22-07-2023

Una bella storia di famiglia (con l'intruso): perché il Nazionale di Vernante è uno e trino, anzi anche di più

Nel paese del Cuneese i Macario han creato un sistema goloso e d'ospitalità: hotel, relais, spa, bistro, ristorante stellato, bottega con pasticceria e caffetteria. Ovunque ci son loro, ma ai fornelli ecco il siciliano Ingallinera, contaminazione fertile

Foto di gruppo dello staff del Ristorante il Nazio

Foto di gruppo dello staff del Ristorante il Nazionale a Vernante (Cuneo), sulle Alpi Marittime piemontesi

In pratica, a Vernante salta fuori un Macario da tutte le parti. Per dire: arriviamo in questo paesino di neanche 1.200 abitanti, provincia di Cuneo (ma non quella à la page di Alba e dintorni. No: qui siamo all’estremo Sud-Ovest della Granda, parco naturale delle Alpi Marittime, sulla strada che porta a Limone, al passo Tenda e da lì - se quest’ultimo fosse agibile, ma è chiuso dal 2 ottobre 2020, pare riaprirà il prossimo ottobre ma solo in parte – a Mentone), entriamo al Relais il Nazionale dove pernotteremo e vi troviamo Andrea Macario, l’uomo dei conti e dei bilanci, oltre che dell’accoglienza. È ora di pranzo, uno spuntino veloce può essere una buona idea: tappa quindi al Bistro il Nazionale, al piano terra dell’edificio che ospita lo storico Hotel il Nazionale, proprio dirimpetto al Relais: in cucina c’è Maurizio Macario, cugino di Andrea, ottima la sua proposta di piatti della tradizione, per noi assaggino di antipasti (battuta di piemontese a bei tocchettoni, insalata russa, vitello tonnato) e Ravioli gobbi di faraona al fondo bruno realizzati come dio comanda. Più tardi, dopo una giornata impegnativa e un passaggio corroborante nella spa del Nazionale, cena gourmet al Ristorante il Nazionale: in cantina domina Christian Macario, fratello di Andrea, che ci accompagna il pasto con un pairing davvero sfizioso. Infine l’indomani mattina, dopo colazione, tappa obbligata alla Bottega Nazionale, appena a un passo, è anche caffetteria: s’ordina un’altra tazzina, si fa qualche acquisto di cose buone e soprattutto di dolcetti e prodotti lievitati da forno home made, li prepara Roberta, che di cognome faceva Falco ma, come moglie di Christian, è in sostanza una Macario acquisita (la sua panificazione è di qualità eccezionale, l’avevamo apprezzata già a cena. E i suoi grissini sono di riferimento assoluto, creano dipendenza).

La sala del ristorante

La sala del ristorante

Insomma, per non farla troppo lunga: la forza di questa famiglia piemontese dedita da due secoli all'ospitalità e alla ristorazione è quella di aver ampliato, differenziato e integrato poco a poco l'offerta, ossia di aver creato un piccolo sistema ospitale e goloso, sempre e solo a Vernante (anzi: in un fazzoletto di Vernante), che si alimenta continuamente di idee, passione e qualità. Ma c’è una trovata ulteriore - brillante e definitiva – cui dobbiamo dar loro atto: han pensato bene di non voler bastare a sé stessi e che semmai sarebbe stato fertile suggellare tale meccanismo tutto-in-famiglia chiamando ai fornelli del loro indirizzo di punta, ossia il ristorante stellato, un elemento esterno non solo al dna comune, ma persino al contesto in cui lavorano. E così han bussato alla porta del siciliano Fabio Ingallinera, classe 1986 da Mazzarrone, in provincia di Catania, reduce dall’esperienza con Ciccio Sultano al Duomo di Ragusa ma soprattutto da quella all’Antica Corona Reale di Cervere, poco lontano, insomma già ben avvezzo ad usi, costumi e aromi piemontesi. Era il 2016 e la decisione ha generato un corto circuito fertile: l'elemento alieno che fornisce stimoli differenti, la sbavatura creativa in un quadro altrimenti consolidato, all’apparenza perfetto ma che sarebbe potuto diventare, alla lunga, anche monotono, statico, troppo autoreferenziale.

La panificazione, fantastica. Per le farine i Macario si rivolgono principalmente a piccoli produttori della zona, così come per tutto il resto: per il mondo vegetale stretta è collaborazione con l’azienda agricola I Lupi di Entracque, guidata da Barbara Cavallo ed Erik Tomatis; le carni sono quelle di Marco Martini a Boves; la cacciagione viene selezionata e reperita da cacciatori del luogo; salmerini, storione e trote iridee sono di Agritrutta di San Biagio di Mondovì, alla sorgente del Pesio; il burro, il latte, lo yogurt e le tome sono prodotte dall’azienda agricola Isola di Palanfrè; il blu di latte di mucca e il “parmigiano” di capra da Luca Marsigliani a Demonte; il latte di capra viene fornito da Gian Vittorio Porasso da Ceva; il Castelmagno da Giorgio e Andrea Amedeo a Castelmagno; il pastis è di Argalà a Boves; le mele e i succhi di mela sono dell’azienda I Minuti di Stefano Marchisio a Cuneo...

La panificazione, fantastica. Per le farine i Macario si rivolgono principalmente a piccoli produttori della zona, così come per tutto il resto: per il mondo vegetale stretta è collaborazione con l’azienda agricola I Lupi di Entracque, guidata da Barbara Cavallo ed Erik Tomatis; le carni sono quelle di Marco Martini a Boves; la cacciagione viene selezionata e reperita da cacciatori del luogo; salmerini, storione e trote iridee sono di Agritrutta di San Biagio di Mondovì, alla sorgente del Pesio; il burro, il latte, lo yogurt e le tome sono prodotte dall’azienda agricola Isola di Palanfrè; il blu di latte di mucca e il “parmigiano” di capra da Luca Marsigliani a Demonte; il latte di capra viene fornito da Gian Vittorio Porasso da Ceva; il Castelmagno da Giorgio e Andrea Amedeo a Castelmagno; il pastis è di Argalà a Boves; le mele e i succhi di mela sono dell’azienda I Minuti di Stefano Marchisio a Cuneo...

Certo non era detto che tale mix funzionasse. Però, ecco: funziona. Dà energia, regala sicurezza, dunque consapevolezza e di conseguenza tanta benzina per l’ulteriore crescita dell'insieme. Merito dei Macario che hanno fornito l’impostazione stilistica: da una parte la ricerca continua di una materia prima quasi esclusivamente del territorio, dall’altro un utilizzo di tecniche nuove ai fornelli, il tutto al servizio di una tavola che sarebbe dovuta essere, ed è, piemontese nell’identità, ma scevra da passatismi. E merito indubbio di Ingallinera, che si è calato perfettamente nella parte, riuscendo a ottenere una duplice credibilità: è credibile la sua alta cucina bugianen contemporanea, sono credibili le graffiate che la contaminano né troppo né troppo poco, quel tanto che basta.

Fabio Ingallinera

Fabio Ingallinera

Tra i nostri assaggi: eccellente e fascinoso – una sorta di fagotto nero alle taggiasche che nasconde l’interno carnoso – l’Insalata alla provenzale di coniglio grigio di Carmagnola, molto armonica; golosissimo l’Orzo all'aglio orsino, cagliata di Palanfrè, uova di trota e olio alle erbe di montagna; molto buoni i dolci, una punta di sala di troppo nel montone. Ma, per noi, the winner is: Radicchio alla brace, salsa alla china rossa, polvere di barbabietola, gran gioco di dolce-amari.

Ora tutti i piatti che abbiamo gustato, le foto sono di Tanio Liotta.

Crackers all'aglio orsino con cremoso di piselli e crescione d'acqua

Crackers all'aglio orsino con cremoso di piselli e crescione d'acqua

Trota affumicata, il suo caviale, la sua pelle croccante, salsa di leche de tigre al fondo di trota

Trota affumicata, il suo caviale, la sua pelle croccante, salsa di leche de tigre al fondo di trota

Praline fritte di polenta concia ripiene di ricotta di Palanfrè fermentata

Praline fritte di polenta concia ripiene di ricotta di Palanfrè fermentata

Insalata alla provenzale di coniglio grigio di Carmagnola: l'insalata alla provenzale di coniglio crudo marinato col suo fondo è racchiusa in un velo alle olive taggiasche e pinoli

Insalata alla provenzale di coniglio grigio di Carmagnola: l'insalata alla provenzale di coniglio crudo marinato col suo fondo è racchiusa in un velo alle olive taggiasche e pinoli

Insalata alla provenzale di coniglio grigio di Carmagnola, particolare

Insalata alla provenzale di coniglio grigio di Carmagnola, particolare

Asparago alla brace, crescione d'acqua, acqua di Parmigiano e olio all'aglio orsino

Asparago alla brace, crescione d'acqua, acqua di Parmigiano e olio all'aglio orsino

Radicchio alla brace, salsa alla china rossa, polvere di barbabietola. L'amaro del radicchio incontra quello della china e trova un bell'equilibrio, arrotondato dal dolce della rapa rossa

Radicchio alla brace, salsa alla china rossa, polvere di barbabietola. L'amaro del radicchio incontra quello della china e trova un bell'equilibrio, arrotondato dal dolce della rapa rossa

Orzo all'aglio orsino, cagliata di Palanfrè, uova di trota e olio alle erbe di montagna

Orzo all'aglio orsino, cagliata di Palanfrè, uova di trota e olio alle erbe di montagna

Castelmagno & pepe: variante di montagna della cacio e pepe, quindi uno spaghettino mantecato in acqua di Castelmagno d'alpeggio 2019 dell'azienda La Meiro (a Chiappi, la frazione più alta del comune di Castelmagno), poi condito con polvere di cardamomo nero e pepe

Castelmagno & pepe: variante di montagna della cacio e pepe, quindi uno spaghettino mantecato in acqua di Castelmagno d'alpeggio 2019 dell'azienda La Meiro (a Chiappi, la frazione più alta del comune di Castelmagno), poi condito con polvere di cardamomo nero e pepe

Montone, cicoria, bagna cauda, flan di erbe amare, primo servizio: qui il montone sambucano viene cotto al sangue e servito con bagna cauda, salsa di cicoriette e il loro flan

Montone, cicoria, bagna cauda, flan di erbe amare, primo servizio: qui il montone sambucano viene cotto al sangue e servito con bagna cauda, salsa di cicoriette e il loro flan

Montone, secondo servizio: lattuga alla brace, salsa all yogurt di montagna, polvere di prezzemolo, montone stufato

Montone, secondo servizio: lattuga alla brace, salsa all yogurt di montagna, polvere di prezzemolo, montone stufato

Sorbetto alle fragole di Peveragno, meringhe, macedonia di fragole alla chartreuse verde

Sorbetto alle fragole di Peveragno, meringhe, macedonia di fragole alla chartreuse verde

Tumaco: così si chiama questo dessert che prende il nome dal cioccolato prodotto da un cioccolatiere di Fossano, Federico Dutto, Lim Chocolate. Quindi: sorbetto di Tumaco, torta di castagne affumicate, spuma al latte aromatizzato al tabacco

Tumaco: così si chiama questo dessert che prende il nome dal cioccolato prodotto da un cioccolatiere di Fossano, Federico Dutto, Lim Chocolate. Quindi: sorbetto di Tumaco, torta di castagne affumicate, spuma al latte aromatizzato al tabacco

Zuppa inglese: ganache di cioccolato, biscuit inzuppato all'alchermes, panna montata, fave di cacao, gel di alchermes

Zuppa inglese: ganache di cioccolato, biscuit inzuppato all'alchermes, panna montata, fave di cacao, gel di alchermes


Carlo Mangio

Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo?
La meta è comunque golosa, per Carlo Passera

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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