20-08-2021
I dieci vini selezionati come vincitori del Vermentino Grand Prix
Un Vermentino di Toscana per l’estate? Il presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, Francesco Mazzei, probabilmente, non sarebbe totalmente d’accordo. Sì, va bene d’estate, ma lui è uno dei più grandi sostenitori del fatto che sia un vino da tutto l’anno, e non solo d’annata, ma anche con un periodo di affinamento.
La conferma arriva certamente dalla seconda edizione del Vermentino Grand Prix, la kermesse organizzata dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Il presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma, Francesco Mazzei
Il Vermentino Grand Prix ha portato a “sfidarsi” 67 vini, diversi tra loro in base all'areale di produzione, in base ai metodi di vinificazione utilizzati e in base all'annata. «Poco più della metà dei vini presentati provengono dalla vendemmia 2020 e, come l'anno scorso, non mancano aziende che propongono Vermentini più maturi, talvolta affinati in legno, in cemento, anfora, cocciopesto e tra le varie etichette Vermentini in purezza oppure in blend con altri vitigni a bacca bianca, fino a un massimo del 15% come previsto dal disciplinare di produzione», ha spiegato il direttore del Consorzio Luca Pollini.
Un bel paesaggio sui vigneti della Maremma Toscana
La “top 10” del concorso, in rigoroso ordine alfabetico, è stata: Agricola Del Nudo, Nudo Bio 2019; Azienda Guido F. Fendi, Chicca 2019; Belguardo, Codice V 2019; Castelprile, Prelius Bio 2019; Colle Petruccio, Norcias 2019; I Cavallini, Diaccio 2019; Monterò, Monterò Bio 2019; Tenuta Dodici, Vermentino 2019; Terre Dell’Etruria, Marmato 2020; Val Delle Rose, Litorale 2019.
Un segnale che si è confermato anche nell’assaggio di tre vini di questa classifica, per la precisione Tenuta Dodici, Monterò e Val Delle Rose.
«Si conferma la tendenza della scorsa edizione – ha concluso Mazzei - hanno prevalso i vini 100% Vermentino e quelli dell’annata precedente con affinamenti più prolungati, anche se erano in minoranza. Gli sforzi che i produttori stanno facendo su questo vitigno vengono quindi apprezzati e dobbiamo continuare a lavorare con un indirizzo definito in modo da far affermare la nostra Denominazione grazie alla qualità sempre più alta».
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di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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