14-02-2023

L'Amarone e la sfida dell'appassimento, dalla candidatura all'Unesco ai dubbi sul futuro

Opera Prima ha aperto nuovi scenari. «La messa a riposo delle uve è un esaltatore del terroir». Gli assaggi: buon potenziale, ma ancora inespresso. Serve tempo

Amarone Opera Prima si è svolta all'inizio di

Amarone Opera Prima si è svolta all'inizio di febbraio a Verona

L’Amarone non vuole farsi trovare impreparato alle sfide del futuro. E lo fa bussando alla porta dell’Unesco, completando il dossier per far riconoscere la messa a riposo delle uve per l’Amarone, cioè la tecnica dell’appassimento, a patrimonio immateriale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Un passo importante, come raccontiamo nell’articolo che potete leggere cliccando qui, ufficializzato durante l’evento Amarone Opera Prima, che si è tenuto il 4 e il 5 febbraio a Verona, che racconta la volontà di valorizzare la propria storia, di rendere la tecnica stessa con la quale si produce l’Amarone un caposaldo di tutta la Valpolicella e, più in generale, del Veneto.

Tanti visitatori ai banchi di assaggio dei produttori

Tanti visitatori ai banchi di assaggio dei produttori

Ai produttori della zona, di certo, non manca un fattore: l’orgoglio. Che si traduce nella difesa a spada tratta del proprio territorio. Proprio per questo l’Amarone, che è il vino simbolo per importanza di tutto il Veneto, cerca un nuovo riconoscimento che possa dare un ulteriore stimolo ai mercati.

A livello economico, la Denominazione è in crescita, come dimostrato dall’indagine condotta da Nomisma Wine Monitor e presentate in occasione di Amarone Opera Prima. Se da una parte, nel 2022, c’è stato un calo dei volumi (-7,2%), dall’altra sono aumentati i valori per le vendite di Amarone in Italia e nel mondo, saliti del 4% a circa 360 milioni di euro franco cantina. Meglio il mercato interno – che incide circa il 40% sulle vendite totali – rispetto all’export: in positivo sia i volumi (+1,5%) che i valori (7,4%) per la piazza italiana; -13%, invece, il quantitativo esportato e una crescita valoriale dell’1,8%. Per l’estero, il mercato di riferimento è quello degli Stati Uniti, che ha riscontrato un aumento del 24%.

Il presidente del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella Christian Marchesini (in piedi) con JC Viens ed Enrico Nicolis

Il presidente del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella Christian Marchesini (in piedi) con JC Viens ed Enrico Nicolis

«Il 2021 è stato un anno eccezionale sul piano delle vendite – ha detto il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – il 2022 è servito per consolidare la crescita, con risultati meno eclatanti ma comunque significativi. Lo testimoniano anche gli imbottigliamenti, che registrano un incremento del 12% rispetto al pre Covid (2019) per un’annata commerciale che è stata comunque la seconda migliore del decennio, con oltre 17 milioni di bottiglie immesse sul mercato».

Un Amarone che viene apprezzato per la sua unicità, legata proprio alla tecnica della messa a riposo delle uve, l’appassimento. Ed è stato questo il focus della degustazione tecnica dedicata alla stampa di settore che ha inaugurato Opera Prima e condotta dal wine educator JC Viens e dall’enologo Enrico Nicolis, concentrandosi poi sui vini Riserva.

La degustazione con annate storiche

La degustazione con annate storiche

«Vogliamo fare capire che l’appassimento è una tecnica che riesce in realtà a valorizzare il territorio e non a coprirlo o nasconderlo – ha spiegato JC Viens – L’Amarone è un vino intellettuale, bellissimo, affascinante, e il metodo di messa a riposo consente di dimostrare tutto il potenziale del terroir».

La masterclass ha approfondito tutti gli aspetti dell’appassimento, dalle tecniche tradizionali a quelle moderne, meccanizzate, andando a mostrare come le caratteristiche di una determinata vendemmia non vengono determinate solo dall’andamento stagionale fino alla raccolta, ma anche dalle condizioni atmosferiche del periodo di riposo delle uve nei fruttai. Con quattro fattori fondamentali: temperatura, umidità, ventilazione e tempo di appassimento. A cui si aggiunge un quinto elemento, la presenza della botrytis cinerea che, come spiegato da Viens e Nicolis, diventa un fattore che aumenta la complessità dei vini, solo se gestita in maniera corretta.

Un'altra immagine dei banchi d'assaggio

Un'altra immagine dei banchi d'assaggio

A dimostrazione di quanto affermato, si è passati ai bicchieri, con dieci assaggi di Amarone Riserva: Tenuta Santa Maria di Gaetano di Bertani 2016; “Il fornetto” 2016 di Accordini Stefano; Collina dei Ciliegi 2015 Armando Gianolli; “Le Balze” 2015 di Novaia, Cerasum 2013 di Casa Vinicola Bennati 2013; Bosan 2013 di Gerardo Cesari; Società Agricola Falezze di Luca Anselmi 2013;  Monte Zovo 2011; Mater 2008 di Domini Veneti e Morar di Valentina Cubi, annata 2006. Su questo ultimo vino, aggiungiamo una piccola nota: nonostante i 16 anni abbondanti dalla vendemmia, il vino si presenta estremamente fresco e vivo, segno che si possono fare grandi Amaroni dalla grande bevibilità, senza eccedere in concentrazioni e sovrastrutture.

La degustazione tecnica dedicata alla stampa

La degustazione tecnica dedicata alla stampa

Per quanto riguarda invece l’assaggio in anteprima dell’annata 2018, con diversi vini non ancora in commercio o addirittura in botte a riposare, è stato possibile degustare 67 campioni delle aziende del Consorzio che hanno aderito alla manifestazione. Se durante la masterclass si sono potute notare le differenti interpretazioni dell’Amarone, la degustazione alla cieca dell’annata 2018 ha evidenziato ancora di più queste diverse visioni.

La maggior parte dei vini assaggiati aveva una mancanza di un equilibrio che presumiamo possa arrivare con un maggiore riposo in bottiglia. Molti campioni hanno sicuramente un potenziale, che però al momento non riescono ad esprimere: il tempo sarà galantuomo. Alcuni, invece, forse per cercare di compensare un eccesso di alcolicità, ha probabilmente scelto una vendemmia leggermente precoce, che ha portato però allo svilupparsi di tannini verdi a causa di una non completa maturazione polifenolica.

Gli assaggi alla cieca

Gli assaggi alla cieca

C’è da dire che i produttori della Valpolicella sono messi alla prova, soprattutto in annate calde, a gestire i tanti fattori che determinano la produzione dell’Amarone che, come detto, non si fermano alla vendemmia ma proseguono anche nell’appassimento. Si tratta di un gioco di equilibri molto difficile: basta poco per eccedere in alcol o in zuccheri residui che vanno ad abbassare la bevibilità del prodotto.

Non vogliamo essere disfattisti, perché i vini di buona – anzi, ottima - qualità ci sono, con i produttori che hanno saputo trovare il giusto equilibrio, senza scendere a compromessi. Tra questi segnaliamo Albino Armani, Valpantena di Bertani, Torre del Falasco di Cantina Valpantena, Graal di Corte Figaretto, Leòn di Ilatium Morini, Simison di Luciano Arduini, Monte Castelon, Fiori del Pastello prodotto da Selùn di Marconi Luigi.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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