02-09-2023
Michele Lazzarini (Gandellino-Bergamo, classe 1991) tra gli orti di Contrada Bricconi, 950 metri sul livello del mare, in Val Seriana, Bergamo. È la sua prima avventura da chef, dopo 9 anni al fianco di Norbert Niederkofler, al St Hubertus di San Cassiano (foto Zanatta)
È passato poco più di un anno dall’apertura di Contrada Bricconi, il progetto nella Bergamasca di Oltressenda Alta condotto da 4 illuminati agricoltori, con Michele Lazzarini in cucina. È una storia affascinante, un "sogno impossibile" che abbiamo raccontato abbondantemente prima che il ristorante partisse e, dopo, a cucina avviata. Sei mesi più tardi, torniamo a occuparcene di nuovo e chi scrive si accoda agli entusiasmi di Carlo Passera. Tre riflessioni aggiuntive. Il patrimonio agricolo italiano è sterminato ma le campagne soffrono di un grave spopolamento: è notizia fresca che le cosiddette “aree interne”, cioè i comuni periferici d’Italia, coprono il 60% del Paese e ospitano appena il 22% dei cittadini, una percentuale ogni anno più erosa. Progetti come Bricconi rappresentano un esempio virtuoso di come far «Rivivere la montagna» (il motto dei ragazzi) e generare isole di auto-produzione e auto-sostentamento in contesti solo apparentemente impossibili. Seconda riflessione: nel paese più vecchio d’Europa (età media: 48 anni), fa piacere vedere 4 ragazzi investire tempo e denaro ben lontani dalle rispettive 40 primavere. Sono due riflessioni che fanno di Contrada Bricconi una case history da studiare, diffondere e magari sostenere pubblicamente, avessimo politici capaci di guardare in prospettiva, impulso raro in un paese appunto di anziani. Le foto che seguono sono per giustificare l’ultima riflessione: l’esperienza di 9 anni di Michele Lazzarini al fianco di Norbert Niederkofler (al timone del St Hubertus, 3 stelle Michelin in val Badia) racconta di una maturità espressiva e tecnica già notevole. Una somma di determinazione e talento con pochi eguali tra i ragazzi della sua generazione. CONTRADA BRICCONI, menu 26 agosto 2023
Interni. Contrada Bricconi sorge in un borgo tardo-medievale, a lungo abbandonato. Nel 2011 un bando ne concede l'affitto e Giacomo Perletti vi fonda un'azienda agricola. A giugno 2022 parte il progetto di ristorazione e diventa subito tra i 10 finalisti di The Fork Award 2022. Entro i prossimi due anni dovrebbe diventare anche una locanda
Esterni. Lo scenario bucolico tutt'attorno. Il silenzio è interrotto solo dalla playlist del servizio: con noi seduti, girava a un volume discreto "1968" dei Velvet Underground (!)
Insalata, mais e latte Il primo assaggio del menu degustazione (115 euro, bevande escluse) è condotto nell'affumicatoio di pietra della Contrada, un casolare accanto a quello che ospita il ristorante. Il benvenuto, già molto identitario, è una tartelletta che accoglie mais rostrato rosso, ricotta dal siero di casa ed erbe e fuori eduli. Nota sul pairing: tecnicamente Contrada Bricconi è un agriturismo, quindi tutti i vini in carta sono solo lombardi (una limitazione piuttosto assurda nel 2023). Il percorso di 4 calici costa 48 euro. Noi abbiamo scelto il pairing analcolico (25 euro, 3 calici): ricordiamo un buonissimo succo di mela con uva spina e acqua aromatizzata al finocchietto
Gambero di fiume Takoyaki ripieno di una bisque calda di gambero americano, olio e maionese leggermente piccante da estrazione di kimchi e una parte di salame autoprodotto. Un esordio molto goloso, come si può immaginare, con uno sfondo sociale: «Il gambero americano», spiega bene Cazzani, «è una specie invasiva: si diffuse in Europa alla fine dell'Ottocento, soppiantando il crostaceo locale». La dieta alpina può benissimo integrare elementi infestanti e alloctoni, un ragionamento che Lazzarini condivide con i colleghi e amici Francesco Brutto e Chiara Pavan di Venissa
Uovo e coniglio Nel nido d'erbe, un altro assaggio piuttosto intenso, concentrato e stratificato: battuta di coniglio crudo, koji d'orzo, cicoria alla brace, zabaione salato e del sugo d'arrosto del coniglio, a richiamare la tradizione bergamasca della domenica
Bertagnì di siluro Bertagnì è una specialità dalla tradizione popolare bergamasca e bresciana: baccalà fritto in pastella, accompagnato da polenta. In questo caso, nel fritto entra invece la seconda e ultima specie invasiva del menu degustazione: il pesce siluro, un feroce predatore che in pochi decenni, dal Danubio ha colonizzato Po, Adda o Iseo. Lazzarini lo frigge con la pasta madre del pane autoprodotto, farina di mais rostrato rosso e vi unisce squame fritte ed essiccate di salmerini e trote. Si intinge nella maionese di acetosa e acetosella accanto. Un leggero retrogusto fangoso smussava un poco la piacevolezza dell'insieme
Ceviche di salmerino La specialità simbolo del Sudamerica (il Continente è una passione del cuoco) è traslata qui su un salmerino d'allevamento, pregiato salmonide d'acqua dolce. Nella versione Bricconi, il leche de tigre del ceviche è preparato con una base d'acqua di fermentazione del pomodoro tomatillo: origini messicane, cresce bene pure negli orti di quassù
Pane e burro di centrifuga Pane con farina di farro, frumento e segale e, accanto, un burro "demodè" (ha sostituito il burro montato che serviva all'inizio). Per un chilo di burro, occorrono 25 litri di latte. Spalmate compulsive
Bottoni, levistico e ruta Bottoni di pasta fresca farciti con Genussbunker, formaggio di monte autoprodotto, riserva 12 mesi. C'è anche del kefir che dona freschezza, olio al levistico, ruta non lavorata e cicoria passata alla brace. Bocconi pieni, rotondi, squisiti
Lumachine, sieroinnesto, burro affumicato e agone Lumachine Monograno Felicetti risottate nel siero-innesto (coltura naturale ricca di fermenti lattici che normalmente dà il via alla trasformazione del latte in formaggio), che conferisce una dominante e piacevolissima acidità. Nelle retrovie, c'è anche l'affumicato del burro e dell'agone pescato nel lago d'Iseo
Trota alla brace Un po' il piatto simbolo del corso attuale. Una favolosa trota alla brace, cotta sulla pelle e poggiata su una crème fraiche con acqua di pomodoro e olio di abete
Fungo A destra, la magnifica e umamicissima declinazione dei funghi della valle (esibiti a sinistra), in varie lavorazioni: porcini fermentati, passati alla brace, in salsa acida e sottolio. La spuma è di fungo sarcodon ("steccherino bruno") essiccato. Sopra, foglioline di artemisia
Quaglia e salsa jerk La quaglia è allevata in loco, cotta alla brace e accompagnata dalla salsa jerk, condimento tipico del pollo fritto in Giamaica. Ma qui, al posto del lime, si utlizzano delle susine fermentate, che regalano freschezza e acidità. In accompagnamento, del crescione sul fuoco e uno strato di foglie di alloro. Si mangia con le mani, secondo uno schema ricorrente nell'alta cucina dell'ultimo ventennio
Agnello di Gigante bergamasca Il cuore della valorizzazione delle specie locali di Lazzarini ha il suo climax in questo servizio multiplo di Pecora Gigante Bergamasca, esemplare nomade di queste valli, dalla carne piuttosto magra e saporita. In alto a destra, sopra una cialda di pane segale (addolcita con burro e cavolo riccio alla brace), c'è un favoloso prosciutto di agnello invernale. L'insalata sotto è un cavolo riccio passato sul fuoco con salsa coleslaw e maionese all'erba cipollina. Il pezzo forte, in alto a sinistra, è una strepitosa sella d'agnello cotta alla brace sull'osso. Il piatto è un costo extra dal menu degustazione (+30 euro)
Yogurt, abete, polline Nel contenitore di cera d'api (reminiscenza del Noma, una delle tante insegne globali d'autore frequentate dal ragazzo), una mousse di yogurt autoprodotto, aghi di abete congelati, polline appena colto e congelato. Freschezza, latticità, profumo
Stracchino, rabarbaro e aceto balsamico di sambuco Al gelato di fior di latte, è aggiunto in mantecatura lo stracchino di Contrada Bricconi, prodotto da due differenti maturazioni del latte (le cialde sopra sono latte essiccato). Un gelato con una nota formaggiosa non invadente, rinfrescata dal rabarbaro candito con aceto balsamico di bacche di sambuco
Caramella di siero Il siero di latte, la parte liquida che nella caseificazione si separa dalla cagliata e normalmente si butta, qui è recuperato e diventa il fulcro di un assaggio da leccarsi i baffi come i bambini. I ragazzi di sala intingono la bacchetta di legno del caramello di siero, una mou che non eccede in dolcezza, e poi la passano nella ciotola delle erbe e fiori eduli essiccati accanto (calendula, melissa, elicriso...). Una ricetta moderna eppure antichissima. L'hanno tratta da "L'eredità culinaria delle Alpi", un libro prezioso per capire la cultura alimentare di queste lande, a cura di Dominik Flammer e Sylvan Müller
Da Contrada Bricconi lavorano oggi 15 persone: 5 nell'azienda agricola e 10 nel ristorante. In foto, due appassionati ragazzi di sala (e non solo): Margherita Verini e Davide Cazzani
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Michele Lazzarini, chef di Contrada Bricconi (Oltressenda Alta, Bergamo), sul palco di Andorra Taste, seconda edizione dell'Encuentro Internacional de Gastronomía de Alta Montaña che si è tenuto nei giorni scorsi nel microstato di Andorra, tra Spagna e Francia. Lazzarini c'era, Identità Golose pure
Lo Spaghetto freddo, grasso di trota e rabarbaro di Michele Lazzarini, chef di Contrada Bricconi a Oltressenda Alta (Bergamo)