10-09-2022

Insra, il vino che nasce a 1305 metri di quota

Una piccola produzione nata da un'intuizione di Marco Bravi, a Plodar Percbain, la vigna di Sappada, dove sorge anche il ristorante Laite

Abbiamo avuto il piacere di assaggiare per la prima volta in assoluto il vino Insra, prodotto a Sappada nella vigna sperimentale che si trova a 1305 metri di quota. Non è la più alta in assoluto, primato europeo che spetta a Cortina con i suoi 1.350 metri. In occasione dell’incontro svoltosi nell’ambito della rassegna “Parole in vetta; musica in quota e sapori a Valle”, 3° Festival della Montagna del Friuli Venezia Giulia.

Plodar Percbain, la vigna di Sappada, è più che una vigna: è un sogno, una sfida, e un atto d’amore. Prima di essere un luogo dove sono state messe a dimora delle viti che producono uva, e di cui è stato svelato il primo vino, Plodar Percbain è un posto meraviglioso. E’ l’ingegner Marco Bravi, docente alla Sapienza di Roma a spiegare i dettagli di questa piccola produzione. Riportiamo per intero il suo racconto.

Marco Bravi, a destra, intervistato da Giuseppe Cordioli

Marco Bravi, a destra, intervistato da Giuseppe Cordioli

«L'idea che una piccola parte della valle di Sappada potesse essere plasmata a diventare una vigna mi venne nel 2009 assistendo allo sfalcio dei prati sotto il sole cocente. Un giorno mi recai appositamente al Laite e, a Roberto Brovedani (compianto titolare assieme alla moglie Fabrizia Meroi del ristorante Laita) che mi presentava i suoi vini dissi testualmente: 'Sai, ho una cosa importante da dirti: io intendo impiantare una vigna nei prati al sole di Sappada'. Roberto non disse nulla, e se ne tornò in silenzio da Fabrizia. Alla fine di quel pranzo Roberto tornò da me e disse, lapidario: 'Tu mi hai fulminato'. Da quel giorno, le sue telefonate, piene di premura, furono per chiedere come andava e per presentarmi suoi ospiti desiderosi di sapere di più dell’idea e della sua progressiva concretizzazione.

Le prime piante che furono messe a dimora furono preparate e donate da Vivai Cooperativi Rauscedo, che ringrazio ancora nella persona di Francesco Anaclerio. Fu lui, assieme a Fabrizio Zardini entrambi presenti qui con noi, a guidarmi con tanti consigli, anche se diverse volte, mio malgrado, non li ho potuti seguire. Fabrizio e Francesco sono stati i creatori di quella che per me è stata la stella polare viticola, Vigna Cortina, sita circa 50 m più in alto, e con condizioni microclimatiche differenti. Fondammo insieme un'associazione, Vite in Montagna, per dire che noi in montagna intendevamo vivere e anche coltivare la vite.

Tornando a Plodar Percbain, le piante messe a dimora inizialmente appartenevano alle cultivar Fleurtai, l’ibrido resistente del Tocai friulano, Seyval blanc, e Vidal, tutte a bacca bianca. Furono messe a dimora un po’ tardivamente, che erano già i primi di luglio. Era l’estate del 2013, una estate che ricordo molto calda, anche se non come questa, e certamente meno piovosa. Le difficoltà a far arrivare acqua fino alla vigna furono certamente concausa della prima vittima di quell’impianto: il vitigno Vidal non superò l’inverno successivo.

Nel 2018 i primi filari di Solaris presentavano diversi grappoli. Pensavo di poter fare la prima vendemmia ma, i primi di ottobre 2018, decisi di lasciare i grappoli sulle piante ancora per un po' e due settimane dopo, dovetti piangere lo scempio sicuramente provocato dagli uccelli, che avevano ogni grappolo acino per acino. L'anno successivo, dunque, quando i grappoli iniziarono ad avvicinarsi alla maturazione coprii le piante che ne avevano con delle tendine di rete di protezione. Nel 2019 e 2020 i grappoli sono stati vendemmiati e oggi abbiamo il piacere di assaggiare il vino prodotto in quantità minima».


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Giuseppe Cordioli

Per lungo tempo redattore del Messaggero Veneto, divide la sua passione tra gastronomia e aviazione, soprattutto le Frecce tricolori

 

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