25-02-2017
Dopo le polemiche sulla pizza all'ananas, interviene Massimo Gatti de I Due Gatti di Borgotaro e Parma. «Io la preparo» (vedi foto sopra). E la difende pure
L’altro giorno, nel saluto della newsletter generale di Identità Golose, la numero 496, ho ricordato di come il presidente islandese, Guðni Thorlacius Jóhannesson, si sia scagliato contro la pizza all’ananas, al punto che se ne avesse il potere la vieterebbe per legge. In chiusura, mi sono augurato di imbattermi una sera in un pizzaiolo in gamba al punto da saperne preparare una valida. In fondo, se tanti nel mondo, soprattutto in America, l’adorano, qualche motivo ci deve essere. Basta cercarlo e, si spera, trovarlo. Pochi mesi ancora e questa pizza tornerà nella carta di una pizzeria di Parma. Mi ha infatti scritto Massimo Gatti dei Due Gatti: lui la propone, stagionalmente. Gli abbiamo chiesto di “difenderla”. Ecco quello che ci ha scritto (Paolo Marchi)
Io penso che la pizza all’ananas sia buona, se realizzata nella maniera giusta, con la dovuta professionalità. Io ci provo, la propongo: si chiama Waikiki per richiamare le Hawaii. Quattro ingredienti: fiordilatte, fiocchetto arrosto, carpaccio di ananas e blu mediterraneo. Volevamo creare una pizza fresca, ma saporita, perfetta contro il caldo estivo. Perché non pensare a una pizza con il frutto più fresco che ci sia?
Massimo Gatti
In generale, credo si debba dare sfogo alla creatività, alla voglia di usare gli ingredienti che più si amano, anche su una pizza. Occorre ragionare come se questa fosse il nostro piatto di portata: una grande base, una corretta lievitazione sono i fondamenti del nostro lavoro. Ma al di là di ciò, e oltre alle sempre buone e mai banali margherite e marinare, c’è spazio perché noi pizzaioli si possa dare tanto: giocare, ragionare su consistenze, stagionalità, contrasti, profumi, sapori, colori.
Quattro spicchi di bontà firmati Massimo Gatti
Mi piace proporre cose nuove. La scorsa settimana abbiamo ideato una pizza Che barba, con gli agretti, o barba di frate: un prodotto che non era conosciuto da grande parte di che l'ha assaggiata. E' piaciuta moltissimo. Cerchiamo di offrire novità ma anche conoscenza della ricchezza gastronomica, consapevolezza sul fatto che non esistono solo pomodori e zucchine – materie prime che amiamo – ma innumerevoli altre bontà, e le combinazioni golose sono molto più di quelle nelle quali ci imbattiamo di solito. Ovviamente diamo spazio in primo luogo all’incredibile, pazzesco patrimonio di prodotti che offre il nostro Paese: ma di tanto in tanto ci piace anche inserire qualcosa di esotico, come nel caso dell’ananas. O penso alle spezie orientali.
Gatti a Identità Expo
In conclusione credo che sia importante liberarci dai dogmi, dalle regole ferree; cercare sempre di conoscere e approfondire. Bisogna studiare gli ingredienti, anche quelli che esulano dai classici pomodoro&mozzarella, che pur sono strepitosi. Andiamo oltre il già noto, travalichiamo i confini, osserviamo il mercato estero sia per quello che ci propone come prodotti, sia per venire incontro a gusti diversi dai nostri. Non bisogna mai fermarsi: fa bene al business, alle papille e anche al nostro arricchimento culturale. (Massimo Gatti)
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
a cura di
classe 1983: nel 2005 decide di chiudere nel cassetto il diploma di ragioniere e seguire la passione per la cucina. Apre alle porte del suo paese, Borgo Val di Taro (Parma), la prima insegna I Due Gatti, da autodidatta. Poi studia: stage a Il Rigoletto di Reggiolo con Giovanni D’Amato, diploma all'Alma nel 2009. Ora I Due Gatti sono anche a Parma città. Considera Luciano Tona come un secondo padre, oltre che un maestro