24-05-2024
Francesca Seralvo è stata eletta presidente del Consorzio di Tutela Vini dell'Oltrepò Pavese
In molti pensano che con l’elezione di Francesca Seralvo a presidente del Consorzio di Tutela Vini arrivi un chiaro messaggio, dall’Oltrepò Pavese: vogliamo emergere.
Troppe volte, infatti, la zona è stata ingiustamente additata come area di produzione di vini di qualità non eccelsa, da grandi quantitativi, senza punte di eccellenze. Un pregiudizio quantomai infondato, ma che purtroppo ha scalfito anche il reale valore di una zona ricca di grandi potenzialità.
Eletta in consiglio di amministrazione del Consorzio a fine febbraio tra i rappresentanti dei vinificatori, Francesca Seralvo è stata successivamente scelta all’unanimità dallo stesso CdA come nuova presidente. Avvocato, ma produttrice per amore della sua terra, guida dal 2015 con passione la Tenuta Mazzolino sulle orme del nonno Enrico Braggiotti. Con lei ci saranno i vicepresidenti Renato Guarini (Losito e Guarini per la categoria imbottigliatori), Cristian Calatroni (Calatroni di Calatroni Cristian per la categoria viticoltori) e Massimo Barbieri (Torrevilla Vit. Associati per la categoria vinificatori).
I vini dell'Oltrepò: qualità in costante crescita
Ma cosa manca a questo Oltrepò? Due cose: dobbiamo mettere ordine alle diverse anime del territorio e definire un’identità ben precisa. E secondo, dobbiamo avere una grande consapevolezza del territorio, per poi arrivare a una zonazione.
E il Pinot Nero come riferimento di tutta la zona? Il Pinot Nero deve diventare il traino. Vorremmo che quando un appassionato o semplicemente un consumatore pensa al Pinot Nero italiano, soprattutto all’estero, gli deve venire in mente subito l’Oltrepò. Siamo l’area più vasta di Pinot Nero, dopo Borgogna e Champagne, in Europa.
Una bella immagine delle colline e dei vigneti pavesi (foto: Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese)
In questo momento, qual è il livello dei vini della zona? Di qualità ce n’è molta in Oltrepò, abbiamo un territorio che ci impone a fare bene. Ma non basta, e questo ci stimola a fare sempre meglio.
Ci sono ancora pregiudizi sull’Oltrepò? Adesso, in un pubblico più attento del mondo del vino, il nome dell’Oltrepo è in ascesa. Anzi, dà l’idea di un territorio da scoprire. Prima i consumatori storcevano un po’ il naso.
C’è anche la questione di trovare il giusto prezzo per i vini… Questo è fondamentale, perché dà un posizionamento di valore, e dobbiamo lavorarci anche a livello territoriale. L’agricoltore non può fare tutto da solo, ma il Consorzio può e deve essere guida una per loro.
Francesca Seralvo: «Il Pinot Nero sarà un traino»
E le bollicine? La spumantizzazione è la punta di diamante del nostro territorio, sia in bianco che per il Cruasé, con il Metodo Classico. Vogliamo puntare a dargli sempre più valore, anche economico, e il Consorzio deve diventare un posto dove i produttori possano trovare un supporto concreto.
Concludendo, come sarà il Consorzio? Un luogo di incontro. La porte sono aperte a tutti.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Francesca Seralvo nella cantina di affinamento di Tenuta Mazzolino
Sara Padroggi di Cà del Gè, azienda di Montalto Pavese (Pavia)