Luciano Alberti
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La famiglia Ferraro in vigna: una storia di viticoltori
Non è mai facile parlare di Prosecco. Perché purtroppo il rischio è di banalizzare o di andare incontro a pregiudizi di ogni tipo.
Non è facile anche perché non esiste “il” Prosecco, ma “i” Prosecco, diverse, anzi diversissime, espressioni per una sola “macrotipologia” di vino. Se parliamo di Prosecco, infatti, andiamo a “scontrarci” con una realtà produttiva complessiva di circa 464 milioni di bottiglie annue per la sola Doc, alla quale si devono poi aggiungere gli oltre 91 milioni di bottiglie della Docg Conegliano Valdobbiadene e i circa 12 milioni dell’Asolo Prosecco Docg.
L'azienda Bele Casel si trova nella zona dell'Asolo
Immagini queste che potrebbero far andare “il sangue alla testa” a chi sta spendendo energie e risorse per un altro Prosecco, per chi non vuole vincere la battaglia dei prezzi, che spesso è persa in partenza, ma quella della qualità.
Un'affascinante immagine dei vigneti, che mostra anche le pendenze
Ma dove il terroir permette di avere la Glera (e non solo) con un livello qualitativo decisamente molto alto, a dispetto di rese più basse.
Una prova del Vecchie Uve
La famiglia Ferraro, il vignaiolo Luca in primis, ne è convintissima, tanto da far uscire il Vecchie Uve Asolo Docg, che attinge a piene mani da quelle uve che erano state dimenticate in passato per lasciare spazio alla Glera.
Le uve storiche della zona
«Nella nostra testa – spiega Luca Ferraro – questo progetto parte da lontano, da quando in una vecchissima vigna di Monfumo abbiamo trovato vecchie varietà locali: Rabbiosa, Marzemina Bianca, Bianchetta trevigiana e Perera. Le abbiamo lavorate singolarmente cercando inizialmente di capire come farle esprimerle al meglio. Abbiamo sbagliato, provato e riprovato: finalmente con l’annata 2016 abbiamo raggiunto quello che secondo noi è il giusto equilibrio».
Un percorso lento e complesso per un vino che per chi non è appassionato del mondo del Prosecco, ti fa fare pace con questo prodotto. Ma si tratta di Asolo, non semplicemente Prosecco. Con questo vino, che va a completare la già ottima gamma di Bele Casel, si raggiunge una grande complessità olfattiva, unita a una straordinaria bevibilità. «Di sicuro - racconta Luca Ferraro - abbiamo sempre lavorato per alzare l’asticella della qualità e del valore percepito di un vino che, per troppo tempo, è stato considerato come lo “spumante da prezzo”».
La gamma dei prodotti di Bele Casel
Ma per realizzarlo non bisogna affidarsi al caso, ma è necessario sapere scegliere: solo dalle uve migliori può arrivare un rifermentato in bottiglia di livello. E poi c’è una piccola magia: ogni bottiglia è una storia a sé. Il vino cambia, giorno dopo giorno, evolve, si trasforma, può migliorare, poi peggiorare, poi tornare nuovamente a migliorare. E si sa che è il momento giusto di bere quella bottiglia solo dopo averla aperta: prima resta un velo di mistero.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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