04-08-2023

Oltrenero: un nuovo modo di esprimere la cultura del metodo classico

Biodiversità, riduzione dell'impronta carbonica e sostenibilità sono le parole chiave di questa cantina In Oltrepò Pavese, che si conferma un progetto solido e in costante crescita

Accanto ai vigneti, attira l’occhio un campo di lavanda: qui una miriade di farfalle bianche si rincorrono. Una scena di naturalezza e armonia, così reale e simbolica, che ci offre la tenuta  Oltrenero mentre siamo in cammino dalla cantina verso la villa. Lassù, come sospesi sui campi, si esce confermando quella sensazione di seria leggerezza: la sussurra soprattutto l’Oltrenero Cuvée Emme 2018. Se la Tenuta ricerca un nuovo modo di esprimere la cultura del metodo classico in Oltrepò Pavese, questa bottiglia lo accarezza nel segno del Meunier che si affianca al canto del Pinot Nero, sulla vocazione ribadita della spumantizzazione  a Zenevredo. Una consapevolezza della tradizione e anche di quei pegni che affida in maniera più silenziosa, nascosta, proprio come il Meunier.

La ricerca, sempre. Anche visivamente la cantina ha voluto raffigurare la propria filosofia con il simbolo della tenuta: un moto circolare che rigenera continuamente se stesso cercando la perfezione. Il simbolo della vita, ma anche il dinamismo di chi non si vuole né può accontentare.

In cantina, il direttore ed enologo Paolo Tealdi si sofferma a lungo sulla sostenibilità. Del resto, lui – figlio di vignaioli - è arrivato nel 2021 e si è fatto immediatamente partecipe della sfida  “Oltre il Po, Oltre il Nero”.

Tealdi, Parolini e Zonin

Tealdi, Parolini e Zonin

Ad esempio, ha intensificato gli inerbimenti polifunzionali: le essenze che migliorano la fertilità del suolo, ma anche quelle mellifere per api ed insetti, decisive per la biodiversità. Come ha spinto a gestire boschi che tutelassero le specie florovivaistiche e contribuissero a tagliare la Carbon Foot Print. Tutto ciò – si spiega - «grazie all’ottimizzazione strategica nell’utilizzo di macchinari durante i trattamenti fitosanitari e la riorganizzazione delle tecnologie della tenuta». Gi stessi prodotti fitosanitari sono stati selezionati con cura, affinché avessero zero o basso impatto ambientale e c’è grande attenzione all’utilizzo dell’acqua. Non da ultimo, si soppesa la scelta dei prodotti fitosanitari a basso o nullo impatto ambientale: «Il prossimo anno ragioneremo sulla conversione in biologico, ma non dev’essere un salto nel buio. Il nostro focus è la qualità».

Tuttavia, sostenibilità significa anche attenzione alle persone, a partire da quelle con le quali si lavora: «È importante per noi il welfare aziendale, quindi  creare un ambiente che sia come una famiglia. Sentirci  a casa».

E ci si sente proprio a casa, a tavola, quando scorre la conversazione sulla storia e sul futuro di questo territorio e dei suoi vicini. Accanto a Tealdi e a Domenico Zonin, presidente del gruppo Zonin1821, c’è la presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese Gilda Fugazza.  

Domenico Zonin e Gilda Fugazza

Domenico Zonin e Gilda Fugazza

Prima la storia. La viticoltura qui ha radici antiche: i primi documenti scritti la fanno risalire a Plinio e a Strabone che nel 40 a.C., transitò con una legione romana e scrisse «vino buono, popolo ospitale e botti in legno molto grandi». Fu ribattezzata Oltrepò dai Barbari probabilmente, questa terra. Nel Medioevo poi si danno il cambio casate nobili. Nell’avvio dell’Ottocento, il territorio appartiene al regno di Sardegna: i viticoltori piemontesi cominciano la coltivazione del Pinot Nero. Nel 1860 l’Oltrepo diventa lombardo e al termine del secolo fiorisce la produzione spumantistica italiana, sempre grazie a queste uve.

A condurre al pranzo è Oltrenero Cuvée Brut Oltrepò Pavese Docg.  Oltre due anni sui lieviti per far sì che il Pinot Nero possa sprigionare quell’armonia fatta di piccoli frutti rossi, crosta di pane, glicine. Prima ancora, richiama il perlage di estrema finezza. Le viti hanno oltre 30 anni e la vinificazione avviene in piccole partite, per singola parcella, con metodo classico.

Risotto Oltrenero

Risotto Oltrenero

Il Risotto al metodo classico con stigmi di zafferano si fa accompagnare da Oltrenero Cuvée EMME Brut. L’annata 2018 garantisce una qualità testimoniata sia dalla struttura sia dalla parte olfattiva. La raccolta è stata effettuata verso ferragosto, in un anno cominciato con un inverno mite e proseguito con una primavera tranquilla. Nasce da una piccola perla, un vigneto di 2 ettari nella tenuta, con un suolo ricco di marna argilloso-calcarea. Con la sua freschezza e la sua interessante personalità, narrata anche dai profumi di susine e albicocche e note di mandorla, rappresenta una tappa intrigante della ricerca di Oltrenero

Oltrenero Nature

Oltrenero Nature

Completano il quadro Oltrenero Brut Nature Pinot Nero Metodo Classico Oltrepò Pavese Docg, prodotto solo nelle annate ritenute all’altezza, e Oltrenero Cruasé Pinot Nero Metodo Classico Oltrepò Pavese Docg. Quest’ultimo un epilogo rosa – cru e rosé - per un pranzo che ci ha portato in un mondo così vicino a Milano, eppure immerso in una pace deliziosa. E laboriosa, che ogni giorno spinge Oltrenero a ricercare ciò che lo esprime con fedeltà e curiosità al contempo. 


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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