01-11-2021
Matteo Velenosi, classe 1987
Uno studioso vero. Uno che fa della ricerca la propria missione. Una specie di medico delle piante. Un po’ biologo, un po’ enologo, un po’ agronomo. Un po’ secchione, se volete. Ma segnatevi questo nome: Matteo Velenosi, 34 anni di cui 12 passati in giro per l’Italia e per il mondo a studiare, a conoscere, a capire. Da meno di due anni lavora nell’azienda di famiglia, la Velenosi di Ascoli dove si occupa di fermentazione e utilizzo di lieviti autoctoni.
«Il mio desiderio? Riuscire a creare - e ci riusciremo - un laboratorio all’interno della nostra cantina per selezionare i lieviti propri dei nostri vigneti».
Matteo Velenosi insieme alla mamma Angela e alla sorella Marianna nei vigneti di famiglia
«Questi due viaggi, insieme a quello in Borgogna, sono stati decisivi per me. Ho cominciato a conoscere il mondo e i suoi cittadini. Mi sono aperto, ho fatto le mie esperienze. Non dico solo da un punto di vista lavorativo ma anche e soprattutto da quello umano. Penso che viaggiare sia la cosa che tutti dovrebbero fare per capire e poi magari scegliere di tornare, ma con un bagaglio di cose che ti restano addosso».
Qual è dei tuoi vini quello che ti ha dato maggiori soddisfazioni? Quello su cui ho lavorato di più è il Reve, il nostro Pecorino di punta. Si lavora sulla fermentazione del 50% in barrique nuove per 6 mesi. Poi affinamento in vasca per 9 mesi.
Come si concilia una grande produzione con una buona qualità? E’ vero, facciamo 2,5 milioni di bottiglie che sono tante ma se vieni qui in azienda vedrai che i nostri sono, in tutto e per tutto, metodi artigianali. E siccome la qualità ci viene riconosciuta sia dalla critica che dal mercato direi che lavoriamo bene.
Un rimpianto? Avrei dovuto studiare agronomia ancora un po’ di più.
Un sogno? Un altro viaggio e poi un altro e un altro ancora. E’ la cosa che mi diverte e mi arricchisce di più. Dove? Sempre nei luoghi del vino. Penso al Sudafrica. O ancor di più all’Argentina, ai suoi spazi infiniti, la pampa, i suoi altopiani. E penso al Malbec, e ai miei rossi preferiti.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
Over 60, 5 figli, 20 anni al Messaggero, fondatore e direttore di Metro, 10 anni a Panorama, 3 libri, comunicazione, food & wine sia consumato che raccontato, storie, storie e ancora storie
La brigata del Nostrano al completo (da sinistra a destra): Raffaele Duranti, Christian Battistuta, Luca Sanseverino, Stefany Piga, lo chef Stefano Ciotti, Alex Comparin, il sous-chef Fabio Pellizzaro, il maître Ion Chelici
Uno dei piatti proposti da Daniele Citeroni Maurizi all’Osteria Ophis, a Offida
La pizzeria Big Ben si trova in corso Vittorio Emanuele II 61, a Urbania (Pesaro Urbino)
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.