02-05-2020
Dall'alto a sinistra, i protagonisti di questa nostra intervista: Pietro Mastroberardino, Roberta Ceretto, Michele Faro, Francesco Ricasoli, Tobias Zingerle
La drammatica emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 sta lentamente ma, progressivamente, assumendo tinte più tenui. Le terapie intensive non sono più al collasso. Il numero dei ricoveri diminuisce e da settimane si guarda a quella che, da maggio, dovrebbe essere la “fase 2”. La nuova emergenza da affrontare e sconfiggere è oggi quella della crisi economica, altrettanto invasiva e spietata. Per l’Italia le stime parlano di un -8% per il PIL 2020. Diversi settori sono in ginocchio tanto che le chiusure definitive, al termine del lockdown, si prospettano essere anche più delle riaperture. Non è ancora chiaro quando potremo tornare nei ristoranti, a trascorrere una notte in hotel o anche solo a gustarci una buona colazione al bar.
La filiera del vino - produttori e commercianti, distributori e tutto il comparto dell’Ho.re.ca., sino all’ecommerce – ha però bisogno di risposte, basate su dati certi e indicazioni su tempi e modalità di ripartenza delle attività commerciali. Ogni buon imprenditore sa però che questo è il momento per elaborare nuove strategie. Le abbiamo sondate, insieme ai sentiment, percezioni, speranze e valutazioni in un viaggio da nord a sud nella penisola enoica. Grazie al prezioso contributo di 5 grandi produttori: Tobias Zingerle di Kaltern, Roberta Ceretto di Ceretto Vini, il barone Francesco Ricasoli di Barone Ricasoli, Pietro Mastroberardino di Cantina Mastroberardino e Michele Faro di Pietradolce di Vini Pietradolce. Un viaggio dall’Alto Adige alla Sicilia, passando da Piemonte, Toscana e Campania. A tutti abbiamo sottoposto le stesse domande per fare luce sul momento, guardare al futuro prossimo e ragionare sulle prospettive del settore.
Quali sono gli effetti del lockdown sulla produzione, sui lavori in vigna e cantina e sulla gestione del personale impiegato nelle varie fasi del processo produttivo? Zinglerle – Siamo stati fermi per 3 settimane e da 15 giorni abbiamo ripreso a lavorare per tenere i contatti con i nostri 650 conferitori. Il team degli enologi sta riprendendo le visite e i sopralluoghi. In cantina l’imbottigliamento dei vini bianchi sta procedendo senza fretta, diciamo così. I bianchi della nostra selezione usciranno un po’ più tardi del previsto, probabilmente a metà giugno. Ceretto – Abbiamo proseguito senza limitazioni il lavoro in vigna. Abbiamo riorganizzato i trasporti del personale per mantenere il distanziamento cosi come successo negli uffici ad Alba, dove lavora una persona per stanza, spalmando le presenze su tutti i 7 giorni della settimana. E poi ovviamente lo smart working per amministrazione e commerciali. Siamo stati costretti alla cassa integrazione, ma con le risorse accantonate versiamo ai dipendenti coinvolti la differenza di stipendio. Mio padre e mio zio vanno tutti i giorni in azienda, una presenza utile direi anche a dare un segnale di continuità. Ricasoli - Al settore agricolo è sempre stato concesso di proseguire l’attività e quindi possiamo dire di aver operato senza ritardi. Certo, con 240 ettari di proprietà e le limitazioni negli spostamenti qualche piccolo ritardo è stato accumulato per poi recuperarlo pienamente. In cantina si è proceduto a scartamento ridotto e in amministrazione e nella parte commerciale si è ricorso a cassa integrazione e smart working, che peraltro avevamo già sperimentato negli scorsi anni con buoni risultati. Mastroberardino – Non è stato semplice gestire la situazione in un clima d’incertezza con tanto personale coinvolto e 250 ettari da seguire. Abbiamo ottimizzato anticipando anche alcune lavorazioni per essere pronti. In cantina le squadre sono state frazionate e distanziate, in particolare nella zona di imbottigliamento. Ovviamente si tratta di provvedimenti che hanno inciso su efficienza e costi. Faro – Per tutto il mese di marzo si è lavorato senza problemi grazie al fatto che i nostri collaboratori abitano tutti vicinissimo alle vigne, sulle dorsale nord dell’Etna. In cantina andiamo a rilento, facciamo il minimo indispensabile. Questo è il momento dell’imbottigliamento dell’annata 2019 e non siamo riusciti a completarla integralmente.
Tobias Zingerle
Roberta Ceretto
Francesco Ricasoli
Pietro Mastroberardino
Michele Faro di Pietradolce
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista, classe 1966 con una laurea in Fisica e oggi un lavoro da comunicatore. Ha raccontato due Olimpiadi e 5 Mondiali di atletica leggera su Eurosport. Super appassionato di buona cucina, rhum caraibici e golf
Raffaele Bonivento
L’idea di Appius è una sintesi di acini selezionati provenienti dai vigneti storici del comune di Appiano che in latino fa Appius
Davide Canina e Monica Pedrotto