29-09-2024
Halvar Ellingsen, 38 anni, dal 2020 responsabile della fattoria di Kvitnes Gård, tra i fiordi dell'arcipelago di Vesterålen, Norvegia
In attesa che Norwegian Airlines il 23 dicembre 2024 inauguri il volo diretto Bergamo-Harstad/Narvik, per arrivare oggi alla nostra destinazione da fiaba, occorrono 3 aerei: Milano-Copenhagen, Copenhagen-Oslo, Oslo-Harstad/Narvik. La sfacchinata volante ha la ricompensa nel paesaggio che sfila nell’ultima tratta, un’avventura di altre due ore di auto da Harstad verso ovest, sopra al Circolo polare artico. Ponti sospesi legano le isole dell’arcipelago di Vesterålen, disegnato tra Mar di Norvegia e Mare di Barents, acque cristalline interrotte da salici e betulle che tra poco accoglieranno la neve. Di sera, il verde elettrico dell’aurora boreale lampeggia in cielo. Ai piedi della montagna di Møysalen, sull’isola di Hinnøya, dopo chilometri di nulla, si staglia candida una lunga costruzione bianca, la casa padronale di Kvitnes Gård. C’è un silenzio alieno interrotto qua e là da animali al pascolo: scorrazzano tra fienili rossi, arbusti selvaggi che digradano verso il mare, orti e serre che a stento se ne vede la fine. Dietro ancora, la proprietà, 50 chilometri quadrati in tutto, si prolunga in una riserva di caccia che l’imprenditore Helge Mørck scelse di acquistare nel 2012, innamorato di questo paradiso più vicino alle isole Svalbard che a Oslo. Spulciando tra i documenti antichi, Helge scopre che a metà Ottocento la fattoria apparteneva a Christoffer G. Ellingsen, un signore che si battè per l’introduzione delle barche a vapore in questa porzione di Paese accanto alle Lofoten, una mossa non di poco conto, giacché estese le possibilità di commercio dei pescatori di merluzzo della Norvegia del Nord – il nord del nord, un’iperbole. Non si capisce per quale bizzarro scherzo del destino, 165 anni dopo il signor Helge decide di affidare tutto a un ragazzone che, in modo del tutto casuale, scoprirà essere il bis-bis-bis-nipote diretto di Christopher Ellingsen.
Kvitnes, 1.400 km a nord di Oslo
Paesaggio settembrino
La casa padronale
Agnelli e aurore boreali
Particolare delle stanze
Lounge nordica
Halvar Ellingsen e Catherine Thoresen, restaurant manager
La sala del ristorante
La piccola sauna sul mare. Con Halvar Ellingsen, il giornalista norvegese Mathias Steinbru
L'head chef Leik Torsteinsen (sinistra). C'è anche un italiano in brigata, il veneto Andrea Cecchetti (destra)
Scorfano maturato, fragole verdi e fiori (sinistra) e Gamberi e insalata (destra)
A sinistra, Vitello, patate e formaggio stagionato e Balena e cream cheese affumato; a destra, sopra i maialini, una squisita pancetta di maiale e Collo e costoletta di agnello selvatico fritta. L'agnello era sta sacrificato poco prima, davanti ai nostri occhi
Scampi, abete rosso e ribes nero (sinistra) e Granchio reale e piselli, entrambi favolosi. Ellingsen non usa molto il granchio reale di Tromsø, che può arrivare a costare 170 euro al chilo
Scorfano, cavolo rapa e anice menta e Pane al burro (una droga, prodotta dalla vicina Gimstad Gård)
Merluzzo nero, patate e aglio serpentino (allium victorialis) e una carnossima e voluminosa capasanta
Finferli, pini e porcini e Capretto, zucchine e cavolo nero
A sinistra, l'halibut (ippoglosso) maturato; a destra il piatto con l'halibut con crema quasi bruciata e burro quasi bruciato (almost burned cream and almost burnd butter, omaggio a una preparazione simbolo del Fäviken), Nella crema a destra c'è una riduzione di sgombro
Pancake al sangue d'agnello, ribes nero e gamba salata d'agnello (sinistra) e Pane caramellato con camemoro (cloudberry)
La tavola della colazione, un condensato di meraviglie artiche
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
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classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt