07-05-2022
Il massiccio del Gran Sasso guarda come un custode i vigneti abruzzesi
La semplicità e la genuinità dell’Abruzzo vincono la sfida del tempo. Andando forse oltre ogni più rosea previsione e soprattutto superando pregiudizi e stereotipi.
Tante, troppe volte, si parla di territorio, identità e longevità dei vini, talvolta anche a sproposito. Sono concetti certe volte astratti, che somigliano più a previsioni intuitive, assaggiando dei vini e affermando: «Questo vino avrà un grande futuro».
La bottiglia del 1973 di Trebbiano d'Abruzzo di Valentini
Poi ci troviamo di fronte a otto bottiglie di Trebbiano d’Abruzzo che hanno tutte una storia da raccontare. Sì, proprio quel Trebbiano d’Abruzzo che forse è più facile immaginare fresco, d’annata, di fianco a un bel piatto di pesce in riva al mare. Eppure in questa stupefacente carrellata, voluta per celebrare i 50 anni della Doc, si parte dalla giovane 2019 fino ad arrivare lontano, al 1973, a quella prima annata uscita dopo l’approvazione del disciplinare.
Le bottiglie in degustazione: il racconto di una regione attraverso grandi vini
Il Trebbiano dimostra di essere uno splendido cinquantenne, lontano dalle mode e – forse – dai riflettori, ma che dovrebbe rientrare di diritto nel Gotha del mondo enologico italiano. Il disciplinare entra in vigore nel 1972, quattro anni dopo quello del Montepulciano d’Abruzzo, e la prima annata è la 1973 che, nella rinomata versione dell’Azienda agricola Valentini, ha brillato ancora nei calici durante la degustazione allo scorso Vinitaly. Fare una descrizione tecnica di questo vino, annotando profumi e sentori, sarebbe assolutamente riduttivo: vince l’emozione di poter assaggiare un vino vivo, elegante e fin esuberante, che trasforma ogni anno di vita in una gemma da incastonare in una ricca corona.
Gli otto calici con i campioni di Trebbiano d'Abruzzo: da sinistra Valentini 1973, Barone Cornacchia 1980, Emidio Pepe 1995, Masciarelli - Castello di Semivicoli 2005, Cantina Tollo 2008, Citra 2011, Tiberio 2014 e Intalto 2019
Il percorso continua attraverso il racconto degli altri vini: la difficile annata 2014 interpretata da Tiberio, la più consistente 2011 di Citra, e la maggiore maturità del 2008 di Cantina Tollo.
Non è solo un viaggio nella storia, ma è una vera immersione nel territorio abruzzese, con vini che sanno di mare e di montagna, che beneficiano anche di un verde incontaminato, di brezze e venti, mentre il Gran Sasso sembra vegliare dall’alto su tutta la regione, come un silenzioso guardiano.
Un altro splendido paesaggio dell'Abruzzo
Storie, racconti, tradizioni. Chissà quanti aneddoti avrebbe da raccontare il barone Piero Cornacchia che, presentando il suo vino del 1980, ha ripercorso la sua storia, iniziata proprio in quell’anno di grazia 1972, lo stesso della nascita della Doc, quando prese in mano le redini dell’azienda di famiglia (fondata nel 1577). E nel calice c’era anche questa emozione, con un vino maturo e ricco.
I protagonisti della degustazione: foto di gruppo con alcuni produttori
Dal 1973 al 2019 e ritorno. Non è stato un percorso nell’archeologia del vino, cercando di salvare l’insalvabile. Affatto. Trovare le parole giuste per descrivere un viaggio del genere è quasi impossibile. Forse bisognerebbe chiudere gli occhi e vagare con il pensiero, raggiungere le coste adriatiche dell’Abruzzo per poi risalire verso le colline e i vigneti. Oppure, sarebbe ancora meglio prendere l’auto, il treno o l’aereo e andarci di persona. Un Abruzzo che nasconde tanti gioielli, non solo il Trebbiano.
Il presidente del Consorzio Valentino Di Campli
È ora di cambiare passo, di far capire non solo agli esperti e ai comunicatori del vino, ma anche ai più semplici consumatori e agli appassionati, che questo è il grande tesoro d’Abruzzo. E d’Italia.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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