Una famiglia che crede nel Custoza. Da oltre 60 anni. Una scelta per certi versi coraggiosa, quella che spinse nel 1958 Massimo Bonomo a dedicarsi alla produzione di vini a Sommacampagna, facendo nascere Monte del Frà, e che ora prosegue grazie all’impegno della sua famiglia. Le redini dell’azienda sono in mano ai figli, Eligio e Claudio: Eligio è “l’uomo della vigna”, il fratello Claudio l’enologo, Marica (figlia di Eligio), Massimo e Silvia (figli di Claudio), responsabili rispettivamente di export e comunicazione, cantina, ospitalità e social. Luigina e Miria, rispettivamente mogli di Eligio e Claudio, supervisionano il punto vendita, situato in sede a Monte Del Frà.

La cantina si trova a Sommacampagna
Ci troviamo a Sommacampagna, in provincia di Verona, in un’area che un tempo ospitava un antico convento dei frati (da qui prende il nome). «Tutto nasce da mio nonno – spiega
Marica Bonomo - Ora abbiamo 137 ettari più altri 37 in affitto. Nasciamo come azienda che produce
Custoza, poi ci siamo sviluppati in altre zone, cioè il
Lugana e la
Valpolicella. Collaboriamo dal 2006 con
Claudio Introini, con il quale abbiamo avuto da subito una sinergia di visioni».
Introini è noto, come enologo, per aver lavorato soprattutto in Valtellina, con il
Nebbiolo (o meglio la
Chiavennasca) e con la produzione degli
Sforzati.
Ma qui si parla di bianchi, o meglio, di un vino bianco da uvaggio. Sono tre le uve principali per la produzione del Custoza: la Garganega, il Cortese (qui chiamata Bianca Fernanda) e il Trebbianello. «Nella nostra area – spiega Marica Bonomo - abbiamo terreni che hanno molti sassi bianchi, che conferiscono mineralità».

I tre vini degustati: Custoza, Ca' del Magro e Garganega
Per capire la filosofia dell’azienda sono stati assaggiati i tre vini bianchi più rappresentativi. Prima di tutti il
Custoza 2019, dove oltre ai vitigni “tradizionali”, è stato inserito l’
Incrocio Manzoni bianco «in una percentuale di circa il 7%, in quanto pensiamo che possa dare un equilibrio maggiore». Il risultato è un vino volutamente fresco, immediato, con note floreali e agrumate. Ed è questo l’obiettivo di questo vino, del quale vengono prodotte circa 500mila bottiglie, con un prezzo a scaffale che varia tra i 6 e i 9 euro.
Se si cerca un “livello più alto”, bisogna passare al Cà del Magro Custoza Superiore 2018. «Nelle prime annate – ricorda Marica Bonomo - abbiamo lavorato con un passaggio in legno, poi siamo andati in sottrazione, per renderlo elegante e sofisticato, ma anche minimalista. Per andare all’essenza». E Claudio Introini ha integrato: «Il concetto già in vigna è quello di fare un bianco che potesse affrontare più anni. Qui abbiamo una percentuale di Incrocio Manzoni che incide maggiormente, circa il 14%».
«Abbiamo insistito molto per inserire l’
Incrocio Manzoni nel disciplinare – sottolinea
Marica Bonomo – e crediamo che sia stata una scelta giusta, per dare un maggiore equilibrio ai vini».
E in effetti il vino ha una grande eleganza, mantenendo una discreta intensità aromatica, con note agrumate fresche, una parte di erbe officinali, un tocco di floreale, mentre al sorso mantiene è supportato da acidità e sapidità ben equilibrate, con una lunghezza notevole. Ne sono prodotte dalle 60 alle 80mila bottiglie all’anno, per un prezzo che si aggira tra i 15 e i 18 euro.
Diverso, infine, il discorso riguardante la
Garganega. «Abbiamo un terroir più vicino al Lugana, ma con la mezza pergola tipica del Custoza. Quando Introini venne in azienda, vide queste uve e ne fu innamorato». «Arrivavo dalla Valtellina – ricorda l’enologo - allora ho pensato: perché non proviamo con la recisione del tralcio? Era il 2006 e fu un successo». In pratica voleva riportare quanto provato in Valtellina sui rossi su un vitigno a bacca bianca.
«Quella di Garganega è un’uva che anche alla vista è molto bella – ha raccontato Marica Bonomo – E l’idea di Introini si univa alla voglia di sperimentare di mio papà». Così naque il progetto legato a questo vino, con il 60% dei grappoli che viene reciso circa 6 o 7 giorni prima della piena maturazione, per mantenere una buona acidità. E qui rimangono per un periodo dai 10 ai 20 giorni. Il risultato, per la Colombara Garganega Igt 2016, è un vino molto profondo, con note di frutta matura e di frutta secca, mentre in bocca è piuttosto ricco ed espressivo. In questo caso la produzione è di sole 6mila bottiglie, per un prezzo tra i 20 e i 22 euro.