riccardo e suo fratello
Giancarlo, gran maître, ti accolgono quasi eterei sembianti, gentili straordinarie figure padrone del luogo. E qui, in tutta questa grazia e bellezza, avviene una delle trasformazioni più esaltanti e improvvise: ti siedi, ti arriva la prima portata e...
bam! Il primo colpo al palato! E inizia l’attacco, il bombardamento. Una dopo l’altra, le pietanze calano sul tavolo, in bocca, nella mente e nel cuore con la forza di un mitragliamento. Dolce, salato, acido, speziato, colore, consistenza, cotture, marinature, carezze, pugni: una lotta continua tra meraviglia e stupore, tra forza e dolcezza.
Gardone Riviera è luogo di forti emozioni: proprio qui, sopra al ristorante, il Vittoriale degli Italiani, la villa di Gabriele D’Annunzio, ospita poemi, reliquie d architetture di modernista fattura e di marinettiana concezione. Ecco: Camanini ci ricorda molto i poeti futuristi, che peraltro dubito vadano a genio allo chef, viste le opinioni di Marinetti sulla pasta, espresse in quel Manifesto della Cucina Futurista, in cui addirittura aveva dichiarato “guerra alla pastasciutta”.
Altre questioni. Ma intanto...
Zang Tumb Tumb, un Risotto all’aglio nero fermentato.
Trac... traaaac... traaaaac, uno Spaghetto burro e lievito.
Stessa forza dirompente. Stessa unica dimensione estetica. Stesso grande esaltazione di gusto. Fuochi d’artificio. Pallottole traccianti.
In rapida successione, abbiamo gustato:
Tartare di pesce persico, polenta e bitter
Ostrica e fico
Fusilloni 84 ore e 11 minuti, pistacchi e pomodori marinda
Spaghettone, burro, lievito di birra
Riso, aglio nero, frutti rossi
Riso riscaldato (un meraviglioso riso al pomodoro, riscaldato come una volta)
Animella di vitello, carote crude in saor, punch
Sarda di lago affumicata e fritta, miele rosmarino e agrumi
Cacio e pepe en vessie
Gelato al latte di montagna
Torta di rose cotta al momento, zabaione al Vov, Limoni del Garda
Kouign Amann, arancia, zenzero, timo e sale grosso
E purtroppo, dico purtroppo, ci siamo fermati lì. La battaglia si è conclusa. I bombardamenti anche. Le mitragliatrici hanno smesso il loro sferragliante fragore.
Trac... Traaaaac... Tratatatatatac...
Stop. Silenzio. I fratelli Camanini ringraziano e si ritirano, sorridenti. I teatro per oggi si è concluso. Si chiude il sipario.
Viva la cucina futurista di Riccardo Camanini.