L’attenzione alla natura e il digitale: questi due temi si abbracciano con spontaneità alla presentazione di Principe Corsini al ristorante L’Alchimia, fresco di stella. Sullo sfondo si addensano invece le nubi sul fronte del vino, con l’annuncio del Chianti Gran Selezione e il Chianti Classico che annuncia ricorso.
Di fronte a questa novità, che non alimenta certo la chiarezza tra i consumatori,
Duccio Corsini scuote il capo e si infervora a tratti, ma ha una certezza. Anzi due. Quelle che mette a fuoco appunto in questo incontro. La novità si chiama
Digiwine, la piattaforma ideata per l’Horeca: così gli operatori possono acquistare vino e olio prodotti a
Villa Le Corti nel Chianti classico e alla
Tenuta La Marsiliana in Maremma, attraverso questa via. Basta registrarsi, accedere e scoprire così le 11 etichette di vino rosso, bianco e rosé , biologico e vegano. Ma anche al Vin Santo e all’olio extravergine di oliva. La piattaforma è curata da
Federico Belli.
Sembra distante, eppure vi converge, l’interesse per l’ecosostenibilità, nell’accezione più profonda. Dal 1992 Duccio Corsini ha inteso preservare l’equilibrio della sua terra, quello storico e prima ancora naturale, arrivando quindi al passaggio delle certificazioni.

Uno scorcio della Tenuta La Marsiliana
A Milano, accanto alla figlia
Elena Clarice, ha voluto però presentare anche due prodotti speciali. E se il cuore già batte forte per la famiglia (lo si è visto dal Don Tommaso Chianti Classico Docg Gran selezione 2016 allo Zac Chianti Classico Gran Selezione 2016, che riconduce alla decisa e autonoma personalità della zia), accelera ulteriormente quando si parla di
Per Filo (prima vendemmia 2017) e
Fico (2015). Il terreno è unico, la Vigna di Gugliaie. Così come la filosofia. Ma degustando questi due vini, si accolgono sensazioni anche differenti.
Per Filo – Igt Toscana Sangiovese del 2017 – sprigiona quell’ispirazione di simbiosi con la natura, espressa dal figlio di Duccio, Filippo. Fin dai colori, quell’intenso rubino che conduce agli aromi di frutta rossa e rose, congedandosi poi lentamente e con eleganza profonda e mai ostentata.
Ma il giovane ha lasciato come pegno anche
Fico: abbiamo degustato l’annata 2018, sempre Igt Toscana Sangiovese. Qui la natura reclama ancora di più la sua parte: doppia selezione delle uve, sgranellatura, ulteriore selezione eseguita a mano. Quindi i chicchi vengono trasportati nelle barrique aperte per la fermentazione che durerà 16 giorni. E sono le mani a intervenire ancora una volta in questa fase, per l’immersione del cappello quotidiana. Un risultato così ricco e semplice al contempo, che comprendiamo al volo l’abbinamento “gastronomico” suggerito ufficialmente, ovvero «una buona compagnia di amici».
Non c’è contrasto dunque nei due filoni che caratterizzano questo incontro, e la filosofia di
Duccio Corsini e della sua azienda. La nuova piattaforma digitale facilita la gestione del mercato e aiuta così questo cammino naturalmente, in cui crede tenacemente.
Per portare avanti quella storia sbocciata nel 1363 in Toscana, quando la famiglia Corsini provvide ad acquistare tre poderi a vigna e un ulivo, oltre a una casa e un frantoio.