26-03-2020

I Cacciagalli, quando l’anfora non è una questione di moda

Nel Casertano una bella realtà vinicola (e non solo), 35 ettari di biodiversità. Utilizza anfore per poter esaltare uve e territorio

Mario Basco e le sue etichette. Insieme a Diana

Mario Basco e le sue etichette. Insieme a Diana Iannaccone è titolare dell'azienda agricola I Cacciagalli con sede in Teano, una piccola e interessantissima realtà familiare

È verso la metà del II millennio a.C., sulla costa Tirrenica, zona di contatto con il mondo miceneo, che appaiono i primi esempi di vigna coltivata; in queste aree del Sud d'Italia il legame tra la produzione locale di vino e i contenitori in ceramica avviene già tra il VII e il VI secolo a.C., è in questo stesso periodo che appaiono le grandi anfore chiamate dolia. I viticoltori sono soliti collegare l'origine naturale dell'argilla alla neutralità della terracotta, convinti che questo materiale doni complessità ai vini e ne rispetti la purezza espressiva del frutto e del territorio.

Oggi diversi territori creano anfore con caratteristiche specifiche che si differenziano proprio per le tecniche di produzione e per la qualità delle argille indigene; l’anfora quindi non è solo tradizione come quella dalle antiche origini georgiane interrate, ma è qualcosa di molto attuale, da approfondire e contestualizzare. È qui che si inserisce l’azienda agricola I Cacciagalli con sede in Teano, la realtà familiare di Mario Basco e Diana Iannaccone (giovanissima agronoma), collocata in un contesto naturale privilegiato, una terra vocata e ricca di prodotti peculiari in un contesto territoriale di matrice vulcanica, accarezzata dal vento freddo e asciutto del Matese e caratterizzata dalla protezione di Roccamonfina.

I Cacciagalli

I Cacciagalli

Siamo in località Cacciagalli. Qui Mario e Diana dal 2004 hanno intrapreso la gestione di questi possedimenti familiari: vigneti, noccioleti, uliveti, castagneti, terreni boschivi, altri coltivati a legumi, tra cui i ceci di Teano (presidio Slowfood), più diverse orticole; ben 35 ettari di biodiversità governati con passione, coscienza e consapevolezza. Un luogo dove si respira l'aria pulita e quel fare spontaneo e genuino unito alla voglia di dare dignità al territorio di appartenenza. Riuscire ad aver cura della terra per aver cura di se stessi, questo il loro motto.

Le anfore de I Cacciagalli

Le anfore de I Cacciagalli

La loro è viticoltura biodinamica, con cemento e anfore, queste ultime usate non per moda ma per concetto: «Le nostre pratiche di vinificazione sono sempre strettamente legate alle caratteristiche dell’annata e dei vitigni, perché ci piace pensare che sia l’unico modo per ottenere vini eleganti e sinceri, espressivi del territorio da cui provengono. Abbiamo iniziato a vinificare in anfora nel 2012 perché cercavamo un contenitore neutro, capace di esprimere il nostro territorio, le nostre uve e le annate, trasmettere l’identità della nostra terra nel calice. Vinifichiamo in modo genuino con fermentazioni spontanee. L’anfora è come un ventre materno che accoglie il vino e racconta dove è nato; non a caso i greci le usavano come amplificatore del suono della voce degli attori che parlavano sul palcoscenico».

L’aspetto emozionale legato alla passione e alla memoria dei luoghi è un fattore imprescindibile per trasferire suggestioni e raccontare la loro storia. Nelle vigne dislocate in appezzamenti diversi ritroviamo varietà quali Fiano e Falanghina per i bianchi, Pallagrello, Aglianico e Piedirosso per i rossi. Vitigni che sono sempre stati propri di questo territorio. La punta di diamante aziendale è il Fiano Zagreo 2018, un vino che affascina per le sue luminose tinte giallo oro. Fa circa 2 mesi di macerazione, fermenta e affina in anfora, contenitore che – come racconta Mario – è perfetto per quest’uva perché ne lascia esprimere molto bene il varietale. Il nome non è stato scelto per caso: deriva dalla mitologia greca, Zagreo è detto anche il secondo Dioniso, protagonista dei riti orfici, un nome che vuole essere in sintonia con l’uso dell’anfora. Il prodotto è espressivo e complesso, con sentori di agrumi, mandarino, tarassaco e nuance floreali che gli donano leggiadria e freschezza.

Il Fiano Zagreo 2018 e il Pellerosa 2018

Il Fiano Zagreo 2018 e il Pellerosa 2018

Interessante anche il rosato Pellerosa 2018, un aglianico 100% alla sua seconda annata, dal colore rosa chiaretto che esprime un intenso bouquet floreale di rosa con tracce di frutti di bosco, pulito e coinvolgente al palato; anche questo vino è vinificato in anfora con lunghe macerazioni. Altra perla è lo Sphaeranera 2017, stavolta il protagonista è il Pallagrello Nero e il nome, per nulla casuale, ricorda la forma rotonda (piccola sfera nera) che caratterizza il vitigno. Un vino di carattere, tenace e al contempo godibile e succoso, con un tannino intenso, ma sempre elegante. Chiude l’Aglianico in anfora Phos 2017, complesso e incisivo, dove emergono note più terragne di china e radice, completate da tracce fruttate di prugna e ciliegia nera. Ampio e complesso al palato, un vino scalpitante.

Mario Basco nell'anforaia

Mario Basco nell'anforaia

I Cacciagalli è una realtà che nasce come progetto di vita più che un progetto commerciale. Riflette l’unione di una passione che ha accomunato i proprietari: «È necessario comunicare qualcosa di proprio, perché fare vino è la fusione tra natura e uomo. Il 50% è il territorio di Roccamonfina e l'altro 50% siamo io e Diana».


I Cacciagalli
Strada Provinciale 91 Borgonuovo-Cipriani,  Teano (Caserta)
Tel. +39 0823 875216
icacciagalli.it


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Fosca Tortorelli

napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino

Consulta tutti gli articoli dell'autore