Ksenia Amber ha 38 anni ed è nata vicino ad Odessa. E' una delle principali rappresentanti della cucina ucraina, dopo essersi trasferita nel 2008 a studiare in America ed essersi fermata là a fare esperienza per alcuni anni. «Il mio obiettivo – ha raccontato emozionata sul palco di Identità Milano 2022 – è sempre stato quello di farmi le basi nelle Stati Uniti e rientrare in Ucraina per insegnare il mestiere ai nostri giovani».
E a questo punto Ksenia si commuove. In un lampo nel suo Paese è cambiato tutto e anche la sua esistenza ha preso un'altra direzione. «Ho fatto i conti con la parola guerra. E' scoppiata il 24 febbraio e io a Kiev stavo facendo una lezione di cucina ai ragazzi. Ricordo ancora il suono delle sirene, il sibilo delle bombe. Siamo corsi a nasconderci nei rifugi antiaerei e poi sono risalita di nuovo a cucinare».
Ma da allora è cominciata un'altra esistenza per lei e per suo marito, sposato appena un anno fa. «Lui – racconta – è rimasto in Ucraina a combattere, io, con mille difficoltà, sono riuscita a varcare il confine e ad entrare in Europa. Ho pensato che per essere utile al mio Paese potevo fare solo quello che so fare. E così ho iniziato ad organizzare cene di beneficenza, vado ovunque mi chiamino. Rivisito in chiave europea i nostri piatti tradizionali, il borsch, zuppa di patate e barbabietole, e i pierogi, simili ai vostri ravioli. I proventi li destiniamo al programma
Chefs for Ukraine di
World Central Kitchen, l'organizzazione voluta dal cuoco e attivista spagnolo
José Andrés per preparare e servire pasti per i soldati, i rifugiati e gli anziani. Ne abbiamo già serviti oltre 300 mila e io ho già un buon calendario d'impegni, ma voglio che si amplii. Sono pronta ad andare ovunque mi chiamino».
Ksenia sorride, ma ha gli occhi tristi. Il pensiero si divide tra timore e speranza, ma lei non vuole spegnere i fari sulla sua missione. Vuole portare un messaggio di pace e di condivisione verso piatti saldamente radicati nella sua terra e nei ricordi della sua infanzia. E ad Identità Milano spiega la semplicità dei ravioli pierogi, il cui ripieno poteva essere nei modi più svariati a seconda della regione di provenienza o se si era vicini o lontani al mare.
«Era – spiega – il nostro modo di fare famiglia e festa. Li preparava la nonna e ci accompagnavano nei pranzi della domenica. Nelle cene di beneficenza ne ho preparata una nuova versione che ho ribattezzato “
Ritorno al futuro”. La pasta è salata, ma l'interno è dolce, grazie ad un ripieno di amarene”. Ha già organizzato cene a Tenerife, a Madrid ed ora lancia la sua disponibilità in Italia.
Sarà a Torino dal 9 maggio per 5 giorni in occasione dell'Eurofestival della canzone e poi si sposterà su Milano nel ristorante di Identità Golose Milano il 26 maggio in coppia con Cesare Battisti, chef del Ratanà, e il 28 maggio sarà a Cook, organizzato dal Corriere della Sera.