Nicola Dell'Agnolo
Pane al seitan, lingua di vitello, nocciole e capperidi Matteo Baronetto
In cantina Barolo e Derthona: la rivoluzione del vino attraverso la qualità, l’ardire e l’amore per la terra
Didier Mariotti, nuovo chef de cave di Veuve Clicquot. Lo conosceremo di persona al congresso di Identità Golose a fine ottobre, per Identità di Champagne
Che calice incantevole il Grande Dame 2008 di Maison Veuve Clicquot. Lo abbiamo degustato online con la guida di Didier Mariotti, nuovo chef de cave, in azienda fin dai primi passi della carriera. «Il mio primo lavoro», ci spiega, «è stato proprio in Moët&Chandon, dove ho trascorso cinque anni. Poi ho avuto la fortuna di lavorare per alcune aziende di Champagne dagli stili molto diversi. Essere l’undicesimo chef de cave nella storia di questo marchio è un piacere e uno stimolo a imparare, fare domande, non smettere mai di essere curiosi». Com’è approdato in Champagne? Sono nato nel 1971 e provengo da una famiglia di viticoltori. Mio nonno aveva origine corse e mia nonna borgognone. Mi sono appassionato alla vinificazione da piccolo. Un destino, una scelta naturale. Studiavo a Nancy quando decisi di trasferirmi a Reims, come stagista, da Moët&Chandon. Uno stage semestrale in veste di agronomo. Lì ho incontrato Dominique Foulon e Richard Geoffroy, celebri chef de cave di Moët&Chandon e Dom Pérignon. Una squadra enologica che, senza dubbio, mi ha fatto vivere una grande esperienza lavorativa. Restai al loro fianco per 9 mesi. Un arrivo casuale in Champagne. Ci sono rimasto e so di essere stato fortunato per gli incontri e l’evoluzione che ha preso la mia carriera.
Le due versioni del Grande Dame 2008
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo