16-06-2021

I grandi vini Giovanni Rosso: Barolo, Nebbiolo, Barbera... e non solo!

La storica azienda di Serralunga d'Alba amplia i suoi orizzonti: dal Roero fino alle pendici dell'Etna, ecco le ultime novità

Davide Rosso, figlio di Giovanni Rosso ed Ester Ca

Davide Rosso, figlio di Giovanni Rosso ed Ester Canale, oggi è guida e anima dell'azienda Giovanni Rosso

L’arrivo nelle Langhe non lascia mai indifferenti, è un tuffo nei suoi anfiteatri naturali sorretti dall’ingegnosa e creativa operosità dell’uomo, il quale ha saputo trasformare questa porzione di Piemonte in uno dei caveau più prestigiosi della viticoltura italiana.

Una pletora di vini di altissima qualità e un nome di rilievo, che rimanda a calici opulenti e tradizionalisti: è l’azienda vitivinicola Giovanni Rosso. Firma vocata principalmente alla produzione di Barolo,Nebbiolo e Barbera, la storia dei vini Giovanni Rosso ha origine oltre cento anni fa: un alternarsi di cessioni e ritorni, di intrecci e scelte, tutti al servizio di un vino di qualità. Fino a quando, a partire dagli anni ’80, Giovanni Rosso e sua moglie Ester Canale, insieme, si adoperano per ristrutturare i vigneti ri-ereditati. Davide Rosso, loro figlio, sposa la medesima passione dei genitori e dà nuova vigoria ai suoi vini, li porta alla ribalta e si approccia al prodotto, alle vigne con estremo rigore tecnico, ma anche con una bilanciata propensione al confine (e al suo superamento).

Davide Rosso, assieme alla madre Ester Canale, proprietaria originaria delle vigne

Davide Rosso, assieme alla madre Ester Canale, proprietaria originaria delle vigne

Davide Rosso è schietto, un tradizionalista; tollera poco gli anglicismi e preferisce di gran lunga la raffinatezza della lingua italiana. È un cultore del bello, oltre che del genuino, di una territorialità insita nei suoi geni, un vigneron che non si preclude il gusto di fiutare in che direzione stia andando il mondo del vino, di comprendere tendenze e preferenze attuali; né tantomeno fugge l’esotico se così possiamo definire il “grillo” (prima ancora che altri barolisti si cimentassero nella missione) di applicare la cultura del lavoro in vigna delle Langhe, ora sulle pendici dell’Etna.

Uno scorcio delle vigne dell'Etna dove vengono coltivate le due D.O.C. Etna Bianco ed Etna Rosso Contrada Montedolce

Uno scorcio delle vigne dell'Etna dove vengono coltivate le due D.O.C. Etna Bianco ed Etna Rosso Contrada Montedolce

Infatti, a partire dal 2016, Davide avvia una produzione di Etna Bianco e Rosso Contrada Montedolce, due D.O.C. figlie della mineralità vulcanica, specie il bianco, da un giallo tutt’altro che pallido, merito di una leggera macerazione delle bucce; al naso c’è la ginestra, ci sono anche gli agrumi a polpa gialla. «L’Etna Rosso Contrada Montedolce, invece - commenta Davide - è un Nebbiolo mediterraneo- tanta struttura, ma anche l’intensità aromatica della macchia mediterranea, di una vegetazione spontanea e ammaliante come la freschezza di questo vino. È di grande stimolo rendersi conto che il nostro modus operandi generi tanta qualità anche in un territorio che non ci appartiene ma che, curiosi, ci predisponiamo a conoscere sempre di più». E a conferma della qualità di questo prodotto vale la pena menzionare l’ingresso dell’Etna Rosso Contrada Montedolce D.O.C. nel circuito de La Place de Bordeaux, canale di distribuzione esclusivo delle migliori etichette al mondo, i cui criteri selettivi sono tutt’altro che morbidi.

Ancora, la connaissance di Davide e la sua inarrestabilità lo hanno convinto a dare vita anche a un bianco, questa volta però, si ritorna in Piemonte: ecco l'Arneis.

L'Arneis di Giovanni Rosso, una nuova produzione autoctona a bacca bianca

L'Arneis di Giovanni Rosso, una nuova produzione autoctona a bacca bianca

Lo introduce Davide: «Volevamo cimentarci in un bianco, senza però allontanarci troppo dalla nostra terra. E per quanto riconoscessimo che i vitigni allogeni come Chardonnay o Sauvignon siano in grado di rispondere egregiamente alla tipicità del terroir locale, abbiamo deciso di starcene qui, a casa e produrre un vino bianco totalmente nostrano». Di qui un Arneis del Roero, ma con qualcosa in più. Perché oltre a poter essere esplorato in giovane età, si presta anche alla conservazione nel tempo: i sentori eterei, delicati e promettenti della giovane età diventano rotondità, corpo e una più netta acidità nel vino maturo.È una produzione che, sulla scia della filosofia aziendale della famiglia Rosso, punta sicura sul consolidamento della fiducia tra consumatore e produttore: un’attitudine che gratifica e compensa entrambe le parti.

Ma l’azienda Giovanni Rosso è anche e soprattutto il trittico di cru a tutto Barolo: il Barolo Cerretta, Il Barolo Serra e il celebre Barolo Vigna Rionda sono la spina dorsale della casa produttrice.

Cosa rende questi vini così piacenti? La capacità di restituire al calice un grado di personalità ed espressività singolari di cru in cru, a prescindere dalla prossimità (tra di loro) dei luoghi di coltivazione, e pur sempre attraversando una medesima annata, un’unica maniera di fare vino. Per esempio, dalla botte di un Barolo Cerretta 2019 viene stillato un nettare giovane e promettente: c’è già un bouquet di fiori, frutta a polpa gialla e un tannino voluminoso che si espande e avvolge uniforme tutto il palato; diversamente, invece, i tannini del Barolo Serra sono più concentrati nel palato, ha un colore brillante e caldo tendente al granata, sentori di piccoli frutti rossi, di fragola matura e spezia, pepe timut, peperoncino, ma anche di sapida salvia e cuoio. E arriviamo alla Vigna Rionda, l’alfa di tanta eccellenza, e ambiziosa proiezione nel futuro: una parcella di grande valore storico, “contesa” tra il vecchio e il nuovo, dove il vecchio è una particella di 0.4h delle originarie vigne risalenti agli anni’40, e il nuovo sono le vigne ripiantate di Nebbiolo (l’azienda ha deciso di declassare la produzione a Nebbiolo quale garanzia e tutela nei confronti del consumatore in primis, e dello stesso vino poi).

È qui, in questo fazzoletto di terra, che nascono vini sontuosi come il Barolo D.O.C.G. Vigna Rionda Ester Canale la cui annata 2016 ha raggiunto le vette del successo mondiale grazie al massimo punteggio assegnatogli dalla rivista di settore Wine Enthusiast.

Il Barolo D.O.C.G. Vigna Rionda del 2019 in botte

Il Barolo D.O.C.G. Vigna Rionda del 2019 in botte

E qui nasce anche il Langhe D.O.C. Nebbiolo Ester Canale Rosso, un nebbiolo sì, ma audace proprio come un mini Barolo. Questo vino ha la particolarità di essere una limited edition sin dal primo giorno perché alla Vigna Rionda originaria e alla lavorazione delle sue uve, viene aggiunta di anno in anno una percentuale sempre maggiore del frutto della vigna giovane: il giovane insomma diventa il bastone dell’anziano. Assaggiandolo questo vino se ne percepisce immediatamente la potenza, spinte di tannini e acidità che giocherellano liberi e il palato si riempie del gusto vigoroso della frutta fresca che si attenua in un finale sapido e di liquirizia.

L’azienda Giovanni Rosso, e la sua anima Davide, sono la dimostrazione che fedeltà alla tradizione è tutt’altro che una paralisi d’orizzonti: anzi, la tradizione è solo il primo lungo passo verso il futuro. Perché il vino va “parlato”, discusso, sorseggiato, va compreso per muoverci più agili e imparare bevendo. Quanto alla maestria tecnica, questa non può che godere delle infinite potenzialità percorribili nelle strade del vino purché non ci si distolga da un principio motore dell’azienda Giovanni Rosso. Unica raccomandazione: «Il vino deve sempre essere la perfetta copia del terroir».


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marialuisa Iannuzzi

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Marialuisa Iannuzzi

Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre.  Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.

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