09-09-2024

Vermentino Solosole Poggio al Tesoro, eccellenza bianca a Bolgheri

In Toscana, nell'azienda di Marilisa Allegrini, per la verticale storica (dal 2007 al 2023) di una sfida coraggiosa, condotta nella terra dei grandi rossi

Al centro, Marilisa Allegrini di Poggio al Tesoro

Al centro, Marilisa Allegrini di Poggio al Tesoro

Bolgheri celebra i 30 anni della sua denominazione e Marilisa Allegrini con i vini della cantina Poggio al Tesoro è stata presente ad una singolare cena sul Viale dei Cipressi per Bolgheri Divino, con un tavolo allestito per 1.200 persone, lungo un chilometro. Una serata magica, in cui tutte le 74 aziende che formano il Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Bolgheri, presieduto da Albiera Antinori, hanno celebrato questo nettare di Bacco nel viale che Giosuè Carducci descrive nella sua opera “Davanti a San Guido”.

Oggi Bolgheri rappresenta due Doc: Bolgheri e Bolgheri Sassicaia nata nel 2013 a tutela di uno dei vini più iconici della zona. Un vino rosso abitualmente composto da Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, Merlot e spesso percentuali minori di Syrah, Petit Verdot e raramente Sangiovese. I Bianchi invece elevano i vitigni Vermentino con eventuali integrazioni di Sauvignon Blanc e Viognier.

Marilisa Allegrini con lo spirito imprenditoriale e illuminato che la contraddistingue da sempre, nel 2001 decide di acquistare dei terreni proprio a Bolgheri, accompagnata dal fratello Walter e da un pensiero chiaro: «La nostra Valpolicella poteva essere affiancata dalla Toscana. Questa porzione di terra vitata ci era piaciuta subito. Io sono perdutamente innamorata di Bolgheri fin da quando l’ho scoperta, oltre un ventennio da. Ancora oggi rappresenta per me e la mia famiglia un autentico tesoro».

Andrea Lonardi, Marilisa Allegrini e l'enologo Christian Coco 

Andrea LonardiMarilisa Allegrini e l'enologo Christian Coco 

[ima3]]L’energia contagiosa di una donna che creduto in una squadra di lavoro orientata a esplorare, con curiosità e acume, una zona viticola in cui il terroir cela quell’unicità perfettamente calata nei calici. «Quando iniziammo le trattative di acquisto dei vigneti, pensai subito che sarebbe stato sfidante produrre un grande Vermentino, oltre ai rossi bolgheresi. Mi confrontai con agronomi, enologi e mio fratello Walter. Poi serviva una cantina e, anche in questo caso, con le giuste attese abbiamo effettuato una scelta controcorrente: meno archistar e più contemporaneità vocata all’operatività, direi una cantina Ikea a Donoratico. Una struttura coibentata e funzionale che contenesse i costi. In verità l’impegno economico è stato importante e adesso amplieremo ancora. Anche in questo mi sento di poter affermare che siamo stati i primi a creare questo tipo di cantina. In verità oggi di fronte a noi c’è Ornellaia».

Poggio al Tesoro vanta 64 vitati ed è tra le proprietà più estese della denominazione con 4 poderi: Via Bolgherese, Chiesina di San Giuseppe, Le Sondraie e Valle di Cerbaia. Precisamente tra il Mar Tirreno e le ultime propaggini delle Colline Metallifere. «Mi auguro un giorno con la mia famiglia di poter creare una cantina a Le Sondraie. Molti dei terreni li ho acquistati da ex mezzadri marchigiani che negli anni ’50 si erano trasferiti qui per diventare proprietari terrieri. Ai tempi il costo per ettaro dei terreni era davvero esiguo. In particolare ho radunato gli appezzamenti di un’intera famiglia, i Cameli,  tranne una porzione di terra in posizione strategica che mi cedette la famiglia Poggiolesi, ex fattori della famiglia Antinori».

È bene precisare che il costo medio attuale di un ettaro di vigneto bolgherese varia da 700mila fino ad arrivare a un milione di euro. Interessanti due riflessioni a proposito: la cantina di Poggio al Tesoro è stata attrezzata in una zona industriale non lontano da Bolgheri, dove prima c’era un rimessaggio di barche di ampia dimensione. Qui avviene una gestione completa delle uve: cernita, pigiatura fino alla vinificazione, affinamento, confezionamento e spedizioni in tutto il mondo.

Solosole 2007 e 2023

Solosole 2007 e 2023

L’enologo Christian Coco, alla sua quarta vendemmia, aggiunge: «Il mio arrivo a Poggio al Tesoro nel 2021 mi ha permesso di lavorare con vigne e impostazione di progetto già ben strutturato. Oltre alle particolarità dei rossi la sfida più coraggiosa è stata, senza dubbio, sul Vermentino Solosole. Siamo di fronte a un vino bianco di grande personalità con cui il tempo è particolarmente generoso come dimostra la piacevolezza delle diverse annate. Lo arricchisce di profumi e struttura, lo rende decisamente affascinante grazie alle note terziarie di idrocarburi che si sviluppano con l’affinamento in bottiglia. Marilisa desiderava un grande bianco, un vino che sapesse da giovane di S.A.L.E, le iniziali di struttura, acidità, longevità, espressione aromatica marcata e nel tempo di M.A.R.E., ovvero mineralità, avvolgenza, rotondità, eleganza. Certamente la vendemmia la chiaro di luna ci consente di gestire la temperatura evitando stress alle uve».

Questo Vermentino è un vino da bere in qualsiasi momento della giornata e ha una versatilità di abbinamento, dal salato al dolce, davvero intrigante. Per Andrea Lonardi, Master of Wine e Ceo del Gruppo Marilisa Allegrini: «Questo vino è stato un modello di emancipazione, visione coraggiosa e valorizzazione del Vermentino che qui si esprime con successo. Un bellissimo caso di vino italiano, sottovalutato, che nasce da una persona che ha creduto in un vino accessibile, quotidiano, marino intriso di colore, luce, e profumi comunicando il territorio la magia di Bolgheri. Un marchio per Bolgheri».

Un successivo pranzo in riva al mare dalla famiglia Zazzeri del Ristorante La Pineta ci ha permesso di esplorare il Vermentino Solosole con le pietanze studiate per questa verticale storica: «Questo ristorante per noi è parte integrante della storia di Poggio Al Tesoro. Quando nel 2001 siamo arrivate qui, Luciano e i suoi figli Andrea e Daniele ci hanno accolto a braccia aperte, facendoci sentire a casa. Siamo felici che l’amicizia che legava Marilisa e Luciano prosegua oggi, con sincero affetto, tra di noi figli. I piatti che compongono questo pranzo sono il menù del nostro cuore», hanno spiegato Carlotta e Caterina Mastella.

I vini in degustazione alla Pineta di Bibbona

I vini in degustazione alla Pineta di Bibbona

GLI ASSAGGI. La prima annata di Solosole è stata la 2006 ma un problema di tappi ha penalizzato il debutto. Ecco gli altri nostri assaggi.

2007 (versione tappo a vite)
Grande annata, un bianco che esprime pienamente l’equilibrio tra acidità, avvolgenza ed eleganza con chiari ricordi allo Chablis nell’accezione più edonistica del termine.

2014
Vino dalla tensione più marcata pur catturando le papille gustative una nota di miele millefiori e, secondo la sottoscritta, l’annata che potrà evolvere per molto tempo

2016
Annata di grande equilibrio con note di idrocarburi più evidenti sia al naso sia all’assaggio. Senza dubbio il millesimo dove il DNA varietale domina con fermezza.

2017
Annata dove la siccità ha pesato ma il frutto di pesca bianca e gialla ben integrata alle note di idrocarburi svela un sorso più contemporaneo che servirà monitorare con il passare del tempo.

2023
Freschezza, solarità e un tocco di piacevolezza assoluta che permette di apprezzarlo nella forma giovanile facendo intravedere un percorso di longevità importante.

Caterina Mastella, Andrea Zazzeri, Marilisa Allegr

Caterina Mastella, Andrea Zazzeri, Marilisa Allegrini, Giovanni Vannni, Carlotta Mastella e Roberto Vanni 


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Cinzia Benzi

di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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