02-04-2023
Neri Marcorè legge un passaggio del racconto di Gianni Farinetti dedicato a Biondi-Santi
Dall’equilibrio alla meraviglia. Sono queste le parole chiave che hanno contraddistinto “La Voce di Biondi-Santi”, il progetto della storica cantina di valorizzazione del Brunello anche al di fuori della storica Tenuta Greppo a Montalcino.
«L’anno scorso avevamo cercato di valorizzare il valore dell’equilibrio – ha raccontato l’amministratore delegato Giampiero Bertolini – Quest’anno invece vogliamo concentrarci sulla meraviglia. Una meraviglia che si ripete praticamente ogni giorno, anche nelle piccole cose».
Gianpiero Bertolini, amministratore delegato di Biondi-Santi
Il Brunello, prima ancora che da bere, è assolutamente da raccontare. E per farlo ha scelto anche una strada letteraria. «Abbiamo creato un’opera con Gianni Farinetti. Ed è nato un racconto, con una storia ironica, che diventa anche un po’ un giallo, legata a una bottiglia di Brunello Biondi-Santi Riserva del 1955, servito nell’aprile del 1969 all’ambasciata italiana a Londra alla Regina Elisabetta II dall’allora presidente Giuseppe Saragat. Questa storia è diventata un audiolibro, grazie alla voce di Neri Marcoré». Il noto attore, con lo charme e la classe che lo contraddistinguono, ha anche letto un passaggio del libro durante l’incontro di presentazione della “Voce di Biondi-Santi” a Milano, aggiungendo anche alcuni affascinanti passaggi musicali.
Neri Marcorè e Giampiero Bertolini
Sempre tramite podcast viene raccontata la meraviglia di Biondi-Santi, con le sensazioni e le emozioni dell’amministratore delegato Giampiero Bertolini, del direttore tecnico Federico Radi, e, per il mondo della cultura, Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, lo “spirito affine” scelto quest’anno da Biondi-Santi per discorrere sul tema dell’anno. E ancora sono Bertolini e Radi, sempre tramite internet, che raccontano i vini, il Brunello di Montalcino e il Rosso.
Un racconto che si traduce poi nel bicchiere, con l’assaggio del Brunello 2017 e della Riserva 2016, ricordando che Biondi-Santi esce sempre con un anno dopo rispetto al “via libera” dato da disciplinare. «L’annata 2017 è stata la prima totalmente realizzata dalla nuova gestione, con il ricambio anche di un 15% di botti» ha ricordato Bertolini, sottolineando l’arrivo del nuovo staff – tutto rigorosamente italiano – voluto dall’attuale proprietà del gruppo Epi (Européenne de participations industrelles) di Christopher Descours.
La 2016, invece, è stata una stagione regolare, con un andamento climatico praticamente perfetto, eccellente escursione termica. La 42esima Riserva di Biondi-Santi si traduce in un vino dall’enorme complessità olfattiva, che varia tra macchia mediterranea, iodio, frutta rossa matura, mentre al gusto è intensa e consistente e armoniosa. Un vino che sicuramente ha tantissima strada davanti e che potrebbe entrare di diritto nel novero delle migliori riserve della storica cantina di Montalcino.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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