20-08-2020

I dieci anni di Langhe Doc Nascetta e quell'uva difficile che rischiava l'oblio

La determinazione dell’Associazione Produttori di Nas-cëtta - questo il nome in lingua locale - ha consentito loro di ritagliarsi uno spazio nel Comune di Novello, terra di Barolo

I volti dell’Associazione Produttori di Nas-cët

Dalla fine dell’800 la Nas-cëtta (nome dialettale) o Nascetta è sempre stata presente nel Comune di Novello, come vitigno che - lo sottolinea il Saggio di ampelografia universale del 1877 di Giuseppe Conti di Rovasenda - veniva descritto quale “uva delicatissima e vino squisito”. Da dieci anni a questa parte, grazie all’impegno dei produttori di Novello, è stata ufficialmente riconosciuta nella Langhe Nascetta Doc del Comune di Novello e, per festeggiare questo importante traguardo, l’Associazione Produttori di Nas-cëtta ha deciso di realizzare una masterclass virtuale che li ha visti protagonisti di una “chiacchierata” con la stampa di settore, al fine di raccontare come è avvenuta la riscoperta di questa varietà. Una ricorrenza importante e molto sentita per l’impegno che le aziende hanno profuso per valorizzare questo vitigno.

È importante partire dall’aspetto storico, un percorso per tappe cronologiche che mette in luce i fattori che hanno motivato e spinto i produttori a proseguire sulla loro strada; la Nas-cëtta è infatti un'uva antichissima, quasi dimenticata perché poco produttiva, presente fin dai primi anni di fine Ottocento a Novello. La sua riscoperta si deve a Elvio Cogno che, con Valter Fissore (oggi presidente dell’Associazione) e alcuni vignaioli locali, in particolare i fratelli Mauro e Savio Daniele di Le Strette, negli anni Novanta decise di sperimentarne una vinificazione in purezza.

Panorama su Novello

Panorama su Novello

Tra il 1993 e il 1994 ci furono le prime produzioni commerciali come vino da tavola bianco, prima con le circa mille bottiglie di Cogno e successivamente con quelle dell’azienda Le Strette, che iniziò a vinificare la vigna storica del 1948 a oggi ancora produttiva.

La sua produzione ha quindi affrontato un percorso piuttosto tortuoso; l'uva veniva lavorata inizialmente in "clandestinità" perché non iscritta al Registro Nazionale della Varietà di Vite, almeno fino al 2001. Questo primo passo le consentì di rientrare - nel 2004 - nella denominazione Langhe Bianco. Un risultato che non dava però il giusto valore al territorio di Novello; da qui la ricerca di una Doc più piccola, sforzo reso difficile dall’esistenza di già troppe Doc. Solo nel 2010 si è concretizzata la possibilità della speciale menzione aggiuntiva al Comune di Novello, dunque il riconoscimento ufficiale come vino bianco autoctono delle Langhe e la possibilità di essere vinificato con solo uve 100% "Nascetta del Comune di Novello".

Un grappolo di Nascetta

Un grappolo di Nascetta

Oggi la realtà ci parla di tredici ettari con una produzione di 80mila bottiglie l’anno, pari a una resa di 90 quintali per ettaro. La Nas-cëtta è un vitigno molto esigente, matura tardi - dopo il Dolcetto - e ha il grosso problema della incostanza produttiva. Necessita di esposizioni favorevoli. Anche se quelle migliori sono dedicate al Barolo, il Comune di Novello gode di una buona altimetria e di un microclima ventilato - siamo sulle marne di Sant’Agata, fossili marini dall’elevata fertilità e ottima capacità idrica - ossia condizioni ottimali per questo vitigno. I vini che ne derivano sono caratterizzati da un’importante struttura e da un interessante potenziale evolutivo. Quelli delle due annate presentate, la 2019 e la 2018, risultano freschi e molto sapidi, molto espressivi e con alcuni tratti comuni. In generale l’annata 2018 si orienta sulla struttura avendo avuto una fase finale della maturazione molto calda, mentre nella 2019 il decorso è stato più fresco, quindi i vini sono senza dubbio più aromatici.

Nelle diverse interpretazioni si ravvisa un comune denominatore, una grande sapidità; sono in ogni caso due annate che evolveranno molto bene nelle quali si riscontrano in modo evidente le singole provenienze. Nonostante il suo contesto, che vede questo vitigno come marginale, essendo il territorio di Novello parte degli undici Comuni del Barolo, la volontà di riportare in auge questa varietà e lo studio che stanno portando avanti per meglio delinearlo è senza dubbio stimolante e va messo in rilievo. L’Associazione Produttori di Nas-cëtta del Comune di Novello, nata nel gennaio 2014, fa ben sperare, visto lo spirito comune di produrre vini espressivi del loro terroir e pronti a mettersi in discussione.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Fosca Tortorelli

napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino

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