Sessantuno chilometri quadrati, 32duemila abitanti. Credo che diversi tra gli 8mila comuni italiani vantino queste cifre, solo che questa è anche la taglia di uno stato sovrano, la Repubblica di San Marino, la più antica al mondo dopo quella romana che però non è giunta a noi. Tutto racchiuso in due date. La prima ci riporta al 301, 17 secoli fa, perché il 3 settembre di allora Santo Marino, arrivando dalla Dalmazia, si rifugiò sulle vette del Monte Titano (altezza 739 metri, che puoi camminare/percorrere tutti, uno per uno, se parti dalla battigia riminese all’orizzonte). Poi ecco l’anno 1291, quasi mille anni dopo, anno ufficiale di fondazione per via del riconoscimento papale.
Noi italiani, abituati a ben altre dimensioni, facciamo fatica a considerare San Marino una nazione a tutti gli effetti. Se però la si frequenta un po’, andando oltre la classica scappata-e-fuga sulla rocca per godere di un panorama unico, il tramonto!, piace proprio per sfumature uniche. L’effetto, ad esempio per uno che come me vive a Milano (superficie quasi 182 kmq, 3 volte tanto), è un po’ quello di sentirsi Gulliver e questo ti porta ad apprezzare ancora di più San Marino perché mentalmente ti senti come un elefante in una cristalleria.

Luigi Sartini (foto Brambilla-Serrani)
La cosa più sbagliata che si fa è di seguire il gregge. Si suole dire che se c’è sole tutti al mare (di Rimini) e se piove tutti sul Titano che è alle sue spalle. Ci fu un momento nella sua ultramillenaria storia in cui San Marino avrebbe potuto avere uno sbocco al mare, ma non se ne fece nulla, meglio l’isolamento. Oggi i confini li cogli a fatica. Se si arriva in autostrada, l’uscita è quella di Rimini, da cui parte la superstrada, la via Consolare per il Titano. L’abitato di Cerasolo è Italia, subito dopo ecco Serravalle e sei a San Marino con le sue linee ondulate, anche ripide, con tanto di funivia quando la strada inizia a risalire il Titano.
Patrimonio dell’umanità grazie alla decisione presa nel 2008 dall’
Unesco con una gran bella motivazione (perché «testimonianza della continuità di una repubblica libera fin dal Medioevo»), San Marino merita una sosta prolungata per scoprire e godere di alcune chicche golose che vanno a comporre un mosaico gradevolmente inatteso.

Giovanni Fornaciari, macellaio titolare della Brasserie da Gianni (foto Brambilla-Serrani)
Il punto in cui appoggiare il compasso, il punto da cui partire e poi tornare perché riferimento per tutto è piazza Libertà. Lì al 10 ecco
Righi che a livello della piazza è osteria e al primo un signor ristorante di proprietà da mezzo secolo della famiglia
Righi. A lungo vi ha cucinato la signora
Maria, con il nuovo secolo tutto è nelle mani del serio e preparato
Luigi Sartini che ha il suo interfaccia vulcanico in
Giacomo Paganelli, sommelier di razza, esuberante e brillante in giusta misura per esaltare il lato piacere del vino e non quello dell’erudizione pallosa.
Non c’è un anti-Sartini nella repubblica. I fratelli
Raschi se ne stanno in Italia, a Rimini,
Agostini a Pennabilli e
Parini a Torriana, rispettivamente
Da Guido,
Piastrino e
Povero Diavolo. La
Brasserie da Gianni, +378.0549.6661634, è la metà trattoria (con cantina stellare) di una macelleria in cui costate e fiorentine sono maneggiate e cotte da due sorelle sulla griglia. Il patron gira tra i tavoli con massiccia presenza. Tutto molto logico. E’ quasi inutile cercare il pesce appena pescato tra queste colline.
1. continua