30-09-2024
Una delle pizze di stagione, una migliore dell'altra, di Pier Daniele Seu al suo Seu Pizza Illuminati di Roma
La mia stima va, per senso d’appartenenza e affetto personale alla mia città, a chi raggiunge l’eccellenza nella nostra Capitale, qualsiasi sia l’ambizione e il settore. In Seu Pizza Illuminati riconosco questo traguardo. Che sia per i diversi impasti proposti - penso alla crunchy con doppia cottura, penso alle pizze dolci, penso ai fritti... -, che sia per la spiccata vena creativa che li contraddistingue e personalmente valorizza anche la mia cucina al Pagliaccio, vedo in Pier Daniele e nella sua squadra la voglia di essere grandi, di elevare un prodotto italiano al rango di eccellenza a tavola, senza mai rinunciare alla propria identità, in ogni singola preparazione, in ogni singola proposta.
Pier Daniele Seu
Sono locali così che portano avanti il grande nome della tavola italiana non solo qui da noi, ma anche all’estero.
Polpo, crusco, ciliegie
LA PIZZA PIÙ CREATIVA Strapazzami: pizza wheely (ossia cotta a ruoto) con uovo strapazzato, mix di formaggi, tartufo a scaglie e cardoncello piastrato
LA PIZZA VEGETARIANA Assoluto di crucifere (vegetariana, meglio ancora: vegana): crema di calvolfiore senape, cavolfiore viola in soluzione citrica, cavoletti di Bruxelles alla salsa di soia, cavolo nero croccante e nocciole tostate
LA PIZZA SIGNATURE Super provola e pepe: ombra di pomodoro, pacchetelle gialle, provola, pepe, ricotta affumicata, basilico e basilico viola
Arancia e cardamomo
PERCHÉ FERMARSI per i diversi impasti proposti, una squadra che valorizza l'eccellenza dei prodotti della Penisola, con un occhio attentissimo al mondo vegetale. E una sala che è all'altezza della cucina proposta
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
di
nato in Francia nel 1968 da genitori calabresi, ha frequentato la scuola alberghiera transalpina. Dopo aver lavorato in svariati Paesi (Italia, Francia, Giappone, Malesia, Thailandia), è approdato nella costiera amalfitana, presso Palazzo Sasso, a Ravello, ricevendo la prima stella Michelin (2000). Trasferitosi a Roma, è oggi chef de Il Pagliaccio, due stelle dal 2009. L'insegna deve il suo nome a un dipinto raffigurante l’immagine di un clown, dono di sua madre, un po' emblema del suo fare cucina, a volte stravagante ma profondamente equilibrato e soprattutto autobiografico
Una splendida Margherita de La Sorgente a Guardiagrele (Chieti)
La Spick & Crock di Saccharum