Corrado Sanelli
Melanzane alla Parmigianadi Andrea Berton
In cantina 20 anni di Triple A, il progetto ideato da Luca Gargano, presidente Velier
Matteo Velenosi, classe 1987
Uno studioso vero. Uno che fa della ricerca la propria missione. Una specie di medico delle piante. Un po’ biologo, un po’ enologo, un po’ agronomo. Un po’ secchione, se volete. Ma segnatevi questo nome: Matteo Velenosi, 34 anni di cui 12 passati in giro per l’Italia e per il mondo a studiare, a conoscere, a capire. Da meno di due anni lavora nell’azienda di famiglia, la Velenosi di Ascoli dove si occupa di fermentazione e utilizzo di lieviti autoctoni.
«Il mio desiderio? Riuscire a creare - e ci riusciremo - un laboratorio all’interno della nostra cantina per selezionare i lieviti propri dei nostri vigneti».
Matteo Velenosi insieme alla mamma Angela e alla sorella Marianna nei vigneti di famiglia
«Questi due viaggi, insieme a quello in Borgogna, sono stati decisivi per me. Ho cominciato a conoscere il mondo e i suoi cittadini. Mi sono aperto, ho fatto le mie esperienze. Non dico solo da un punto di vista lavorativo ma anche e soprattutto da quello umano. Penso che viaggiare sia la cosa che tutti dovrebbero fare per capire e poi magari scegliere di tornare, ma con un bagaglio di cose che ti restano addosso».
Qual è dei tuoi vini quello che ti ha dato maggiori soddisfazioni? Quello su cui ho lavorato di più è il Reve, il nostro Pecorino di punta. Si lavora sulla fermentazione del 50% in barrique nuove per 6 mesi. Poi affinamento in vasca per 9 mesi.
Come si concilia una grande produzione con una buona qualità? E’ vero, facciamo 2,5 milioni di bottiglie che sono tante ma se vieni qui in azienda vedrai che i nostri sono, in tutto e per tutto, metodi artigianali. E siccome la qualità ci viene riconosciuta sia dalla critica che dal mercato direi che lavoriamo bene.
Un rimpianto? Avrei dovuto studiare agronomia ancora un po’ di più.
Un sogno? Un altro viaggio e poi un altro e un altro ancora. E’ la cosa che mi diverte e mi arricchisce di più. Dove? Sempre nei luoghi del vino. Penso al Sudafrica. O ancor di più all’Argentina, ai suoi spazi infiniti, la pampa, i suoi altopiani. E penso al Malbec, e ai miei rossi preferiti.
Over 60, 5 figli, 20 anni al Messaggero, fondatore e direttore di Metro, 10 anni a Panorama, 3 libri, comunicazione, food & wine sia consumato che raccontato, storie, storie e ancora storie
Samuel, Walter, Emmanuel e Marina De Angelis davanti all'ingresso dell'azienda
Il Filodivino Wine Resort & Spa è una struttura immersa nel verde delle colline marchigiane vicino a Jesi; offre ristorazione e ospitalità, ed è annessa a una cantina vitivinicola di design, per gran parte interrata
Daniele Citeroni Maurizi, chef-patron del ristorante Ophis nel pieno centro di Offida, borgo medievale del Piceno, nelle Marche
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