29-04-2013
E a fine pranzo, The Lunch of a Lifetime come lo hanno battezzato i responsabili di Harrods, l'immancabile e doverosa foto ricordo di una giornata di Grande, Viva e Vera Italia, alla faccia di chi non crede nella nostra cucina e la riduce a macchietta o a somma di stereotipi quando invece potrebbe essere il motore di una rinascita economica
Che bella domenica quella che ci siamo appena lasciati alle spalle, quarta trasferta di noi di Identità a Londra per un debutto da Harrods con un pranzo che i nostri partner inglesi hanno chiamato The Lunch of a Lifetime, il Pranzo di una vita. Questo alla vigilia, poi tutto andava confermato nei fatti perché a parlare sono bravi tutti, a fare le cose per bene lo sono tanti ma mai tutti.
Carlo Cracco, Massimo Bottura e l'orgoglio di essere italiani, nonostante tutto
Identità London costellata da sorrisi, 250 coperti, 25 tavoli da 10, compreso quello con Villas Boas che per chi è interista vuole dire un gol di troppo nell’eurosfida con il suo Tottenham: “Bello qui, adoro al cucina italiana. A Milano provai a prenotare da Cracco, ma era completo. Assaggerò il suo piatto qui”. Primo a uscire proprio l’antipasto di Carlo, il suo Tuorlo in infusione allo zafferano con zucchine e cozze. Il vicentino lo spiega, pungolato da Nigel Barden, giornalista inglese dalla bella voce e dal ritmo incalzante.
Tocca quindi ai fratelloni Cerea, Enrico e Roberto, che Nigel chiama anche con i rispettivi nomignoli, al meno ci prova e i siparietti che seguono strappano appalusi e sorrisi. Chicco e Bobo mandano in sala l’Insalatina di baccalà con le sue trippe e spuma di patata affumicata, che tanto ina non è. Piatto ricco, del resto la cucina dei Cerea è sempre stata all’insegna della golosità, ben poco cerebrale.
Davide Scabin si porta appresso un’idea del Combal.zero, da Rivoli a Londra con la Pasta Shake, nella circostanza Conchiglie al nero di seppia alla Piemontese per via dei peperoni arrostiti, della salsa d’acciughe e del tartufo nero sotto forma di caviale (“ma non è una sferificazione”, ci tiene a precisare Davide). La salsa va versata nel bicchierone da agitare ben bene rigenerando la pasta. Il pubblico si diverte e il tempo passa piacevolmente. Noi italiani saremo quel popolo che a tavola non si stanza mai, ma anche i sudditi di sua maestà britannica sembrano non scherzare.
E siamo ai secondi, il mare di Gennaro Esposito e della Torre del Saracino a Vico Equense (Napoli) e la terra di Massimo Bottura e dell’Osteria Francescana a Modena. Dalla Cernia scottata e servita in verde al Beautiful Psychedelic veal che sembra cotto alla carbonella e invece no, ma se non lo spieghi tutti cadrebbero in errore. Profumo di fumo senza legna ardente.
Alex Atala e il cannoncino tutta bontà di Chicco Cerea
Il tempo di un caffè Ca’Puccino e passerella per i cuochi, compresi Duccio Orlandini, fiorentino, executive di tutta la ristorazione di Harrods, e Giuseppe Silvestri, il suo secondo, head chef amico di Esposito. E passano anche chef amici, come Daniel Patterson del Coi di San Francisco, Alex Atala del D.O.M. di San Paolo che oggi, lunedì 29, scoprirà se è il nuovo numero 1 del pianeta goloso o il secondo dietro ai Roca. Davide Oldani fa capolino al tramonto, c’è chi cerca Enrico Crippa, la novità italiana nei World’s 50 Best, e chi si chiede perché Paolo Lopriore non ha gestito meglio il suo cambio di rotta che priva il Buon Paese di un pokerissimo nella classifica 2013, già bella per il premio a Nadia Santini come miglior chef donna del globo intero. Poteva tornare a occupare una posizione il solo Carlo Cracco assieme con Bottura, Crippa, Alajmo e Scabin. Tanto Nord Italia e zero Centro-Sud e non è giusto nemmeno questo.
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
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